CAPITOLO 3

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Mi sveglio con un' insolita tranquillità, l'ansia di un messaggio da lui non mi sfiora minimamente e al Sabato non ho scuola. Grazie a Satana, almeno quello.

Mi metto a leggere il mio ennesimo libro, ci  metterò meno di ventiquattro ore a finirlo.

Nicola ha avuto un momento di gelosia riguardo a Matteo, che oggi mi distrarrà nuovamente dalla realtà delle cose, dalla crudeltà della mia solitudine.

Fa male sapere che non gli interessa, che non gli interesso; che in cinque mesi non siamo mai andati nella ' nostra ' città, non che debba essere un luogo di riferimento per ufficializzare la nostra "ex" relazione, ma finché fosse durata avrei voluto immagazzinare più ricordi possibili per farmi più male in futuro.

Purtroppo nel mio piano per far morire la mia anima ebbe un imprevisto.

L'ho lasciato.

È finita.

Sono io e io,

con la mia anima massacrata, ma non abbastanza per poi essere indifferente alle crudeltà globali e paesani.

Navigo tra un mare di lacrime e la mia anima è come il naufrago arrivato agli ultimi stenti, non abbastanza però per morire, nella consapevolezza che è arrivata la sua fine mentre le onde del mio dolore cercano di risucchiare quell'anima, intanto lei rivive ciò che ha passato e quel che si potrebbe perdere quando morirà ( detto tra noi non si perderà nulla di speciale).

Non ha il coraggio di lasciare il salvagente e far terminare il suo dolore.

Io non sono coraggiosa.

***

Leggo ancora in autobus, con le cuffie alle orecchie.

In un certo pezzo, la " melodia" mi ricorda una parte di un libro letto mesi fa, era un momento estremamente felice, e subito dopo tornano i problemi come prima, e avevo consapevolmente attribuito quei tre capitoli di ' 50 sfumature di rosso' a quel momento in cui la canzone dava un senso di esplosione di tutta la rabbia che aveva accumulato il mixer.

O almeno così mi sembrava.

Sono le 4 p.m. e stranamente sono in orario, e anche lui. Ci dirigiamo verso le torri, due centri commerciali a quaranta metri di distanza. Incontriamo vari amici, compagni di scuola, conoscenze di amici di amici che ho e ha conosciuto. Anche al Mc.

Come a capodanno.

Mi ricordava così tanto capodanno tornare al Mc Donald insieme a lui. Anche oggi ridiamo, ridiamo tanto. Parliamo ancora, felici. Poi dopo il nostro gelato andiamo verso la pista di pattinaggio, saltando sopra le luci interrate come dei bambini, spintonandoci stuzzicandoci, promettendomi che mi avrebbe accompagnato in macchina.

Eccoci alla pista, paghiamo e ci mettiamo entrambi calze spugna e pattini.

La memoria non mi delude, ricordandomi le piccole mosse basilari per muovermi e stare in piedi poi, sempre se la memoria non mi inganna, il resto viene da se. I muscoli un po' arrugginita dal mio No Sport Be Happy, mi fa trovare un po' di difficoltà che supero velocemente.

<< so già che morirò oggi>> mi dice, concedendomi la sua contagiosa risata.

<< sopravviveremo, vedrai, devo avere almeno la soddisfazione di ucciderti, no?>>

<< no! >>

Altre risate. Cominciammo a pattinare, cercando di farci cadere a vicenda, poi lo aiutavo, e poi cercavo ancora di farlo cadere.

Nessuno di noi due cadrà.

Inizio a pattinare veloce, lasciandolo indietro, poi lo raggiungo, poi lo supero e lo raggiungo ancora.

Sto entrando nello mondo magico,

che con una spinta puoi fare un metro come 10,

Dove i pensieri scivolano insieme ai pensieri,

Mi sento felice, anche se mi sento anche vuota.

Dove più vai veloce più sei lontana dalla realtà.

Avrei voluto andarci con Nicola, lo ammetto, ma era quasi un capriccio di una bambina che rivuole il suo giocattolo, una scusa.

Ogni cosa ha il suo tempo, ma a volte non deve succedere e basta.

Ciò nonostante ero felice e vuota, sono tra un mondo fermo e fuori da questo asfalto di ghiaccio in mondo va avanti, ma io ad ogni spinta volavo sempre più veloce del mondo, ero più veloce si lui.

Più andavo veloce, più i pensieri andavano via.

Le persone erano striscia si colori.

Il mio sorriso era il ferro del pattino.

I miei occhi vivi erano gli stivaletti.

E le gambe mi facevano vivere.

Ma in tutta quella felicità infantile, stava arrivando qualcosa.

Qualcosa di brutto

Mi faceva paura

Era un ombra,

Un...

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SPAZIO AUTRICE
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Grazie per tutte le visualizzazioni.
Un altro grazie a Fabio, che oggi mi ha fatto una sorpresa stupenda.
E a Matteo. Uomo per niente santo ma con tanta pazienza.
E anche un sorry per il ritardo
With love Elena. :)

P.s..prometto di correggere gli errori, ma scrivere con il telefono è uno strazio. Ditemi che ne pensate :)

La custode del freddo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora