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Nel palazzo reale portoghese, con l'arrivo delle due principesse, era esploso il trambusto.
Mentre camminava per gli affollati corridoi, Isabella era seguita e superata dal via vai di cortigiani e servitori che trasportavano i bauli delle due ragazze appena arrivate, ovunque tendesse l'orecchio sentiva rieccheggiare un rumore di tacchi e di tante voci diverse che si accavallavano l'una sull'altra.
Le grandi finestre lasciavano passare tutta la luce del pomeriggio, il sole era ancora nel suo picco nonostante si stesse avvicinando l'ora del tramonto.
E lei si stava proprio dirigendo lì, all'aperto, per godersi quelle calde giornate.
Era davvero un bel vantaggio essere nata in piena estate pensò, mentre superava le guardie ad uno dei tanti ingressi ritrovandosi gli immensi giardini del palazzo davanti a sè; almeno poteva passare il suo compleanno all'aria aperta.
Incominciò a passeggiare , guardandosi intorno e notando anche lì fuori il caos che c'era nei corridoi.
Le carrozze, intuì Isabella, delle due principesse arrivate erano ferme proprio lì e i servi erano affaccendati ancora a spostare i bagagli delle ragazze e del loro numeroso seguito.
Chissà quanti nuovi volti avrebbe visto a corte d'ora in avanti? Forse ancora di più delle nuove persone arrivate insieme alla principessa Catalina, la moglie di suo fratello Christopher.
Le due non avevano avuto molte occasioni di avere conversazioni profonde, che non si limitassero ai normali convenevoli, ma con suo fratello sembravano una coppia ben fatta per quanto possano esserlo due completi sconosciuti che stavano imparando ad amarsi l'un l'altro.
Era arrivata in prossimità della carrozza inglese, quasi senza rendersene conto con tutti i pensieri che le affollavano la mente, quando improvvisamente sentì una voce gridare il suo nome, la conosceva ormai da anni fin troppo bene.
Si voltò subito, vedendo il suo migliore amico Gabriel avanzare veloce verso di lei , indossava l'armatura con su lo stemma della nazione e aveva sempre la spada sul fianco nel suo fodero. Il ciò dimostrava che aveva sicuramente presieduto all'arrivo delle mogli dei fratelli.
"Ciao come sta oggi il generale Silva? " esordì lei quando lui la raggiunse e le si fermò di fronte
"Stanco e ho visto troppe gonne svolazzanti per oggi, mi servirebbe una pausa " scherzò lui e affiancò Isabella procedendo con lei nella passeggiata.
"Capisco, vi sarete anche soffermato sui colori delle gonne suppongo? "
"Non per essere scortese principessa, ma non credo di essere diventato un sarto all'improvviso "
Lei non riuscì a non ridere, di fronte al suo tono sarcastico.
Le faceva sempre bene parlare con Gabriel, riusciva sempre ad alleggerire i suoi pensieri e le sue giornate, in più poteva dire tutto ciò che voleva, senza sforzarsi di mantenere sempre la cordialità e l'affabilità che ci si aspettavano da lei verso gli altri.
Proseguirono sempre di più, allontanandosi dalle carrozze attorno a cui si concentrava la folla di persone, e arrivarono in prossimità di una delle grandi quercie secolari presenti nei giardini.
Gabriel subito si sedette all'ombra dell'albero e lei lo imitò, poggiando la testa sul tronco:
"Stasera dovremo ancora restare fino a notte fonda a presidiare il castello " cominciò già lui con una punta di impazienza nella voce
"Come? Perchè?" chiese Isabella dubbiosa, non aveva la minima idea del perchè dovesse esserci anche l'esercito personale del re, di cui l'amico faceva parte, ad aiutare le solite guardie che facevano la ronda notturna.
"Sul serio non lo sai? " si voltò verso di lei ad occhi spalancati, per poi ricomporsi e aggiungere con il suo solito sarcasmo: "Siete veramente poco informata, non ci siamo"
Lei gli diede un colpetto sul braccio sorridendo e ribbattè "Ogni principessa ha il suo informatore personale, ora il mio sei tu" fece una pausa di qualche secondo per poi sporgersi verso di lui più seria:"Allora cosa deve succedere di così importante?"
"Il re mi ha comunicato che ci saranno i matrimoni dei tuo fratelli, quindi è necessario rafforzare il presidio del castello"
Esitò un secondo prima di rispondere, doveva immaginarselo, ma credeva che avrebbero aspettato magari qualche giorno prima di festeggiare, ma a quanto sembrava i suoi genitori avevano fretta. Questa constatazione gliene fece sorgere subito un'altra, ovvero che la prossima volta sarebbe toccato a lei, una volta che le attenzioni che erano state concentrate sui fratelli maggiori si fossero esaurite.
"Sei ancora qui Bella?... Mi sa che ti ho persa " disse Gabriel passandole una mano davanti agli occhi , che fissavano un punto imprecisato sull 'erba. Mentre parlava si era reso conto che l'amica, tutt'un tratto non proferiva più parola e sembrava caduta in uno stato di trans, lo stesso in cui l'aveva vista spesso quando iniziava a pensare.
Isabella sbattè velocemente le palbebre e lo guardò dicendo tutto d'un fiato:
"La prossima sono io, dopo di loro, pensavo che una volta che Edward e Luis saranno sposati, le attenzioni si sposteranno su di me e, sinceramente, mia madre mi fa paura quando ci sono matrimoni e possibili alleanze in ballo"
Gabriel guardò gli occhi azzurri di Isabella, comprendendo le sue preoccupazioni e il suo timore, lui non voleva che lei un giorno se ne andasse per non tornare lì mai più, ma in fondo era consapevole che doveva farlo e che era stata anche cresciuta per quello.
Sospirò e l'abbracciò senza dire niente. Isabella posò la testa sulla spalla dell'amico. Sapeva che avrebbe potuto contare su di lui in quel momento e rivelargli le sue paure, così come avevano fatto da sempre del resto.
Si erano conosciuti da bambini, Gabriel abitava in prossimità della residenza reale di Queluz,in cui alloggiavano tutti i figli e le figlie del re e della regina. I quali avevano preferito che tutti i fratelli restassero insieme e venissero istruiti lì, vicino alla capitale, in modo da poterli visitare spesso, poichè scossi dalle numerose perdite degli altri sei figli, i regnanti del Portogallo volevano tenerli il più possibile sorvegliati da loro e da persone e precettori fidati.
I due bambini si incontrarono, durante una giornata primaverile, quando Isabella era sgattaiolata via dal suo insegnante di latino, ed aveva superato i confini dei giardini della proprietà reale.
Da quel giorno c'erano sempre stati l'uno per l'altra, nonostante la differenza d'età di nove anni.

"Luis allora sei felice? Sei emozionato? Come sarà la sposa? " chiedeva insistentemente Beatrice, mentre seduta sul letto accanto alla sorella Isabella, guardavano il fratello prepararsi al matrimonio insieme a due valletti che lo aiutavano a vestirsi.
"Prima della serata mi esploderà la testa, se continui così" disse sorridendo mentre si allacciava i bottoni della camicia di lino.
"Io le risponderei subito allora, se fossi in te prima che continui" intervenne Isabella lanciando un'occhiata complice al fratello, il quale sorrise e proseguì accontentando tutte le curiosità di Bea.
Luis ed Edward spesso non sembravano per niente gemelli, se non nell'aspetto fisico, avevano infatti gli stessi capelli biondo cenere, gli stessi occhi marrone scuro e persino per chi era più attento a notarla la stessa postura e andatura, ma nel carattere erano l'esatto opposto Luis era sempre cordiale e allegro tendeva a trovare sempre il lato positivo in ogni situazione, mentre Edward era molto difficile da capire, era più introverso e schivo se non gli interessava ciò che dicevi non lo nascondeva; tutto il contrario anche degli altri fratelli e delle sorelle.

Se Isabella aveva definito "caos" quello visto durante il pomeriggio, dovette ricredersi assistendo alla grande festa che seguì alla celebrazione di entrambi i matrimoni.
La sala principale del castello era gremita di cortigiani, nobili venuti da tutte le zone del Paese per congratularsi e portare i loro omaggi alle nuove coppie, camerieri, musicisti ...
Nonostante fosse buio fuori, la luce delle fiaccole creava un'ottima atmosfera e il rosso del fuoco contrastava con il dorato delle pareti e il marrone scuro del pavimento.
Le tavole erano imbandite e piene di cibo, con i camerieri che frettolosamente raccoglievano i piatti d'argento vuoti e portavano sempre nuove portate che sembravano non finire più, ovviamente il tavolo reale con i sovrani, i figli, le figlie e le loro consorti era quello a cui arrivavano più piatti e più calici.
Si proseguì poi con le danze, alle quali venne concesso anche a Beatrice di partecipare per la prima volta avendo raggiunto l'età giusta per poterlo fare.
Isabella ballò una gallarda con dei partner casuali, persone che non aveva mai visto fino a quel momento e un lento con suo fratello Henry. La serata si concluse a notte inoltrata con un masquè organizzato dal re e dalla regina personalmente per l'occasione, il quale riscosse molto successo era, infatti, una rappresentazione rivisitata dalla compagnia teatrale dell'Infermo dantesco con tutti gli attori vestiti da diavoli e alcune donne, dame della corte, vestite da angeli con abiti bianchi e piccole ali attaccate sulla schiena.
Isabella seduta accanto alla principessa Catalina, mentre assisteva allo spettacolo, non potè sottrarsi dal rivivere davanti agli occhi i momenti in cui entrambi i fratelli e le ora cognate avevano pronunciato quel "si" e non capiva come fossero riusciti a dirlo e così legarsi davanti a Dio con una persona sconosciuta, di cui ignoravano anche la cosa più banale.
Infine trovò da sola la risposta, "dovevano", tutti loro dovevano farlo.

La principessa del PortogalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora