13.

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Il grande giardino che si estendeva, intorno al palazzo, era immerso nell'oscurità della notte. Isabella, ricordò che se non fosse stato per la sua candela, non sarebbe neanche riuscita a distinguere i contorni degli alberi.
La mattina seguente, al sorgere del sole, avrebbe lasciato quei posti per non ritornarvi più e, nonostante questo le provocasse tutto tranne che felicità continuava a fingere che fosse la cosa più bella mai accaduta nella sua vita.
Quella notte si incontrò con Gabriel, per l'ultima volta, senza sapere che sarebbero trascorsi diversi anni prima di rivedersi ancora.
Mentre la carrozza proseguiva e la meta si faceva sempre più vicina, Isabella ricordò come in un primo momento erano stati bene, cercando di sdrammatizzare e di non parlare dell'imminente separazione, dopo un po' Gabriel le aveva confessato, un qualcosa che, a detta sua era assurdo, ovvero che il principe Christopher gli aveva offerto un qualsiasi titolo nobiliare come ricompensa per avergli salvato la vita, quando erano in guerra.
"Cosa?" disse lei incredula, sentiva la speranza riaccendersi improvvisamente, tutto sarebbe stato più facile per loro, in quelle circostanze, ma lui subito la disincantò con la sua risposta:"Ma non credo che lo accetterò mai".
"Perchè no? Nessuno lo rifiuterebbe"
Lui la guardò come se non capisse nulla, ed effettivamente era così, Isabella credeva che una persona non potesse desiderare altro per se stessa:"Invece si" disse lui guardandola arrabbiato, forse come mai prima di allora:"Mi dispiace dirtelo, ma non sempre essere a corte, avere soldi e terre rende felici le persone"
Isabella sospirò, ammettendo dentro di sè che aveva certamente ragione e che le sue speranze erano solo quelle di una ragazzina viziata e triste, in quel preciso momento della sua vita.
Notando che lei restava in silenzio, lui proseguì , con parole ancora più dure:"E non credo che riuscirei a camminare per la corte e pavoneggiarmi, solo perchè adesso non sono abbastanza per te".
Dopo aver terminato, le diede le spalle e spense la sua candela, per non farle notare quanto gli era costato pronunciare quelle parole e per non vedere lo sforzo che Isabella faceva, nel cercare di trattenere le lacrime.

"Vostra altezza, siamo arrivati a palazzo" la voce del cocchiere che guidava la sua carrozza, la riscosse dai numerosi pensieri che, durante quel lungo viaggio, avevano affollato la sua mente.
Le ragazze, vennero aiutate una ad una a scendere, lei le seguì per ultima.
Una volta uscita dalla vettura, si ritrovò davanti un maestoso palazzo reale, di cui si intravedeva l'entrata principale e tutta la natura che lo circondava; in lontananza si distinguevano numerose figure ad attenderla, tutte ben schierate e immobili davanti l'ingresso ,quasi come se fossero in un dipinto.
Isabella, si strinse nel mantello, poichè nonostante fosse iniziata la primavera, lì in Polonia il clima sembrava ancora invernale e con il suo seguito si avvicinò , a grandi passi, verso il castello.

Beatrice, non credeva che sarebbe stata capace di sorridere di nuovo, sinceramente, dopo la partenza di sua sorella, ma si era sbagliata totalmente.
Quel giorno era stato inserito tra i più belli, poichè finalmente era diventata adulta e nessuno l'avrebbe più considerata una bambina.
Quella mattina, durante la colazione, i suoi genitori le avevano comunicato un nuovo piano di alleanza, che la includeva direttamente e lei impaziente di avere tutte le attenzioni su di sè, ne era stata subito entusiasta.
In seguito, aveva appreso di essere stata promessa al futuro imperatore del Sacro Romano Impero, il principe Massimiliano.
Rientrata nelle sue stanze, al settimo cielo per quella notizia, si era seduta al suo scrittoio e aveva iniziato a buttare giù una lettera per la sorella maggiore in Polonia, per poterle comunicare il fatto che presto, appena avesse compiuto quindici anni, sarebbe stata la prossima imperatrice.
È vero, si disse tra sè, doveva aspettare ancora due anni prima di partire, ma ricordansosi tutte le lettere e i regali di fidanzamento che, ogni giorno, arrivavano ad Isabella, non poteva fare al meno di essere eccitata e piena di aspettative.

Il re di Polonia, non sembrava affatto dimostrare l'età che aveva, manteneva una postura perfetta e regale mentre osservava la principessa avvicinarsi.
Lei lo guardò meglio, aveva i capelli biondi e gli occhi chiari, che la fissavano penetranti, ed il suo essere attorniato da tante persone rendeva la sua figura ancora più maestosa.
Isabella e tutto il suo seguito, si inchinarono di fronte a lui e , in seguito a quel rituale, il volto del re William si aprì in un gran sorriso mentre si avvicinava a lei , prendendole la mano.
"Benvenuta in Polonia vostra altezza, e ovviamente anche a tutte le persone con voi"
Isabella, raccolse tutte le forze, per poter sorridere anche lei e, lasciarsi condurre dal re all'interno del palazzo reale, seguita da tutti i cortigiani e dai loro occhi curiosi che la studiavano.

La principessa del PortogalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora