~°capitolo 3 - Ginko°~

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Muichiro guardò intensamente la fogliolina gialla, quando un sonoro gracchiare alla sua sinistra lo fece sobblazare e subito dopo degli artigli appuntiti si posarono sull'avambraccio di Muichiro.
Il ragazzo alzò il volto con un sobbalzo trovandosi davanti Ginko, il suo corvo, che lo guardava curiosa.
<<oh... Ginko, perché sei qui?>> domandò il ragazzo al corvo che gracchiò nuovamente.
<<Una missione! Crack! Una missione ti aspetta Tokito sama!>> esclamò il corvo con voce roca.
<<oh... uhm una missione?>> domandò il ragazzo, e il corvo chinò il piccolo capo piumato, in cenno di approvazione.
Il ragazzo allora si alzò, tenendo sempre il braccio destro teso per dar appoggio al corvo; con la mano sinistra cercò di scrollarsi di dosso polvere e terra per poi dare una piccola scossetta al braccio, così da dar segno al corvo di cominciare a volare.
Non avvertì neanche Shinobu della sua improvvisa partenza, ma cominciò a correre, lasciandosi alla spalle la Dimora delle farfalle.
Il corvo intanto lo seguiva in volo, guardandolo, vigile.
Si inoltrò nel bosco, alcuni rami, al contrario del giorno scorso si erano spezzati per via della grandine che aveva devastato l'ambiente; la cosa infastidì non poco anche Muichiro, costretto a saltare ogni ramo o tronco caduto.
Il corvo nel mentre gracchiava le direzioni in cui il giovane pilastro doveva svoltare.
<<A destra! Crack! A destra!>> esclamò il corvo, e il ragazzo così fece, svoltando con una curva a dir poca stretta nella direzione indicategli.
<<Manca ancora molto?>> domandò Muichiro, e il corvo gracchiò un roco sì.
Sbuffò.
La gamba destra faceva male, molto male, ed a ogni passo il ragazzo si sentiva lacerare il muscolo al suo interno.
Allora Muichiro optò per l'unica cosa che sapeva fare bene, ovvero, ignorare il dolore come spesso faceva anche con le persone; ma per suo dispiacere la cosa non funzionò.
La grandine, sciogliendosi la mattina dopo essere caduta, aveva formato grandi quantità d'acqua, e di conseguenza il terreno era bagnato; la fanghiglia aveva schizzato con piccole macchie la divisa del ragazzo, che continuava a correre, non gli importava, l'importante era andare avanti, e continuare a correre.
Il vento accompagnava i capelli del ragazzo, mossi dalla corsa veloce, e la corrente d'aria fredda faceva oscillare non solo i capelli di Muichiro, ma anche le maniche e la parte inferiore della divisa che il ragazzo teneva lunga.
<<Tokito sama! Crack! Più veloce!>> lo incitò il corvo, e il ragazzo, anche se di mala voglia obbedì aumentando il passo, così come la velocità.

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Dopo qualche ora di corsa estenuante il ragazzo fu finalmente arrivato.
I polmoni stavano cominciando ad affaticarsi, e la gamba sembrava pulsare dal forte dolore.
Il ragazzo si toccò il femore destro lancinante, e al solo tocco strizzò gli occhi per la fitta che sembrava aver appena penetrato la gamba del ragazzo.
<<Tokito sama! Crack! Ha bisogno d'aiuto? Vuole che le mandi un kinoto o un kinoe ad aiutarlo? Crack!>> gracchiò il corvo, cercando invano di aiutare il ragazzo, che però, scosse la testa, guardando in basso e continuando a camminare zoppicante.
Il paesaggio stava cominciando ad imbrunire, il cielo azzurro lasciava spazio a poco a poco a un cielo blu, cupo e tenebroso, macrabo; ma tuttavia misterioso, un segnale inequivocabile di pericolo.
Le nuvole che prima erano limpide, sinonimi di spensieratezza e bontà, adesso erano cupe, e l'unica cosa che potevano e sapevamo trasmettere era solo la cupezza, e il vuoto.
<<Takashi kun! Vedi di smetterla! Dobbiamo raggiungere il pilastro e anche alla svelta! Vedi di capire che non puoi gingillare così!>> una voce femminile proveniva da dietro un albero, tra le querce buie, che creavano ombre spaventose e non permettevano di vedere nulla, anche la luna in mezzo a tutta questa vegetazione sembrava essere scomparsa.
<<ouf! Shizuki chan vedi di finirla! Sei così soffocante, se sono inciampato non è colpa mia, sai!?>> ribatté una voce maschile.
<<Takashi kun! Ma se sei così sbadato da inciampare sui tuoi piedi non è colpa tua!? Ma ti senti quando parli? Sei davvero ridicolo! Se ci hanno mandato in missiono con un pilastro devi concentrarti di più! Stupido! Stupido!>> ripeté la voce femminile, aveva una voce acuta ma in fondo ad essa si distingueva chiaramente una scintilla di affetto e sarcasmo.
Muichiro svoltò nella direzione da cui provenivano le voci.
Continuavano a borbottare tra loro, e a discutere allegramente, ma il ragazzo non ascoltava, per il semplice fatto che non voleva ascoltare.
Muichiro spuntò da dietro l'angolo facendo sobbalzare i ragazzi che lo guardarono immobilizzati per qualche secondo.
<<uh? E tu chi sei? C'è qualcuno che deve fare il propio lavoro qui!>> esclamò uno dei due giovani, puntandosi i pugni sui finachi.
Aveva occhi blu come la notte, e dei capelli riccioli neri, essi erano estremamente scuri.
Era più alto di Muichiro, ad occhio la sua altezza sarà stata su un metro e settanta, all'incirca.
Muichiro lo guardò con sconforto, rivolgendo l'attenzione sulla ragazza, accanto a lui.
Ella, era molto simile al ragazzo che la affiancava, era un poco più bassa, su per giù alta quanto Muichiro, anche lei aveva dei capelli di un nero profondo, che sembravano sfumare nella notte, essi erano lunghi fino ai fianchi e la pelle di entrambi era bianca e limpida, sembrava scintillare a contrasto sia coi loro capelli neri come la pece che con il buio macabro della notte.
Muichiro non perse molto tempo a osservare neanche lei, e le rivolse una occhiata furtiva e veloce.
<<Portate rispetto, sono Muichiro Tokito, il pilastro della foschia>> sbuffò Muichiro, alzando gli occhi al cielo per un attimo.
<<Takashi!>>
<<Shizuki!!>>
Esclamarono i due ragazzi in coro, erano tutti un tremolio, neanche avessero visto una luna demoniaca.
<<scusa mio fratello! È così invasivo! Non volevamo mancarti di rispetto Tokito sama!>> esclamò la ragazza.
<<Ma che! Scusa mia sorella! Urla e sbraita continuamente! Ti prego di scusarla!>> ribattè il ragazzo, più per punzecchiare la sorella che per scusarsi con il giovane pilastro.
Muichiro li guardò annoiato per qualche secondo, per poi girare sui tacchi, andando nella direzione opposta, aggiungendo solo un 'seguitemi'; comando a cui i fratelli risposero subito, senza esitare.

I ragazzi continuavano a camminare silenziosamente dietro il pilastro, come dei soldati in marcia.
<<siete rumorosi..., potreste cercare di camminare più silenziosamente?>> domandò Muichiro, girando leggermente il busto, così da rivolgere una breve occhiatacca agghiacciante ai ragazzi.
<<SÌ!>> non esitarono a rispondere i ragazzi tutti un fremito.
<<ouf! silenziosi vi ho detto>> ribatté Muichiro.
<<oh..., si capo>> rispose in un sussurro la ragazza, che aveva affermato di chiamarsi Shizuki.
<<di che grado siete?>> domandò Muichiro, guardando avanti.
Cercava di cammufare il suo zoppicare continuo, con ottimi risultati per sua fortuna.
<<Siamo degli Tsuchinoe capo!>> esclamò Takashi, o almeno così aveva detto di chiamarsi.
Muichiro non rispose.
Tsuchinoe?
Il grado era forte, sì
Ma la missione che i tre ragazzi dovevano affrontare lo era di più.
I pilastri non venivano convocati a caso, c'era sempre un motivo preciso, e quel motivo preciso era di consueto una luna demoniaca crescente.
- Quindi dovrò trascinarmeli dietro...
Pensò il ragazzo, a dir poco scettico, continuando a tenere fisso lo sguardo in avanti.
Nessuno parlava più, e l'unica sensazione che il ragazzo provava era quella degli sguardi dei due ragazzi, conficcati nella schiena.
Sospirò, la situazione lo annoiava parecchio.
Finchè la noia, come la
Spensieratezza non crollò

Definitivamente

Un ululato di vento si scontrò come un tornado davanti ai ragazzi, spazzandoli via di qualche centimetro, essi cercarono di parare i detriti alzati dal forte colpo, parandosi con prontezza usando gli avambracci, e socchiudendo gli occhi.
Per fortuna il terreno fangoso non aveva alzato polvere, e i ragazzi recuperano subito l'uso della visita.
Le divise erano state sporcate dalla fanghiglia, ma i tre spadaccini non ci fecero caso, alzando gli occhi velocemente.
Davanti a loro si ereggeva con fare maestoso una figura griga.
I suoi occhi gialli illuminavano l'oscurità come fari nella notte, e la sua pelle era talmente bianca che per un momento sembrò illuminarsi come la luna.
Delle striscie circolari gli percorrevano il corpo; una striscia blu, era impressa come un tatuaggio nella pelle che percorreva il setto nasale, e delle striscie che formavano cerchi, anch'esse di colore blu, ai lati del volto.
le altre linee continuavano per il corpo, sullo sterno, sul petto e sugli avambracci muscolosi.
La strana creatura aveva stampato in volto un sorriso, un sorriso a dir poco inquietante.

Angolo scrittrice
Buona domenica a tutti!
Per prima cosa vi ricordo i gradi degli spadaccini ammazza demoni, così che potrete capire un po' di più il capitolo, già confusionario di suo:
Mizunoto-> Mizunoe-> Kanoto-> Kanoe Tsuchinoto-> Tsuchinoe-> Hinoto-> Hinoe Kinoto-> Kinoe e infine pilastro.
Quindi, come vi sarete immaginati i due ragazzi, Shizuki e Takashi, non sono veramente deboli, ma lo standard di Muichiro è parecchio alto, inoltre, loro sono personaggi inventati da me.

Poi... sono sicura che molti sapranno chi è il personaggio misterioso che è appena entrato in scena, ma lo chiedo lo stesso, secondo voi chi è? ~>

Detto questo, al prossimo capitolo~
~F.D

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