XIII

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Gennaio (2)

Il risveglio quella mattina fu uno dei più dolci.
Avevo passato la notte con Jongdae, mi sembrava incredibile; l'avevo desiderato dal primo momento che l'avevo visto e aver fatto l'amore con lui mi sembrava un sogno. Mi sentivo come un ragazzino alla prima cotta, e non nego che la cosa mi piaceva particolarmente.

Mi girai nel letto trovandolo vuoto, mi concentrai e sentii il rumore di un asciugacapelli in lontananza; sicuramente Jongdae aveva appena finito di farsi la doccia. Mi alzai sui gomiti ed inizia ad esaminare l'ambiente circostante, passato in secondo piano la sera precedente in quanto ero impegnato in altre attività. La camera di Jongdae era grande, tinta di un giallo pastello ed arredata di un mobilio classico e semplice, un'ampia finestra con candide tende, dalla quale filtrava la luce solare, conferiva all'ambiente una luce particolare. Oltre al letto matrimoniale vi erano un grande armadio sul grigio antracite che ricopriva una parete della stanza, una scrivania e una piccola libreria. Sul comodino erano riposte in modo disordinato una lampada, una sveglia e una cornice vuota.

Chissà, un giorno sarebbe stata racchiusa una nostra foto in quel quadretto vitreo.

«Buongiorno»

La sua dolce voce mi riempie le orecchie facendomi sorridere, lo vedo avvicinarsi a me per poi chinarsi il tanto che basta per stamparmi un lungo bacio.

Lo osservo mentre si siede sul bordo del letto: i capelli folti e scuri ancora un po' umidi, il suo outfit semplice formato da una felpa con cappuccio e dei jeans blu scuro; mi fa battere sempre il cuore.

«Come stai?» gli chiedo, facendoli capire il mio riferimento alla notte passata.

«Bene. Ho qualche fitta al fondoschiena- sorride imbarazzato- ma sto bene».

Mi scuso con lui per aver esercitato troppo forza, lui mi accarezza dolcemente una guancia e dicendomi di non preoccuparmi.

«Puoi farti una doccia. Ho messo i tuo vestiti a lavare, ti presterò qualcosa di mio, dovremmo avere la stessa taglia».

«La doccia avrei voluta farla con te».

Mormoro maliziosamente tirandolo un po', facendolo cadere sopra di me, baciandolo e stringendolo in un abbraccio.

«Tu non ti sazi mai, vero?»

«Devi sapere una cosa di me: sono famelico!»

Inverto le posizioni, facendolo scivolare sotto il mio corpo, sospira mentre inizio a lambire la pelle del suo collo ed accarezzare il suo ventre piatto da sotto la felpa.

«Mmm... dai Hyung...dopo»

«Non chiamarmi Hyung» rispondo baciandolo e mordendo leggermente il suo labbro inferiore.
Con velocità ribalta le posizioni, posizionandosi a cavalcioni sul mio corpo nudo e tenendomi i polsi alzati sopra la testa. Il suo sguardo è diverso, è serio, intrigante, e noto una velatura di malizia. Non ero abituato a farmi dominare a letto, ma il fatto che lo facesse lui mi arrapava maledettamente!

«No, basta. Dobbiamo fare mille cose oggi».

Scuote la testa e si alza dirigendosi verso il suo armadio, frugando tra i vari vestiti per prestarmi qualcosa di suo.

«Cosa c'è di più urgente che rimanere tutto il giorno a letto con me?».

«In primis dobbiamo passare a casa tua, così prendi un cambio e per i prossimi giorni rimani qui. E poi dobbiamo andare a fare la spesa. Ho solo del riso e un po' di latte in dispensa.»

«Oddio! Mi vuoi sequestrare e fare di me il tuo schiavo sessuale!» lo accuso fingendomi sconvolto.

«Ah pabo! E poi domani passiamo in azienda, per vedere i libri che ti servono per preparare i primi esami»

Cinderella Boy - XIUCHENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora