ꕥcapitolo7ꕥ

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Oramai scappare era inutile mi avrebbero preso. Decisi di seguire l'istinto e lasciarmi alla sorte. Di botto mi fermai e mi girai. Di conseguenza si fermarono anche loro, mi fermai a scrutare le facce di tutti e soprattutto di Jack e compagnia bella. < Bene sono a vostra disposizione. Cosa volete fare una volta che mi avete preso? Esperimenti? Tenermi imprigionata finché non mi rompo le zanne per rompere le sbarre? Oppure uccidermi? Dai sarebbe tutto più facile no? Vero Jack > Jack mi fulminò < Non vogliono ucciderti. E se lo avrebbero fatto di certo non avremmo deciso di consegnarti a loro > < ne sei veramente certo. No perché se ti guardi bene attorno e se accendi il tuo piccolo cervello di accorgerai che sono pieni di armi che puntato il mio corpo soprattutto la testa e il petto>. Lo vidi guardarsi attorno e rendersi conto di quello che aveva fatto < Vedo che la tua brillante mente a iniziato a funzionare, ad ogni modo ormai quel che fatto è fatto quindi lascia che mi uccidono>. In quel momento la mia calma se si può chiamare così si trasformò in rabbia, ripensai a tutto: erano stati loro ad espormi a questo pericolo da quando mi avevano trasformato era colpa loro non mi avevano neanche aiutato, ma la cosa che vece strabordare la mia rabbia dentro di me fu ripensare alla frase " la figlia della luna è un mostro" quindi ero un mostro ero solo un fottutissimo mostro che non aveva emozioni e uccideva e basta. Uno di loro sparó e mi prese la coscia sinistra, continuavo a non guarire. Improvvisamente la mia rabbia prese il controllo e sperai che le radici trascinassero via quegli uomini e come desiderato accadde questo quasi tutti gli uomini erano intrappolati dalle radici. Mi girai e iniziai a correre per trovarmi davanti una centinaia di uomini, possibile che non finivano più. Più li vedevo avvicinarsi più la mia rabbia si trasformava in ira, non so bene il perché si trasformò in ira forse perché vidi che gli uomini seguivano Kate che li portava da me. Fatto sta che qualcosa dentro di me stava cambiando sentivo il sangue ribollirmi nelle vene. Mi girai verso Jack che mi guardava preoccupato. Guardai la mia mano, non lo era più ora era solo una zampa grigia e d'improvviso eccomi lì a quattro zampe. Vidi il mio riflesso in un coltello, ero diventata un lupo, il mio pelo era grigio con delle enormi macchie bianche sulla schiena e una sull'occhio. Vidi i miei occhi erano viola con una macchia bianca dentro e con tante macchio lime sempre bianche sembrava quasi...sembrava...un cielo stellato con la luna piena. Ma mi soffermai su due cose. Avevo delle dimensioni enormi molto più grandi di quelle di un lupo normale. Avevo un simbolo sulla mia fronte era una specie di spirale storta con una barra che la divideva esattamente a metà. Tutto questo succedette nel giro di venti secondi. Iniziai a correre e con me tutti ma invece che scappare mi inseguivano. Desideravo che ad ogni mio passo la terra si sarebbe alzata e poi sarebbe tornato tutto a posto, fu quello che successe. Questo mi diede tempo per trovare un nascondiglio, l'unico che mi venne in mente era dove Kate nascondeva l'arco. Arrivai e mi nascosi, non mi sentivo affatto al sicuro. Sopra di me senti miliardi di passi e capì che erano loro, mi zittì. Passati tutti piano piano ritornai nelle mie forme umane. Ero completamente nuda, ma qualcosa mi preoccupò ancora di più; sentii la porta aprirsi e in quel momento mi sentii svenire dalla paura, scrutai il viso e capii che era Kevin. Mi vide e corse da me preoccupato, ma io scappai uscendo dalla porta prima che potesse arrivare a me. Corsi per ore, e arrivai a casa mia, le luci erano accese - cazzo ero fottuta - notai che la mia camera era vuota e che le tre figure dei miei fratelli e di mio cugino erano in cucina. Ne approfittai arrampicandomi per arrivare in camera mia nonostante ero molto debole ci riuscì, mi vestii quando però sentii dei passi arrivare; mi buttai dalla finestra e come un lampo suonai alla porta. Aprirono la porta < ciao > dissi cercando di trattenere il fiato e di sembrare tranquilla -cosa che non ero- < dobbiamo parlare siamo molto arrabbiati e preoccup... perché c'è del sangue sui tuoi vestiti?> disse Alec. Cazzo avevo scordato questo dettaglio ma non capivo perché non guariva. < Oh! Questo niente sono solo caduta. Possiamo parlare domani sono stanchissima ora> mentii < sei sicura che sei caduta? Oppure quelli della scuola ti hanno fatto qualcosa? Giuro che se ti hanno toccata li ammazzo> disse. Ripensai a quelle parole in realtà era colpa loro ma decisi comunque di mentire anche perché non mi avrebbero creduto a quello che era successo. < SONO SOLO CADUTA> < ok...vuoi che ti medichi sai non sembra che vadano meglio le ferite.> sapevo che aveva capito che qualcosa non andava mi conosceva troppo bene. < no tranquillo è solo sporco il vestito e lo medico da sola> < ok ora vai a letto che sei stanca>. Salii in camera e chiusi tutte le finestre a chiave, poi andai in bagno, presi il disinfettante, un cerotto e dell'ovatta e mi guardai le ferite; non stavano affatto bene. Cercai di medicarmi ma il dolore era atroce, decisi di mettere solo i cerotti. Mi sdrai sul letto e iniziai a riflettere. Avevo paura mi si leggeva in faccia, ma non tanto per me ma per i miei fratelli. Ormai i cattivi sapevano dove vivevo e potevano venire quando volevano, soprattutto ora che ero debole. Avevo troppo sonno per queste domande quindi sprofondai in un sonno profondo. La mattina dopo scesi e feci colazione < dobbiamo parlare > disse
Alec, mi limitai ad annuire. < lo so scusate non dovevo reagire così mi dispiace moltissimo e vi prometto che non lo farò più, è solo che avevo bisogno di stare sola e riflettere. Ora scusatemi ma devo andare a studiare!> mi affrettai a dirgli queste cose perché non volevo ascoltarli. Salii in camera mi misi sulla scrivania e iniziai a studiare. Il weekend passò velocemente, uscivo dalla mia stanza solo per mangiare e non parlavo con i miei fratelli e mio cugino o mi limitavo solo a dire " buono" e loro a rispondere grazie. Ero preoccupata e ogni notte non dormivo per paura che arrivassero da un momento all'altro gli uomini e che facessero del male ai miei cari, e si vedeva eccome che non dormivo avevo le occhiaie sotto i piedi. Continuava a chiamarmi Jack e i suoi amici e io continuai ad ignorare le chiamate. Ormai era lunedì e dovevo tornare a scuola. Un raggio di sole si fece spazio nella mia buia stanza e il suono della sveglia si faceva spazio nelle mie orecchie. Mi alzai, ero ancora assonnata. Mi vestii ed indossai un maglioncino bianco e dei jeans abbastanza attillati sul sedere. Andai in bagno e la mia faccia era orribile sembrava che non dormivo da giorni che in effetti era vero, mi armai di trucchi e iniziai il lavoro. Venii bene e per dare un tocco di classe aggiunsi un bel rossetto rosso fuoco. Scesi le scale e vidi mio fratello che cucinava la colazione                           < buongiorno > dissi. < cia...non è un po' troppo per andare a scuola > mi disse preoccupato Marcus. < uff...no va bene ora vado> sbuffai e mi alzai dal tavolo appena finii i miei pancake. < dove vai? > mi chiese sospettoso guardando gli altri due. < oh! Vero. Vado a lavare i denti> salii le scale e andai in bagno per lavare i denti e finito questo tornai in cucina. < veramente noi ci chiedevamo dove vai a piedi, la tua scuola è a 4 chilometri da qui.> disse Nathan ancora più preoccupato e sospettoso. Mi pietrificai perché mi ricordai che loro non sapevano niente dei miei "poteri" < oh! Quando ho detto io vado intendevo che mi dovevate accompagnare> inventai una scusa ma sapevo che non ci sarebbero cascati mi conosceva troppo bene. < mmh...ok> disse Alec poco convinto. Arrivammo a scuola, li avevo pregati di non parcheggiare ma non mi ascoltarono e quando uscirono dalla macchina tutti ci iniziarono a fissare ( o insomma fissavano loro), e le ragazze diventarono delle oche umane; e nonostante io non sopportavo le oche il mio sguardo era fermo da un'altra parte.

La figlia della luna 🌑 [sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora