☠︎︎capitolo5☠︎︎

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Stamattina mi svegliai con meno voglia del solito, forse perché c'era un'interrogazione  o forse perché mi dovevano accompagnare i miei bodyguard, non mi fidavo di loro sentivo che avevano qualcosa che non andava. Mi misi un paio di jeans blu, una maglia bianca con una scollatura e un giacchetto di pelle rosa. Feci colazione con dei biscotti e del latte, poi andai in bagno mi lavai i denti, mi pettinai e mi truccai per cercare almeno di migliorare qualcosa -senza risultato- e partii. Arrivata a scuola credevo anzi no speravo che mi avrebbero lasciato lì i miei bodyguard, e invece no mi scortarono fino all'entrata dove c'erano i miei amici.< fuori di mezzo se non volete problemi >disse uno dei due. < tranquilli sono miei amici. Ora potete andare> li tranquillizzai. In quel momento volevo solo sotterrarmi il più giù possibile, tutti mi guardavano, mi fissavano. < ok signorina Emily> mi risposero e se ne andarono. < e questi chi sarebbero?> mi chiese ironicamente Kevin. < sono i miei bodyguard > < e perché ai dei bodyguard?> mi chiese Sharon. < lunga storia. Comunque io non li volevo> appena finì di parlare suonó la campanella. La mattinata la passai a fare lezione, tornai a casa e mi aspettava il pranzo che mi aveva preparato mio padre prima di andare via ( aveva il turno pomeridiano e serale). Pranzai velocemente, e andai a studiare per la verifica di matematica. Cenai e andai a letto. I giorni successivi passarono velocemente , mi ero divertita, Kate mi aveva mostrato dove teneva il suo arco e le sue frecce nascoste nel bosco, tranne per la seccatura dei bodyguard che mi seguivano ovunque. Questa mattina mi sentivo strana ero molto più sicura di me e antipatica. Mi misi una gonna che arrivava sopra il ginocchio e una maglietta con una lunghissima scollatura a v. Mi truccai più del solito e raccolsi i capelli in una treccia. Scesi e neanche salutai mio padre, saltai la colazione e partii subito. Arrivata a scuola  come sempre i miei bodyguard mi accompagnarono. Salutai i miei amici ed entrai in classe. Oggi la prof avrebbe ridato i compiti di storia. < Buongiorno ragazzi oggi ridarò i compiti> ci avvertì < sono andati molto bene in generale> disse mentre ridistribuiva le verifiche. < ma c'è qualcuno che non è andato molto bene> precisó guardandomi. Quando mi appoggiò la verifica sul banco non persi tempo a guardare il voto, F come una effe?!! Iniziai a ringhiare e conficcai gli artigli nel banco. Ero troppo arrabbiata per restare, decisi di alzarmi per andarmene, la prof mi vide, si alzò anche Kevin per raggiungermi visto che aveva assistito alla scena degli artigli, e a sua volta si alzò Jack, ma la prof lo fermó prima che potesse uscire < Nessuno può uscire, finché non finisce la lezione >. Jack si sedette di nuovo rassegnato. Corsi nello spogliatoio, mi erano spuntati gli artigli, avevo le zanne e avevo voglia di uccidere qualcuno, sentii un rumore provenire dalla porta dello spogliato, mi alzai di scatto non avevo paura di chi fosse anzi volevo spappolare la sua testa chiunque persona fosse, non mi importava volevo solo ucciderlo. < Emily tutto ok? Sei scappata e ho capito che hai perso il controooollooo, oh! si ai perso il controllo > mi disse Kevin. Non volevo ucciderlo, ma allo stesso tempo lo desideravo fare. < Vai via> < no, ti voglio aiutare> < mi aiuti andando via > < no voglio stare qui> < tu non capisci io desidero penetrare il tuo cranio con gli artigli fino ad arrivare al cervello, desidero spezzarti le gambe con le mie zanne, desidero ucciderti> < ok...tu però non vuoi > <no> < allora tieni il punto fermo su questo: tu non vuoi uccidermi> <ci provo>. Vidi Kevin tirare fuori dalla tasca il suo iPhone, cosa doveva fare in un momento come questo dove io desideravo ucciderlo e mi stavo impegnando per non farlo < cosa fai> < Beh ecco ci siamo scordati della luna piena e che tu non sai tenere a bada il tuo istinto omicida quindi sto avvertendo Jack>.  Vidi arrivare Jack, mi ruggì di nuovo per farmi calmare e tornare alla normalità. < tutto ok? > < si, credo di sì, grazie > dissi alzandomi e incamminandomi per andare all'uscita di scuola. < dove vai?> mi chiese Jack. < ha casa è finita per oggi la scuola> < Non puoi. Se perdessi il controllo> continuò Jack.  < tranquillo non lo perderò> uscii dalla stanza e Kevin mi raggiunse < e se perdessi  il controllo? Cosa farai?> < se perdessi il controllo andrei da voi> dissi scappando, perché mi stavano aspettando i miei bodyguard. < ma guardati ti servono due bodyguard per difenderti perché non sai tirare neanche un calcio e poi però fai la puttana alle feste mentre ti danno la caccia, eh si me ne sono accorta che ti puntavano una pistola e che tu li hai uccisi tutti forse è per questo che hai due persone che ti controllano, o magari sei agli arresti domiciliari... chissà hahaha ciao troietta> tutti quelli vicino a me si allontanarono appena sentirono " li hai uccisi" mi girai di scatto e mi accorsi che era una delle ragazze snob della scuola, aveva un'aria familiare...ma certo la stronzetta di turno che mi prendeva per il culo alle medie perchè non avevo un bel fisico e avevo i denti storti < non mi sarei mai aspettata di ritrovarti qui, Canzy > < sai neanche io visto che alle medie pesavi 69 chili, quindi sai pensavo che ti avrebbero ricoverato > tutti quanti si misero a ridere e più ridevano più mi innervosivo. < io invece pensavo che saresti andata a vivere da qualche parte e a fare la prostituta visto che hai perso la verginità a 11 anni> lo sapevo la vendetta va servita in un piatto freddo. < ah! E comunque non ero io perché io sono scappata prima che tutto accadesse quindi zitta puttanella> stavo godendo in silenzio, me ne andai subito via per evitare risse. Poco prima di entrare in macchina mi arrivò un messaggio che proveniva dal sito della scuola. Ero io in una foto alle medie e avevo l'apparecchio fisso, ero grassa ed ero bruttissima. Quella foto fu la goccia che fece strabordare il vaso, chiusi lo sportello e tornai dove c'era Canzy. Lei si girò e fece quel suo sorrisetto malefico ma prima di riuscire a ritornare alla sua faccia di merda le diedi un pugno su un occhio. < bastarda > disse Canzy. Stavo godendo ma fui distratta da una botta sulla pancia, mi aveva tirato un pugno sulla pancia; allora la presi per il collo e l'attaccai al muro, ma lei si riuscì a liberare dandomi un calcio. Sentivo gli artigli piano piano spuntare, decisi di conficcarli nella pelle del palmo. < ehi Kevin guarda la mano di Emily> bisbiglio Jack e io istintivamente la guardai cadeva del sangue, < cazzo> disse Kevin, < ragazze smettetela> non lo ascoltavo, continuavo a tirare pugni e a riceverli. < Emily BASTA!> la sua voce così dolce mi entrò nelle orecchie e decisi di fermarmi, mi girai per tornare alla macchina quando quella befana parlò < brava segui il ragazzo sfigato che non serve a niente e i tuoi stupidi amici che non ti hanno neanche difeso. Guardati non importi a nessuno. Neanche le tue guardie del corpo ti hanno aiutata> < non è vero, semplicemente non mi hanno vista> < ah si! Sai a me risulta che sono stati qua a fissarti per mezz'ora> effettivamente è vero quello che dice, improvvisamente vidi i miei amici o credo accanto a me è gli amici di Canzy accanto a lei. < ora smettetela, tutti in punizione. Tutti! Seguitemi> urlò il preside. Lo seguimmo e ci portò in un'aula. < qui fino alle 4 >. Tenni la faccia da cazzo fino alle 4. Infondo era vero nessuno era venuto ad aiutarmi, se tenevano a me perché non mi avevano aiutato o protetto. Jack si alzò, si avvicinò a me e si sedette vicino a me, mi dava sui nervi. Decisi di alzarmi e andarmene, ma il professore mi bloccò. Gli indicai l'orologio e me ne andai. < siete stati fortunati rischiavate la sospensione o anche peggio l'espulsione. Che non succeda mai più. Ora andate> disse il professore. Jack mi seguì, lo ignoravo continuava a chiedermi scusa ma non lo ascoltavo, cercava di spiegarmi ma non mi importava. Mi prese per il braccio e mi disse < ascoltami quando ti parlo e guardami negli occhi> < non provare a darmi ordini. Sei stato tu a trasformarmi e se non mi proteggi o mi aiuti quando ne ho bisogno allora scansati e vai a pensare a te e ai tuoi amici di merda con me hai chiuso me la caverò da sola tranquillo> strappai via il mio braccio dalla sua presa e continuai a camminare mi ritrovai davanti Kevin che chiedeva scusa, mi prese e io cercavo di liberarmi, ma non volevo agitarmi troppo perché avrei perso il controllo, decisi di tirargli uno schiaffo e funzionò, corsi alla macchina e ad aspettarmi invece che i miei bodyguard trovai i miei fratelli e mio cugino. Gli corsi incontro e li abbracciai. I miei fratelli e mio cugino esteticamente assomigliavano a mio padre erano tutti mori tranne uno che era solo un po' più chiaro di capelli, avevano la pelle bianca come la neve e avevano uno gli occhi marroni uno azzurri e uno Verdi. Si chiamano: Alec quello moro con gli occhi verdi, Marcus quello con i capelli più chiari e gli occhi marroni e Nathan quello moro con gli occhi azzurri, Alec e Marcus sono i miei fratello mentre Nathan è mio cugino. < e ora chi sono quelli> sentii che Kevin lo chiese a Jack. E Jack rispose < non lo so ma hanno qualcosa di strano>. ignorai quello che disse Jack, anzi ero curiosa di sapere perché erano qui. < perché siete venuti qui?> chiesi incuriosita. < beh papà è dovuto partire per lavoro e tornerà tra tanto tempo e ecco a licenziato i bodyguard perché non ti hanno difeso e a chiamato noi per prenderci cura di te> mi disse Alec. Era strano c'era qualcosa che non andava, i miei fratelli odiavano mio padre dopo che aveva lasciato mamma e lei era andata in depressione; non era solo per un favore c'era qualcos'altro. < chi sono quelli?> disse Alec incuriosito ( troppo per i miei gusti ) < sono miei amici. Perché che ti interessa?> dissi indispettita. < curiosità. E poi mi preoccupo per te, ho visto che ci litigavi > disse Alec come se avesse la risposta pronta da tanto. < no stavamo parlando... beh è ora di andare, no ragazzi!?> dissi per chiudere il discorso. Ero certa che c'era qualcosa che non andava, vedevo che si tiravano occhiate e che la faccia di Jack era preoccupata. Comunque non volevo pensare a questo volevo solo tornare e chiudermi in camera per riflettere. Entrai in macchina e partimmo.

La figlia della luna 🌑 [sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora