ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 43 ℙ𝕠𝕧. 𝔼𝕧𝕖𝕝𝕪𝕟

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Quando la porta del dirigibile si aprí Evelyn fu immediatamente accecata da dei fulminei lampi di luce bianca, il rumore dei flash delle grandi macchine fotografiche del Polo era soffocato dal brusio generale che circondava la zona di attracco del dirigibile.
Quando la ragazza riuscí finalmente a mettere a fuoco la scena intorno a lei si accorse di quanto era numerosa la folla che li scrutava scendere gli scalini di metallo del mezzo. Un enorme quantità di vestiti sgargianti, masse di capelli biondi, ventagli e livree.
La ragazza riconobbe velocemente i Miraggi e i giornalisti del Nibelungen, con le loro palpebre tatuate e gli abiti colorati. Tra la folla spiccava anche qualche tatuaggio della sua famiglia, ma la cosa che più stupí la ragazza fu la quantità di facce e tatuaggi estranei che vide, e velocemente si rese conto di quanto fossero numerosi ormai i decaduti.
Per ogni gradino che la ragazza, seguita da Jane, Nathaniël, Archibald e Servius, faceva, il brusio di voci aumentava, nonchè le numerose occhiate ostili o curiose che le venivano lanciate di continuo.

<Madama Evelyn! Mandama Janette! Da questa parte!>

<Conte Nathaniël, cosa avete da dire riguardo la vostra improvvisa scomparsa?>

Non appena i giovani misero piede sul suolo di Città-cielo una folla di giornalisti non perse tempo a balzare su di loro come farebbe un predatore non appena avvistata la sua cena. Chiamavano lei, l'amica e Nathaniël, e una folla si era radunata a lanciare occhiate interrogative a Servius, che dal canto suo sembrava sul punto di implodere e seguiva mestamente i passi di Archibald, che invece non veniva nemmeno degnato di uno sguardo.

Evelyn trasse un respiro profondo e mise la sua vecchia maschera, quella diplomatica che era solita usare con gli ospiti di Chiardiluna anni fa e con passo sicuro si fece largo tra la folla di curiosi insieme agli altri.

<Madama Evelyn! Corre voce che ci sia una storia fra il conte Nathaniël e voi. Cosa avete da dire a riguardo?>
Un uomo pallido con un'enorme macchina fotografica in mano le aveva afferrato il polso e le stava praticamente urlando in faccia le sue domande.
La ragazza lanciò uno sguardo alla sua sinistra dove il Miraggio si era avvicinato, accorgendosi del contrattempo.
In un secondo Nathaniël le aveva messo una mano intorno al fianco e la guardava con aria divertita.

<Quest'uomo ti sta infastidendo, Eve?> Chiese Nathaniël, usando non a caso il suo soprannome mentre una raffica di flash per poco non li accecò.
Evelyn rivolse un sorriso enigmatico al giornalista, che intanto le aveva lasciato la mano per afferrare saldamente la massiccia macchina fotografica.

<Quello che c'è tra me e Nathaniël non penso vi riguardi.>
Rispose  prima di afferrare il braccio che le porgeva il Miraggio e farsi strada con disinvoltura fra la calca che si era creata.

<Siamo la coppia del momento.>
Le sussurrò all'orecchio il giovane uomo mentre passavano un gruppetto di donne che bisbigliavano tra di loro da dietro i loro ventagli, squadrando i due con aria di disapprovazione.
Eve gli lanciò uno sguardo esasperato.

<E non è passato neanche un quarto d'ora.>

Quando finalmente raggiunsero gli amici che si erano fatti strada più avanti si accorsero che anche loro stavano avendo il loro gran da fare con paparazzi e giornalisti.
Per lo più la maggior parte circondava Jane, che però sembrava tenere tutti a bada con delle occhiate fulminanti.

La loro avanzata verso l'ascensore principale di Chiardiluna procedette molto a rilento, ma piano piano, la maggior parte della folla sembrò perdere interesse. I giornalisti, scattate le ultime foto, se ne andarono e la maggior parte dei nobili sembrava ora più interessata a parlottare.

Mano a mano che il gruppetto si faceva strada per le vie di Città-cielo con solo qualche valletto al seguito, Evelyn non potè far a meno di farsi prendere dalla nostalgia. Era la stessa città in cui era cresciuta, anche se alcuni piccoli dettagli indicavano chiaramente che le cose erano cambiate da quando lei e l'amica se ne erano andate.
Le illusioni nelle strade scarseggiavano, per le vie passeggiavano molti nobili che la ragazza non aveva mai visto.
"I decaduti" pensò lei, mentre superavano una coppia che le lanciò uno sguardo ostile. Era chiaro serbassero ancora una buona dose di rancore verso i tre clan che li avevano abbandonati, anche se ormai erano passati anni dalla loro reintroduzione a corte.

Viaggio a Babel: Storie di due nobiliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora