38. La musica armoniosa

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Il cuore di t/n vagava lontano, con i sensi di colpa alle stelle per le parole che Ladybug le aveva rivolto, eppure stava filando tutto liscio, era quasi certa che sarebbero diventate amiche e invece è stata cacciata da casa sua con un tale disprezzo dipinto in viso che poteva duolere anche a una persona di pietra. L'indomani si risvegliò con Roojee ancora addormentata sul suo petto, buffo come la sua piccola amica riesca ogni benedetta mattina a dormire ancora. Prima ancora di alzarsi rifletté alle parole che le rivolse ieri sera.

T/n si addormentò con le lacrime in volto, mentre la stanchezza e la leggerezza di quella breve chiacchierata che ebbe con Roojee la trasportò a pensare più positivamente. Rifletté anche sulla teoria di Tikki: i kwami sono esseri paragonabili a Dio. Sono sempre esistiti, tuttavia non hanno mai avuto modo di comunicare con gli umani finché qualcuno inventò una via di mezzo: i miraculous. L'unico effetto collaterale, era che non si sapeva quanto sarebbe resistito il corpo di un kwami. Le forme in cui si presentavano sarebbero sempre state comunque le stesse, tuttavia non ci si aspettava che questa si potesse invecchiare.

Era da tempo che Tikki si sentiva male, anche prima che Rosalía fece la sua apparizione. Nel mondo esistevano più dei kwami che costudiva Marinette, e tra questi c'erano gli spiriti persi, come Roojee che a giudicare dalla sua immaturità e impulsività sembrava essere ancora molto giovane, sebbene Tikki fece un accenno a Plagg, che nonostante l'anziana età aveva un certo caratteraccio pigro e talvolta egoista. 

<< Questo corpo in cui risiedo, è un semi-corpo. Non possiamo essere identificati da oggetti tecnologici, il che nasconde la nostra esistenza, salvo ai nostri portatori. Io ho vissuto secoli e secoli, da quando il mio miraculous è stato creato. Ora penso di indebolirmi perché mi sto scindendo e sto diventando solo spirito >>

Si ricordò che le disse Tikki, prima ancora che Marinette potesse entrare e fraintendere il complesso del discorso. Il problema principale era rivolto solo al mezzo-corpo in cui i kwami si manifestavano ai loro portatori. Erano visibili anche ad altre persone, ma impossibili alla cattura di una fotografia e di qualsiasi fonte tecnologica, così da essere impercettibile agli scienziati e agli studiosi.

<< Probabile che i miei poteri stiano passando a Roojee per il semplice fatto che forse ne dobbiate fare buon uso nel mondo. Tra l'altro nessun kwami ha un potere simile alla creazione se non Roojee. Riesce a creare liane e piante da quel che ho capito, ma la sua specialità sono le rose per l'appunto. Perciò sono contenta che sia tu a ereditare il Lucky Charm >>

Erano le sue ultime parole, prima che dicesse la frase che scatenò la tempesta di emozioni di t/n. Nel ripensarci cominciò a prepararsi, sebbene con amarezza, mangiando un toast con sopra della marmellata di mirtilli, il preferito di suo padre, mentre sorseggiava un caldo tè verde. Gli mancava fare colazione con lui. L'unica cosa che avrebbe voluto veramente in quel momento, era il suo supporto.

Mise Roojee a dormire sulla piccola tasca all'altezza delle spalle che aveva all'interno della sua felpa. La piccola kwami era adagiata sul petto della sua portatrice, in un sonno beato e tranquillo che colse un sorriso a t/n. Uscì con molta calma, essendo veramente molto presto, tuttavia l'energia lenta con cui camminava emanava una certa disperazione e tristezza. Tra l'altro rivedere Marinette in classe che faceva di tutto per ignorarla le fece ulteriormente del male.

Se i loro sguardi si incrociavano, la corvina lo toglieva con un azzardo di offesa e furia, e sovrapponendo il fatto che Adrien non era presente la rattristì di più. Durante l'ora di storia ripensò a quei momenti bizzarri che trascorrevano a prendersi in giro, dandosi anche dei nomignoli provocanti, spesso fastidiosi. Lui la chiamava principessa o mademoiselle, mentre lei lo chiamava principino o principe. Il loro umorismo viaggiava sulla stessa lunghezza d'onda, eppure al pensiero di quanto a disagio si era sentita t/n con Adrien da quando era andata a casa sua, la soccombe.

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