4.

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Quella sera andai a letto con Andrea.

Avrei potuto evitarlo? Sì, probabilmente. Non ero stata del tutto moralmente corretta? Sicuro.

Però, nonostante questo, non me ne pentivo affatto. Forse non avevo fatto una scelta corretta, ma era okay. Avevo la coscienza pulita e finalmente stavo bene, dopo settimane di agonia. Avevo voglia di divertirmi e di svagarmi, non c'era niente di male. Il mio bene veniva prima di qualsiasi altra cosa, e in quel momento Andrea mi faceva stare bene. E poi, Vincenzo era andato avanti, anche io ne avevo il diritto.

A risvegliarmi dai miei pensieri insistenti fu Andrea, che mugugnò, per poi strofinare il naso sulla mia spalla scoperta. 

Probabilmente fu svegliato dai caldi raggi del sole che entravano dalle fessure delle tapparelle, che non avevamo chiuso abbastanza bene.  A differenza sua, però, amavo svegliarmi con la luce del sole in estate, mi dava uno strano senso di pace e tranquillità.

"Ei, sei sveglio?" mormorai, portando una mano tra i suoi capelli corvino.

"Penso proprio di sì." sbuffò, e posò lo sguardo su di me. "Tu da quanto?"

"Più o meno da cinque minuti."

"Ripensamenti su ciò che è successo stanotte?" sussurrò, tenendo sempre lo sguardo fisso sui miei occhioni scuri.

Non avevo ripensamenti, ero solo titubante e non ero sicura di aver fatto la cosa più giusta e corretta. Però, d'altro canto, questa mi sembrava essere la cosa più giusta per me. Quindi dovevo smettere di rimuginarci sopra. 

"No, assolutamente no."

"Capito." sospirò, accennando un dolce sorriso. "Tanto entrambi non vogliamo essere etichettati al momento, no?"

Eravamo entrambi sulla stessa lunghezza d'onda, quindi, sinceramente, non avrei potuto desiderare niente di meglio.

"Esattamente." mormorai, lasciandogli un bacio sulla fronte. "Vado a preparare la colazione." esclamai, fuggendo in cucina.

Io non avevo la testa per iniziare una nuova relazione, tantomeno la voglia o il tempo. Non era giusto mentire a me stessa, amavo ancora con tutto il cuore Vincenzo. Chiunque lo sapeva. Andrea compreso.

Però, avevo il diritto di cercare di stare bene anche senza di lui. Andrea mi faceva stare bene, quindi avrei comunque continuato ad uscire con lui, perché era giusto che io fossi felice. Vincenzo si stava costruendo una vita nuova, senza di me, e l'avrei fatto anche io. 

La resilienza è sempre stato un mio punto forte, avrei saputo come vivere senza di lui. Avrebbe fatto male, ma avevo solo bisogno di un po' di tempo per rialzarmi e tornare come prima. Non volevo, ma dovevo.

La scenata che mi aveva fatto la sera precedente non stava né in cielo né in terra. Era stato lui a lasciarmi per la sua ex. Era stato lui a voler ricominciare con Alessandra. Era stato lui a spezzarmi il cuore, dopo avermi chiesto di trasferirmi da lui. Non poteva poi fare i capricci solo perché avevo deciso di rifarmi una vita, proprio come stava facendo lui.

Non eravamo una coppia tossica quando eravamo fidanzati, non gli avrei permesso di diventare tossico nei miei confronti. A maggior ragione perché neanche stavamo insieme.

"Ma che ti sei persa?" scherzò il moro, abbracciandomi da dietro. "Pensavo ti fossi addormentata sul divano."

"Figurati... è solo che mi piace fare con calma la mattina." ammisi, voltandomi verso di lui. 

Andrea era sempre più bello, ed io davvero non riuscivo a capire come facesse a diventare ogni giorno più attraente. I suoi occhi magnetici era ciò che mi piaceva più di lui. Avevano un non so che di speciale, mi avevano sempre affascinata.

Odi et amo 2 | PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora