Era ciò che ci riusciva meglio.
Urlarci contro, dare di matto e insultare l'altro, proteggendo noi stessi. Un po' come ho sempre affermato. L'odio è un meccanismo di difesa, così come la rabbia. Andare contro gli altri significava sviare l'attenzione, proteggendoci. Facciamo del male all'altro per non pensare al male che proviamo, o per fermare chi ci attacca. Entrambi credevamo fortemente nel detto: "l'attacco è la miglior difesa.".
Lui urlava contro di me, dopo che io avevo toccato il suo punto debole. Era ferito, così cercava di ferire me. Era un dannato circolo vizioso.
L'orgoglio regnava sovrano e nessuno dei due abbassava la guardia in alcun modo, e neanche facevamo un passo indietro. Così, non saremmo arrivati da nessuna parte, ma eravamo entrambi troppo orgogliosi per fare in modo che le cose cambiassero.
"E tu mi ami ancora?" chiese, seguendomi per le scale.
Ma fa sul serio?
"Ha importanza?"
"Per me ne ha."
E cosa gli cambia?!
Sapeva benissimo quanto i miei sentimenti non fossero cambiati. In fondo, erano passate neanche due settimane da quando ci eravamo lasciati. Mi si vedeva in faccia quanto morissi dalla voglia di saltargli addosso. Non c'era bisogno che io rispondessi a quella domanda, la risposta era scontata e palese.
Lo amavo ancora, nonostante tutto.
Il punto è che non mi stavo imponendo di odiarlo, come facevo qualche mese prima. Quel sentimento di rancore e di rabbia era naturale, non riuscivo a reprimerlo in alcun modo. Ero comunque furiosa, mi veniva naturale urlargli contro e sfogarmi, perché, consciamente, sapevo che era lui il motivo del mio dolore. Nonostante tutto, però, era sempre Vincenzo.
Il mio Vincenzo, con il quale amavo svegliarmi la mattina e che mi aveva fatto innamorare di lui nonostante i suoi difetti e nonostante le mille litigate. Lo stesso Vincenzo che voleva vivere e fare una famiglia con me. Lo stesso che mi aveva consolato mille volte quando stavo male e che io, a mia volta, avevo tirato su quando era triste. Quel ragazzo che amavo da impazzire, sebbene mi stesse facendo soffrire come mai prima d'ora.
Quel contrasto interiore mi stava facendo diventare pazza. Amarlo ed odiarlo allo stesso momento. Chi avrebbe mai detto di poterlo fare?
Eppure era così. Quando lo vedevo i bei ricordi facevano a gara con quelli brutti.
Noi due al mare a Napoli, però subito dopo pensavo alla sua faccia non appena vide Alessandra. Le cene con la sua famiglia o con Anna, e poi il momento in cui disse di volerci riprovare con lei, giusto qualche ora prima. Le notti passate a fare l'amore e quella volta in cui litigammo davanti a tutta la discoteca, urlandoci cose orribili. Potevo andare avanti così per tutto il giorno.
La felicità portava dolore. I bei ricordi si trasformavano in quelli brutti. Era tutto collegato. Dovevo solo capire cosa prevalesse sull'altro.
Probabilmente l'odio, in quel momento.
"Stavamo parlando di una convivenza e ci siamo lasciati dopo una settimana perché è tornata la tua ex." sospirai, voltandomi verso di lui, appoggiato al corrimano del secondo piano. "Credo non ne abbia."
"Mi dispiace se ti sto facendo soffrire."
È sul serio dispiaciuto?
"Vì... spero che tu non soffra troppo, quando succederà di nuovo, perché sappiamo entrambi che lo rifarà." mormorai, per poi fare le ultime scale ed uscire dal palazzo.
STAI LEGGENDO
Odi et amo 2 | Paky
FanfictionL'odio è un sentimento più forte dell'amore. Più duraturo, più pervasivo. È più contagioso, più potente. È una reazione primordiale: l'odio serve a difendersi da un pericolo.