2.

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"Andre."

Il moro era in piedi davanti a me, superandomi di svariati centimetri, facendomi rimanere affascinata, per l'ennesima volta, da tutta la sua altezza. Sembrava essere appena uscito dalla piscina, visto il costume che gocciolava ed i capelli bagnati, che lasciavano cadere sul suo corpo, tonico e magro, svariate goccioline d'acqua.

È sempre un bello spettacolo.

"Ciao." mi sorrise, per poi stringermi in un dolce abbraccio. "Sono qui con gli altri, ti ho vista ed ho pensato di venirti a salutare."

Ero contenta di vedere un volto nuovo, ancor di più perché volevo davvero tanto bene ad Andrea. Mi piaceva parlare con lui, ero felice di incontrarlo e di staccare un po' dalle solite facce. Avevo bisogno di qualcosa di nuovo.

"Sì, hai fatto bene." annuii. "Come stai?"

"Bene, tu?"

"Bene."

"Dove stavi andando?" chiese, continuando a sorridermi.

"A prendere qualcosa da mangiare, mi accompagni?" proposi, per poi prendere il portafoglio in mano.

"Sì, con piacere." annuì, portando una mano sulla mia schiena, accarezzandola leggermente, per poi incamminarsi verso il bar. "Ti vedo molto bene."

Non sapevo se Vincenzo gliene avesse parlato o meno, ma, qualche giorno prima, in chiamata, gli avevo accennato cosa stesse succedendo in quartiere e tra di noi. Quelle frasi di circostanza avrebbe potuto evitarsele, anche perché sapeva bene ciò che era successo ed aveva persino visto Alessandra, qualche giorno dopo il suo arrivo. Non c'era il bisogno di dirmi una stronzata del genere. Mi conosceva e mi si vedeva in faccia che non stavo così bene come aveva affermato.

Mangiavo poco e mi allenavo tanto, facendo molto, forse troppo cardio tutti i giorni. Praticamente tiravo avanti solo di nervi. Il caldo opprimente non aiutava per niente ed arrivavo a fine giornata sfinita.

Per quanto affermassi che il mio bene venisse prima di qualsiasi altra cosa, mi riducevo in condizioni pietose quando stavo male. Provavo a seguire quei buoni propositi, ma raramente ci riuscivo. Non potevo nascondere il dolore in alcun modo. Chiunque mi prestasse un po' d'attenzioni non aveva bisogno di tanto sforzo per capire quando non era un bel periodo.

"Mh."

"Scusami, so che non lo sei... lo vedo. Volevo solo essere gentile." continuò, facendomi voltare verso di lui. "Se hai bisogno di me basta che mi chiami, Fede. Lo sai. Per qualunque cosa, ad ogni ora."

Nonostante tutto, Andrea si era sempre comportato come un grande amico. Mi piaceva parlare con lui e confidarmi, ogni volta che ne avevo il bisogno c'era. Poi il fatto che non mi fidassi a pieno era un altro discorso, stessa cosa per il fatto che non mi trovassi in sintonia con lui come con Vincenzo. Era comunque una persona a cui volevo bene.

"Sì, lo so." sospirai. "Bianca?"

"Ci siamo lasciati pochi giorni prima di voi."

Andrea, un po' come tutti i ragazzi del nostro gruppo, non aveva una gran reputazione per quanto riguardava le relazioni con le ragazze. Spesso duravano poco e non erano neanche serie, ma sapevo che quando si impegnava a pieno si vedeva e ci metteva tutto sé stesso per riuscire a farla funzionare.

"Oh, mi dispiace."

"Anche a me dispiace per te."

"Siamo due ragazzi dispiaciuti che si sono appena lasciati." commentai con ironia, accennando un sorriso.

Pensai che non sarebbe stato male passare un po' di tempo con Andrea, magari uscirci insieme o stare con lui mi avrebbe fatta svagare un po'. Volevo cambiare aria e fare qualcosa di nuovo. Fare qualcosa senza Vincenzo e stare in un posto senza di lui. Sapevo che non avrebbe rifiutato.

Odi et amo 2 | PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora