5.

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Mi era sempre piaciuto festeggiare Ferragosto. Non che per me avesse chissà che importanza, ma, cadendo d'estate, era una delle mie festività preferite. Era un'occasione per divertirsi, bere e ballare fino all'alba. 

Avevo passato una settimana intera a girare per l'Italia insieme ad Andrea, i suoi amici ed il suo team lavorativo, tra concerti e serate in discoteca. Devo ammettere che mi ero divertita moltissimo, mi ero rilassata e mi ero persino abbronzata, visto che passavo tutto il giorno nelle piscine dei vari hotel che giravamo.

Eravamo tornati giusto il quindici mattina, e nonostante il ragazzo mi avesse offerto di passare la serata con lui, rifiutai, perché preferivo di gran lunga passare un po' di tempo con i miei amici, che non vedevo da troppo tempo.

Mi sbrigai a lasciare le valigie a casa, per poi correre al bar, dove tutti gli altri ragazzi stavano facendo aperitivo.

"Sono tornata!" esclamai, attirando l'attenzione di letteralmente chiunque. Anche persone che non conoscevo e che erano sedute ai tavolini.

Che entrata ad effetto.

Salutai ed abbracciai tutti, nessuno escluso. Vincenzo ed Alessandra compresi. D'altronde, dovevo essere superiore e mostrare ad entrambi che non portavo rancore. Nonostante tutto, però, il boccone amaro ancora non l'avevo buttato giù. E in fondo, non avevo neanche intenzione di farlo.

"Pensavamo ci fosse Andrea con te." mormorò Paga, per poi farmi spazio vicino a lui sul divanetto.

"Mi ha solo accompagnata a casa." dissi, sfilandomi gli occhiali da sole, appoggiandoli sul tavolino. "Oggi volevo passare la giornata con voi, mi siete mancati in questi giorni."

"Ma ti hanno scambiata all'aeroporto?" 

"È successo qualcosa?" ridacchiò Celoz. "Come mai così dolce?"

"Mi rimangio tutto quello che ho detto!" esclamai, facendo la finta offesa. "Cosa facciamo stasera?"

"Ubriacarci, fino a quando non scorderemo i nostri nomi." mormorò Loris, guardandomi dritta negli occhi. "Sei dei nostri?"

E come potrei mai rifiutare un'offerta del genere?

"Non devi neanche chiederlo."

Non ero mai stata una che esagerava, in queste occasioni. Non ero proprio la ragazza che veniva trovata spiaggiata sui divanetti della discoteca, ad un passo dal coma etilico. Ma quando si parlava di festeggiamenti, beh, io c'ero. E quel giorno avevo molta voglia di festeggiare.

Quel pomeriggio venni a sapere che purtroppo, Alessandra sarebbe tornata a Napoli per un paio di settimane, per motivi familiari. Davvero un gran peccato.

Decisi che quelle due ultime settimane sarebbero state cruciali per il mio futuro con Vincenzo, se ancora ce n'era uno. Io continuavo a sperarci, quindi due settimane sarebbero bastare per capire se c'era ancora qualche speranza per noi, o se era ora di lasciarlo andare. In tal caso, tutto ciò che era successo in quei mesi sarebbe stato un bel ricordo, ma sarebbe rimasto fermo nel passato.

Non avrei fatto nulla che sarebbe andato contro i miei princìpi, né mi sarei comportata in maniera scorretta. Avrei rispettato la mia morale e avrei giocato il più pulito possibile... forse.

Quella sera mi ero davvero superata. Mi sentivo bellissima e molto sicura di me, dopo aver passato le ultime settimane vacillando nell'insicurezza. Indossavo un vestito di un rosso sgargiante e molto attillato -forse troppo, ma non importava- e dei tacchi abbastanza alti.

"Io ho già capito cosa vuoi fare." commentò mio fratello, non dopo avermi squadrata per bene. "Non posso vietartelo, ma non fare stronzate. Mi raccomando, fai la brava ed usa la testa."

Odi et amo 2 | PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora