Un anno dopo...
Era passato già un anno da quella sera di Ferragosto, e moltissime cose sono cambiate nel frattempo.
Come avevo previsto, Vincenzo ed Alessandra si lasciarono giusto qualche settimana dopo, ancor prima che finisse settembre. D'altronde, nessuno avrebbe mai pensato che potessero davvero funzionare, si sapeva già dall'inizio di tutto questo. Tornò di nuovo a Napoli dalla sua famiglia, e nessuno ebbe più contatti con lei. Infatti, chiusero definitivamente i rapporti ed entrambi avevano preso strade diverse.
Con Andrea invece andava bene, stavamo insieme ormai da un bel po' di tempo e le cose andavano alla perfezione. Litigavamo di rado, mi portava rispetto e mi trattava come una principessa, ma soprattutto ero veramente felice e spensierata da quando stavamo insieme. Conoscendolo meglio e stando tanto tempo con lui, mi resi conto che avevo ragione: ci eravamo solo incontrati al momento sbagliato, ma per fortuna ci eravamo ritrovati. Ero più che convinta che fosse la persona giusta per me.
Per quanto riguarda mia madre, divorziò definitivamente con non pochi problemi e ripensamenti, ma potevo capire la sua difficoltà nel farlo. Decise di trasferirsi a Milano, ovviamente in centro, e trovò anche un lavoro che la soddisfacesse. I rapporti con lei erano decisamente migliorati, ed avevamo iniziato ad andare persino più d'accordo.
Io avevo continuato a lavorare per un po' al bar con Tonino, e una volta guadagnati abbastanza soldi presi in affitto una casa nello stesso palazzo di mio padre, per star vicino alla mia famiglia di sangue, ma anche alla mia nuova famiglia Glory, a cui dovevo tanto. Ormai ero parte del gruppo e volevo veramente bene a tutti, mi piaceva stare lì con loro. Per il momento non avevo alcuna intenzione di andare da nessuna parte.
Decisi comunque che non mi bastava lavorare in quel bar, e lasciai il lavoro, per poi iniziare a studiare all'università, seguendo un corso di laurea in Fashion Design. Avevo voglia di realizzarmi sotto un punto di vista personale, e non solo lavorativo.
Ultimamente i ragazzi del quartiere stavano costantemente in studio, in quanto stavano preparando l'album di Vincenzo, che in teoria sarebbe dovuto uscire dopo un bel po' di mesi. Il progetto era davvero splendido, e un po' tutti eravamo sicuri che sarebbe stato l'album della svolta, in parte lo speravamo per lui e per la nostra famiglia.
Nonostante tutto, volevo molto bene a Vincenzo. Mi aveva fatto crescere molto nel periodo in cui stavamo insieme, avevamo fatto varie esperienze e non aveva senso odiarlo, non avrei mai potuto. Non gli auguravo altro che cose belle, e tanta felicità.
Mi resi conto che per quanto puoi amare una persona, non puoi passare oltre te stesso, facendo finta che le cose vadano bene, o che tu possa accettarle. Ciò che aveva fatto per me era imperdonabile, e non potevo sicuramente ricominciare da capo con una persona che non poteva darmi quella sicurezza, che è necessaria in una relazione.
Il fatto che avesse vacillato, mettendo in discussione tutto ciò che avevamo creato in vari mesi, per me non era accettabile. Non riuscivo in alcun modo a passare sopra ciò che era successo.
Essendo venerdì, sarei andata da Andrea per un paio di giorni, come facevo ormai tutti i fine settimana, ma decisi comunque di fare un salto dagli altri ragazzi, che come al solito stavano in studio a registrare, per salutarli.
Stranamente, però, quella volta non c'era nessuno, solo Vincenzo, che stava da solo.
"Come mai solo?" chiesi, per poi mettermi seduta sul divanetto.
Mi resi conto che in realtà quella fosse la prima volta che stavamo da soli, dopo il nostro ultimo confronto, risalente all'estate precedente.
"Gli altri stavano prendendo da mangiare in pizzeria, sono rimasto qui a scrivere, mi sentivo troppo ispirato per smettere." mormorò, per poi mettersi vicino a me ed accennare il suo solito sorriso furbo. "Stai andando da lui immagino?"

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Odi et amo 2 | Paky
Hayran KurguL'odio è un sentimento più forte dell'amore. Più duraturo, più pervasivo. È più contagioso, più potente. È una reazione primordiale: l'odio serve a difendersi da un pericolo.