Il giovane si affacciò davanti alla finestra e davanti lui si potevano notare vari palazzi senza facciata o con dei piani che erano ormai ceduti, rendendo bianco l'asfalto con la propria polvere dei frantumi. Il cielo era rosso ed era ricoperto da alcune leggere poveri che davano fastidio alla vista del ragazzo che stava memorizzando l'intero paesaggio davanti ai suoi occhi.
Non c'era un anima viva per strada ma solamente edifici demoliti, strade rovinate con enormi fori su di esse e alberi spogli che ancora ardevano dall'attacco della sera precedente. L'aria era irrespirabile e soffocante.L'anno era il 2080 e non erano presenti le automobili volanti che tutti quanti si aspettavamo ma solamente strade isolate e ricoperte di cenere, bianco dei muri e cartongesso e delle balle di fieno che rotolavano giù per la strada che ardeva.
Sentiva il proprio corpo surriscaldarsi e dalla propria fronte stava calando giù delle goccioline di sudore. Si stava muovendo da un lato del letto all'altro senza darsi pace mentre teneva stretto il lenzuolo tra le proprie mani e poi, posò il capo dentro il lenzuolo, rilasciando un urlo di dolore.
<<DONG-MIN! >> disse il ragazzo mentre sighiozzava.
Hoseok si alzò di scatto dal proprio letto e corse verso la camera accanto nella quale si trovava il proprio dongsaeng, Jungkook.
Si sedette sul bordo del proprio letto e cercò di muovergli dolcemente il braccio, senza procurargli un grande colpo in quanto era in stato di sonnabulismo o d'estati da incubo e non voleva procurargli un attacco di cuore.Nella mente del dongsaeng...
Il fuoco ardeva e tutto si stava trasformando in cenere compreso la palazzina dove lui era cresciuto sin dalla giovane età. Poté udire dalla finestra del quinto piano una voce infantile urlare mentre era in cerca d'aiuto. Jungkook si strappò una parte della maglia e poi, la bagnó posando quel pezzo di stoffa davanti al naso e alla bocca facendosi coraggio e corredo su per le scale alla ricerca di quella voce. L'intera palazzina era ormai stata presa in possesso da quella nube grigia che la soffocava senza pietà. Il ragazzo si inginocchiò, camminando con la schiena bassa cercando di non respirare quell'aria maligna recandosi verso il quinto piano per poi trovarsi davanti ad una voce familiare...
...quella del fratellino minore di solamente sette anni che aveva graffiato la porta fino ad incidere dei graffi e consumarsi le unghie dalle quali erano uscite delle goccioline di sangue. Gli occhi del fanciullo si fecero lucidi e gridò più forte che poté il nome del fratellino, dando un calcio contro la porta che cadde al momento per poi trovarsi un'alta scia di fuoco davanti a sé.
<<DONG-MIN!!! >> disse, mentre una lacrima li stava solcando giù, lungo il lato del viso.
<<J-j-jung-->> disse, con un filo di voce.
Il maggiore si guardò intorno alla ricerca del fratello ma lo trovò steso a terra avvolto dalle fiamme che lo mangiarono vivo.Jungkook fu riportato alla presente dalla voce preoccupata di Hoseok, che lo stava scuotendo da un braccio. Aprì gli occhi e vedendo la faccia comprensiva dell'amico, scoppiò in un pianto straziante. L'altro lo consolò abbracciandolo.
<< Su, non preoccuparti. E' tutto finito, adesso ci sono io. >>
Così quella mattina, come molte altre in quegli anni, l'avevano passata così tra lacrime e parole di consolazione.
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District SEVEN.
FantasyCi sono modi e modi di vivere la fine del mondo, ma spesso la fine del mondo non è mai la fine del mondo. Crediti per gli edit: Noi. 😁😉