Di nuovo a svegliarlo dal suo orribile sonno fu quello stupido cigolio, erano già tre notti che passava in bianco ad osservare ogni singola trave per evitare di ritrovarsela poi in testa la mattina seguente.
Ormai, troppo lontano dal mondo di Orfeo, per poter soltanto pensare di riprovare a riaddormentarsi, si alzò. Yoongi dormiva proprio accanto lui, e sembra così innocente in quelle condizioni, ma che ci potevano fare? Non mangiavano da giorni, e anche l'acqua cominciava a scarseggiare, per non parlare dell'igiene e della salute.
Con l'umore ormai rovinato, decise di fare due passi, anche se sapeva quanto fosse pericoloso, infatti portò con se la loro unica e rubata mitraglietta silenziata.
Aprì la porta e si ritrovò, a casa...
Era proprio casa sua, la sua camera, il suo letto a una piazza e mezza, i suoi trofei di danza sugli scaffali... Come era possibile?
<< Jimin! >>
Si girò e davanti si ritrovò uno dei suoi ex amici, Namjoon.
<< N-Namjoon? >>
<< In carne e ossa, amico. >>
Quello gli diede un'amichevole pacca sulla spalla, e come sempre gli sorrise, con quelle due sue fossette immancabili.
<< Noi stiamo andando al pub, vieni? >>
Al pub, al pub... Dove tutti gli orrori erano iniziati, dove un giorno per puro caso si era ritrovato a vedere due uomini dover lottare a sangue per la loro vita, nel fango e nella polvere, mentre erano circondati da gente che gli acclamava e incitava.
<< I-io... >>
<< Hey amico, tutto bene? Hai proprio una brutta cera. >>
Si sentì mancare l'aria, era ritornato lì, perché?! Perché il fato dove sempre fare così? Perché doveva prendersi gioco di lui?? Perché doveva usare i suoi sentimenti come fossero cartaccia da buttare via?!
<< Jimin? Senti, vado a chiamare Yongi, aspetta qui. >>
<< Y-Yoongi? Anche lui è q- >>
Non fece in tempo a finire la frase, cadde a terra con lo sguardo fisso nel vuoto e senza riuscire a muovere un singolo muscolo. Ad un certo punto sentì delle mani calde toccargli se spalle per scuoterlo, e una voce famigliare chiamarlo... poi quelle mani diventarono fredde, e quella voce sottile come se si potesse rompere da un momento a l'altro, non stava più fissando il soffitto della sua camera ma il nero assoluto.
<< Jimin! Jimin, svegliati! >>
Aprì di butto gli occhi, raddrizzando la schiena come una molla e si mise seduto appoggiandosi alla parete dietro di lui. Stava sudando moltissimo, aveva il fiato corto e il respiro accelerato.
<< Ma che diavolo è successo? Hai cominciato a parlare, a muoverti, a piangere e non sapevo che cosa ti stesse succedendo. >>
<< U-un sogno, era solo un sogno... >>
<< "Solo" non lo direi, che cosa è successo? >>
<< Niente in realtà, ero di nuovo lì. >>
<< Aish, capita anche a me alcune volte ritornare a casa di notte, non è affatto piacevole. >>
<< Già. >>
<< L'hai vista? >>
<< N-no... >>
<< Meglio, non abbiamo tempo per la nostalgia, dobbiamo sopravvivere a questo lerciume e poi muoverci, dobbiamo cercare
un nuovo posto questo non sarà sicuro per sempre. >><< Si. >>
<
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District SEVEN.
FantasíaCi sono modi e modi di vivere la fine del mondo, ma spesso la fine del mondo non è mai la fine del mondo. Crediti per gli edit: Noi. 😁😉