2.17 L'Erede di Serpeverde

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|25 Novembre 1977|

Sirius: come ti senti oggi Remmy?

Remus sorrise alla preoccupazione del suo ragazzo e, prendendolo per la gola, lo baciò prepotente facendo andare in brodo di giuggiole il corvino

Remus: sto bene Sir, un po' irascibile e probabilmente più possessivo del solito ma sto bene

Sirius: non mi dispiace il tuo lato possessivo

Remus ghignò con una lussuria negli occhi che Sirius vedeva solo nei giorni più vicini alla luna piena

Sirius: e neanche questo sguardo mi dispiace

Il mannaro si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò un "lo so" prima di mordergli il lobo e uscire dalla stanza lasciando Sirius immobile

Poi dal corridoio gridò: muoviti Sirius che facciamo tardi a colazione e io ho una fame da lupo

Il corvino lo seguì scoppiando a ridere per la battuta, altra caratteristica di Remus pre-luna era la grandissima autoironia sulla sua condizione che di solito non avrebbe mai fatto

In breve, Sirius amava il Remus pre-luna ancora di più di quanto amasse il solito Remus

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Remus: aspettiamo Harry e Ginny? Avevano detto che sarebbero venuti

Giusto in quel momento il solito pop che accompagnava i ragazzi dal futuro si fece sentire

Ginny: siamo arrivati

Harry: ciao ragazzi!

Sirius: giusto in tempo, siamo un po' di corsa e Remus voleva iniziare senza di voi

Remus: hey! Non è vero! Chiedevo solo se dovessimo necessariamente aspettarvi, tutto qui

I due ragazzi appena arrivati risero

Harry: dai su, ora siamo qui, possiamo leggere

Remus aprì il libro: ah che bello, finalmente

E tra le risate degli altri cominciò a leggere

CAPITOLO 17

L'erede di Serpeverde

Si ritrovò nell'ingresso di una sala molto lunga, debolmente illuminata. Pilastri di pietra torreggianti, formati da altri serpenti avvinghiati, si levavano fino al soffitto, perdendosi nel buio e gettando lunghe ombre nere nella strana oscurità verdastra che avvolgeva il luogo.
Col cuore che gli batteva forte, Harry rimase in ascolto nel silenzio gelido. Forse il Basilisco era appiattato nell'oscurità, dietro un pilastro? E Ginny dov'era?

Tirò fuori la bacchetta magica e cominciò ad avanzare fra le colonne sinuose. L'eco dei suoi passi circospetti rimbalzava sulle pareti nere. Harry teneva gli occhi semichiusi, pronto a serrarli del tutto alla prima avvisaglia di movimento. Gli pareva che le orbite vuote dei serpenti di pietra lo seguissero. Più di una volta, con una stretta allo stomaco, credette di vedere qualcosa muoversi nell'ombra.

Poi, giunto all'ultima coppia di colonne torreggianti contro la parete di fondo, si ritrovò davanti una statua alta fino al soffitto.
Dovette piegare indietro il collo per riuscire a intravedere il volto gigantesco che lo sovrastava: era il volto antico e scimmiesco di un vecchio mago, con una lunga barba rada che gli arrivava quasi fino all'orlo della veste scolpita, lunga fino a terra, e due enormi piedi grigi che poggiavano sul pavimento levigato della stanza. Tra i piedi, giaceva bocconi una figurina vestita di nero dai capelli rosso fiamma.

𝑻𝒉𝒆 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒚 𝒐𝒇 ~ 𝑳𝒂 𝑪𝒂𝒎𝒆𝒓𝒂 𝑫𝒆𝒊 𝑺𝒆𝒈𝒓𝒆𝒕𝒊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora