2- Viaggio D'affari

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"Tu non puoi capire!" Nate girava pigramente la sua cioccolata calda mentre Linda non smetteva di urlare come un aquila.
"Linda, ti prego, mi farai esplodere le orecchie se continui di questo passo."

La ragazza scattò verso di lui e gli afferrò le spalle scuotendolo con forza. "No! Tu non capisci! Tu non ascolti!"
Il ragazzo la allontanano' e abbassando lo sguardo sul tavolo poté notare, non senza una buona dose di irritazione, che buona parte della panna era fuoriuscita dalla tazza.
Grugnendo riprese la bomboletta spray e si riempì nuovamente il bicchiere.

"Senti, non ci vedo nulla di male. Come tu stessa hai detto è una donna bellissima, non capisco perché dovresti farti tutti questi problemi."
"Non è quello il problema! Io non capisco perché si è comportata così. No, cioè, sì lo capisco. Però lei è una dipendente di mio padre. Non credo che lui..."

Nate fermò il suo sproloquio. "Seriamente? Non mettere in mezzo tuo padre. Lo sai che non avrebbe nulla da ridire. Come non avrebbe nulla da ridire sul fatto che esci con una donna."
Linda fece roteare gli occhi. Più volte il ragazzo gli aveva consigliato di confidarsi con il padre.

"Forse... Forse hai ragione tu." Il ragazzo annuì accarezzandole il braccio con dolcezza. "Sì, tesoro. È ora di affrontare questa tua paura."
La ragazza gli prese il viso dandogli un bacio sulla guancia e lo abbracciò con tutta la forza che aveva.
Prima o poi avrebbe dovuto affrontare il padre.

~~~

Okay, ce la posso fare! Si ripeteva come un mantra la ragazza.
Non appena arrivata davanti alla porta in mogano dell'ufficio del padre fece un profondo respiro.
Si fece coraggio e bussò.
"Avanti." Rispose la voce attutita del padre.

Non sapeva perché ma, quella mattina, il padre la aveva chiamata e gli aveva chiesto di presentarsi nel suo ufficio.
Era terrorizzata. Cosa poteva volere il padre? Raramente gli chiedeva di passare in ufficio e spesso per una bella ramanzina.

Non appena fu all'interno della stanza si bloccò.
Suo padre sedeva alla sua scrivania mentre il suo peggior incubo gli sedeva elegantemente davanti.
Amanda gli sorrise serafica.
Non ci poteva credere! Gli aveva detto tutto? La donna gli aveva davvero rivelato ciò che aveva scoperto?

"Papà, io volevo dirtelo! Io..." Disse in preda alla paura.
Il padre la fissò confuso. "Ha combinato qualche altro casino?" La ragazza scosse la testa.
"Bene. Ti ho chiamata perché Amanda mi ha riferito che ieri sera avete parlato a lungo. E ti ritiene adatta per accompagnarla nel suo prossimo viaggio."

La ragazza non apri' bocca, confusa dalle parole dell'uomo. A quel punto la stessa donna si intromise nel discorso.
"Sì, signore. Credo che sua figlia possa darmi una mano, soprattutto con la documentazione dei contratti. In più, conoscendo le sue spiccate capacità credo che possa essere un eccellente partner lavorativo."

Linda spostò la sua attenzione su di lei. Le labbra sottili erano piegate un un sorrisetto sadico ed i suoi occhi non la perdevano un attimo di vista.

"Ma papà, lo sai che non sono un'ottima conversatrice. Non sono per niente la persona adatta."
"Tranquilla. Amanda farà buona parte del lavoro però voglio che tu la segua e comprenda il grande lavoro che c'è dietro."
La ragazza annuì, consapevole che il padre non avrebbe accettato un no.

"Bene. Il vostro aereo parte alle 15.00. Andate a preparare le vostre valigie."
Le due uscirono dall'ufficio dell'uomo. Non appena la porta si chiuse alle loro spalle Linda afferrò il braccio di Amanda e la spinse con forza contro il muro.

"Cosa accidenti hai in mente, eh? Chi ti credi di essere?" Stava cercando di trattenersi dall'urlare in mezzo al corridoio.
Amanda la fissò e, senza che potesse rendersene conto, le afferrò il mento e la spinse a sua volta contro la parete.

"Non farlo mai più!" La voce roca gli fece venire i brividi. Gli occhi della donna erano cupi ed arrabbiati come un mare in tempesta.
"Ora, ragazzina, tu vai a prepararti. Ci troviamo in aeroporto mezz'ora prima della partenza. Non accetto ritardi." Linda senza neanche rendersi conto annuiva ad ogni parola. "Saliremo sull'aereo prima, il viaggio è lungo quindi ci sistemeremo per la notte. Quando saremo sole parleremo di un bel po di cosette."

Detto questo gli lasciò il mento allontanandosi.
Linda si portò una mano al cuore, che sembrava starle per uscire dal petto. Affannata strizzo' gli occhi.
Lentamente si portò una mano tra le gambe, stringendo il cavallo dei suoi jeans attillati. Gli sembrava di andare a fuoco. Poteva percepire la sua intimità umida di eccitazione e desiderio. Un brivido le corse sulla schiena, facendole venire la pelle d'oca.

Gli sembrava ancora di poter sentire la voce ruda e perentoria della donna vibrargli attraverso le ossa.
"Sono nei guai." Mormorò scivolando contro il muro e prendendosi la testa tra le mani.

🌸Note dell'autrice
Bentornati. Questa volta il capitolo è un po più corto ma spero vi piaccia comunque.
Alla prossima.
Redmiko94 🌸

My Sweet Sugar Girl - Side Story Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora