3- Il Ballo

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Linda sbuffo' infastidita sotto lo sguardo di fuoco di Amanda.
Le due erano arrivate in aeroporto quasi contemporaneamente. Linda aveva abilmente ignorato la donna che non smetteva di fissarla.

Dopo quello che era successo quel mattino aveva immediatamente chiamato Nate e gli aveva raccontato tutto. Il ragazzo aveva riso di gusto notando il suo palese nervosismo.
-Finalmente qualcuno che riesce a farti stare zitta!- Aveva detto il maledetto e lei, con l'eleganza e l'educazione che la contraddistinguevano, lo aveva mandato al diavolo e gli aveva sbattuto il telefono in faccia.

"Stronzo." Mormorò.
Amanda alzò lo sguardo dal suo portatile sollevando un sopracciglio. "Hai detto qualcosa."
"N-no."
"Bene. Concentrati." Poco dopo la donna tornò al suo lavoro.

Linda si piegò sui fogli che la donna gli aveva consegnato poco prima. Quello che aveva davanti era il contratto finale che il signor Hong avrebbe dovuto firmare.

"Hai notato qualche errore nella stesura?" Gli chiese Amanda, facendola sobbalzare sul sedile morbido.
Linda annuì sotto lo sguardo penetrante della donna.
"Qui ci sono vari punti non chiari. Ti consiglio di parlarne prima con l'avvocato." Pigolo'.

Amanda prese i fogli, concentrandosi sul punto evidenziato. "Hai ragione." Gli concesse.
Linda sorrise, felice che i suoi studi potessero finalmente essere d'aiuto.
Amanda si concentrò nuovamente su di lei e gli allungò i fogli.
"Sapevo che saresti stata d'aiuto. Continua. Se noti altri punti che secondo te sono da sistemare o rifare completamente, segnali."

"Okay." Rispose accondiscendente.
Amanda fisso la ragazza a lungo. Era concentrata sulle pagine, dove sottolineava e scriveva continuamente.
La sera prima si era informata meglio sulla ragazza, cercando più informazioni possibili.
Nonostante fosse figlia di un uomo ricco e prestigioso non si era mai comportata da snob e non era una ragazza viziata.
Quando il suo migliore amico era stato aggredito e picchiato a sangue dal padre aveva deciso di abbandonare la scuola d'arte e si era iscritta a legge, con l'obbiettivo di diventare un eccellente avvocato, proprio come quello che aveva difeso Nathan.

Nonostante le difficoltà la ragazza si era sempre impegnata ed aveva studiato con dedizione, ottenendo sempre il massimo dei voti.
Cercando di studiare ogni minuto possibile, aveva passato tutti gli esami fatti, grazie anche all'aiuto dell'amico.

Il suo carattere però ero molto ribelle. Detestava le feste del padre, beh detestava tutte le feste, e non amava apparire in pubblico.
Non sopportava i bulli e, una volta, era perfino finita alle mani con una ragazza che prendeva in giro Nate.

Si vestiva sempre i mariera abbastanza eccentrica. Il suo gusto nel vestire a dir poco orrendo, per niente elegante o fine. Spesso la ragazza si infilava le prime cose che trovava.
Abbassò lo sguardo sui suoi vestiti. Indossava una canottiera rosa pallido coperta da una camicia in flanella a quadretti nera e rossa. I jeans scuri e attillati erano strappati in vari punti, da cui si potevano notare dei tatuaggi spuntare.
Amanda si lecco le labbra senza allontanare lo sguardo dalle cosce della ragazza. Avrebbe seguito con la lingua ogni linea d'inchiostro che copriva quel corpo di porcellana.

Non poteva smettere di desiderare quella ragazzina. Dal momento in cui, la sera prima l'aveva davvero guardata, la ragazza non aveva abbandonato i suoi pensieri.
Sapeva che le due avevano quasi otto anni di differenza e che suo padre era il suo titolare ma non poteva farci niente.

Adorava vedere quegli occhi luminosi diventare lucidi di eccitazione. Vedere le sue papille dilatarsi e il respiro diventare affannato.
Quel pomeriggio sapeva di aver esagerato ma voleva essere sicura che la ragazza fosse davvero interessata ed a quanto pare ci aveva visto giusto.

Rimaneva solo più un punto, un segreto che aveva paura di rivelarle.

"Ti senti bene?" Linda richiamò la donna, che con occhi vacui la fissava.
"Sì, tutto bene." Menti'.
La ragazza percepi' la bugia ma rimase comunque in silenzio.

Amanda guardò l'ora e decise di finirla per quella sera.
"Basta così per oggi. Domani, a mente lucida e riposata, riprenderemo." E si diresse verso la zona notte. Linda la segui'.

Dopo essersi tolte le giacche si buttarono sui "letti", ovvero dei sedili più larghi e spaziosi che si abbassavano fino a diventare quasi un lettino. Linda sistemò lo scomodissimo cuscino e si coprì con la coperta.

"Davvero pensi che possa esserti d'aiuto?" Amanda la fissò sorpresa.
"Sì. Ho visto i tuoi voti e le tue prove d'esame. Sei molto brava."
La ragazza sorrise felice mentre il sonno prendeva il sopravvento.

Amanda si avvicinò, scostando una ciocca di capelli pece dal viso roseo.
Con dita sottili percorse la forma del mento e delle labbra della giovane. Chinandosi gli diede un bacio sulla fronte e gli auguro' la buona notte.

~~~

Linda non smetteva di guardare fuori dalla finestra del loro hotel. I grattacieli si stagliavano contro il cielo azzurro e privo di nuvole.

"Wow. È bellissimo." Amanda fece un verso infastidito che attirò la sua attenzione.
"Sì, è bello quando vieni qui per pochi giorni o in vacanza. Ti assicuro che il loro ritmo lavorativo è da folli."
La ragazza era sorpresa.
"Ho vissuto e lavorato qua per quasi due anni. Ti posso assicurare che non tutto è così meraviglioso come sembra."

"Umm..." Mugolo' Linda allontanandosi dalla finestra.
"La suit è divisa in due. Ognuno ha la sua stanza ed il suo bagno. Solo la cucina ed il salotto sono in comune." Amanda si sbottono' i polsini e li arrotolo' sugli avambracci, sotto gli occhi interessati dell'altra.
"Questa sera siamo invitati dal Signor Hong al suo ballo di beneficenza. Domani concluderemo il contratto e poi potremo tornare a casa."

"Ballo?" Chiese schifata la ragazza.
"Sì, e non possiamo mancare."
Linda alzò le mani arrendendosi.
"Io non ho un vestito da sera." Forse sarebbe riuscita ad evitare quella serata.
"Nessun problema. Il signor Hong, sapendo della tua presenza, ci ha concesso un abito su misura creato dal suo stilista personale."
Poco dopo tiro fuori dal l'involucro in feltro un elegante abito in stile giapponese.

"Dimmi che non sei seria. È uno scherzo, vero? " Gli chiese senza smettere di fissare il vestito.
"No. Tu metterai questo e mi farai da accompagnatrice."
Linda diventò rossa come un pomodoro e lei sorrise.
"Credo che sarai proprio una bellissima compagna." Sibilo'.

~~~

"Ti odio." Mormorò contro la bionda.
"Ti odio davvero."
L'altra ridacchio'. "No, non è vero."

Erano passate poche ore dalla loro entrata nella sala. Il signor Hong gli si era avvicinato, accompagnato dalla moglie, e le aveva fatto mille complimenti.

Amanda, a differenza dell'ultima festa, indossava un pantalone a sigaretta scuro e dei tacchi a spillo neri, una camicia bianca immacolata ed una giacca scura dal taglio femminile.
Linda, al suo fianco, la teneva per il braccio senza mai lasciarla andare.
Il suo vestito rosso riprendeva lo stile dei kimono e la ragazza aveva attirato l'attenzione di molti uomini, che continuavano a ronzargli intorno.
Nonostante il fastidio che quello gli aveva provocato Amanda aveva sempre sorriso cordiale a tutti, cercando di ignorare la rabbia.

Le due si erano poi concesse un ballo che aveva fatto bisbigliare molti dei presenti. Le due donne avevano scatenato molti mormorii, che avevano ignorato.
Avevano continuato a girare l'una tra le braccia dell'altra, senza mai smettere di guardarsi.

"Quanto manca?" Chiese la ragazza a mezzanotte ormai inoltrata, nascondendo uno sbadiglio con la mano.
La donna gli accarezzò un braccio con dolcezza.
"Andiamo. Stai dormendo in piedi ormai." Linda annuì stanca.
Dopo aver salutato il loro ospite le due uscirono dalla sala e tornarono in stanza.

Non appena arrivate Amanda si levò la giacca lanciandola sul divanetto in pelle.
"Allora buonanotte." Mormorò assonnata la più piccola.
Lei gli si avvicinò e sporgendosi si diede un bacio all'angolo della bocca.
"Buonanotte."

Linda rossa come mai scappò nell'altra stanza, chiudendosi all'interno.
La donna vide la sua schiena sparire dietro la porta scura e si buttò sul divano.
Desiderava avvicinarla, ma aveva paura di confidarsi con lei delle sue preferenze. Non sapeva se la giovane avrebbe accettato quella sua tendenza, ma non avrebbe mai iniziato una relazione tenendo l'altra persona all'oscuro.
Non poteva.

My Sweet Sugar Girl - Side Story Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora