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Nate fissava triste l'amica.
Da vari giorni sembrava spaesata, come se girasse per i corridoi dell'università senza una destinazione, senza uno scopo.

E, forse, sapeva anche di chi era la colpa.

Linda era fin troppo buona e lui avrebbe scommesso che il suo umore c'entrava con una donna bionda di loro conoscenza.

Sbuffando nuovamente, osservò la ragazza pacioccare il proprio cibo, senza mai portalo alle labbra. E Nate, strinse le labbra teso. Perdio, non si gioca con la pizza. Va bene tutto, ma la pizza è sacra!

"Adesso basta!" Afferrò il polso della ragazza, trascinandola fuori dal bar e strattonandola verso uno dei suoi negozi preferiti.

"Nate..." Mormorò sorridendo appena. Nate la strinse, cercando di infondergli calore. Le voleva troppo bene per vederla così triste. I ragazzi passeggiavano tra i portici, quando un singulto della sua migliore amica non attirò la sua attenzione.
Seguendo il suo sguardo Nate vide davanti a sé la cotta, perché si lo sapeva che Linda era cotta, della sua migliore amica.
Ma purtroppo quella non era sola.

Con passo lento Amanda si dirigeva verso di loro, al suo fianco, abbarbicata come una scimmia alla liana, una ragazza bionda.

Linda osservò prima la ragazza che, sorridente, stringeva con forza il braccio della più grande. Il fisico snello e slanciato era stretto in un top che faceva intravedere il seno sodo. I pantaloncini stretti che fasciavano le cosce snelle. I tacchi alti che la rendevano ancora più alta.

Poi il suo sguardo passò, inevitabilmente, alla sua sinistra dove Amanda, rigida ed impettita come sempre, la fissava lugubre.
Il fisico alto ed asciutto fasciato da una camicia a maniche corte dal taglio, come sempre, maschile. I pantaloni a sigaretta scuri e le scarpe da ginnastica che, nonostante fossero basse, la portavano ad essere comunque più alta della sua accompagnatrice.
I capelli corti portati all'indietro.

"Ignorale." Mormorò il suo migliore amico. E così fece. Fece un lungo respiro, ed oltrepassò le due a testa alta.
Nonostante tutto, non le avrebbe permesso di ferirla ulteriormente. E così, sotto lo sguardo confuso della bionda che fissava una Amanda altrettanto arrabbiata, le oltrepassò ignorando lo sguardo di ghiaccio che le fece saltare un battito.

Amanda invece si fermo' fissando la mocciosa che si allontanava sempre più.
"Che succede?" Una voce stridula la fece sobbalzare.
"Niente tesoro, andiamo a casa." E la bionda sorrise raggiante sapendo cosa significava, ancheggiando verso l'uscita ed ignorando che gli occhi chiari della sua accompagnatrice erano di nuovo concentrati su una ragazza.
Ragazza dai lunghi capelli neri che si stava allontanando da lì.

"È solo una stronza. Non pensarci più!" Linda sorrise mesta, mentre ignorava il desiderio impellente di girarsi.
"Sì, hai ragione."

~

"No!" Gracchiò Linda sotto lo sguardo annoiato del padre.
"Sì, invece. Dovrai esserci, ci sono tutti i dirigenti delle più grandi aziende della città, accompagnati dalle loro famiglie."
Linda si afferrò i capelli con rabbia consapevole di non poter fuggire.

Alle 21.00 giuste, lei e suo padre oltrepassarono le grandi porte.
Una dolce musica risuonava, rendendo più piacevole l'ambiente. La sala era piena di persone più o meno importanti, che chiacchieravano animatamente.
Non era un evento galante, quindi il tutto era decisamente molto sobrio nonostante l'eleganza che contraddistingueva sempre l'alta società.
La grande sala era addobbata in maniera sobria, i tavoli del buffet colmi di prelibatezze.

"Joshua, buonasera." E Linda fremette, mentre quella voce roca le si depositava addosso, come una seconda pelle.
L'uomo scrutò Amanda sorpreso. Se non ricordava male la giovane aveva fermamente rifiutato il suo invito.

Sovrappensiero abbassò lo sguardo sulla sua accompagnatrice. Al suo fianco una giovane e carina ragazza bionda salutò ammiccante l'uomo.
"Amanda, buonasera. Che sorpresa vederti..." E cercò di soppesare le proprie parole dopo aver lanciato uno sguardo alla figlia che, a testa bassa, non proferiva parola. "...in dolce compagnia. Piacere cara."

La bionda ridacchiò, allungando la mano sottile ed afferrando quella dell'uomo. "Piacere mio." Mormorò civettuola.
Amanda invece socchiuse gli occhi, senza mai smettere di fissare la giovane davanti a sé.

Fasciata in un anonimo completo scuro, la ragazza non accennava ad alzare lo sguardo. Infastidita Amanda decise di andarsene, non dopo aver notato lo sguardo arrabbiato della sua accompagnatrice e quello confuso del suo capo.

Joshua rimase a lungo a fissare le due donne per poi abbassare lo sguardo alla figlia. Gli occhi verdi erano lucidi e le guance bianche come un cencio.
Non poteva vedere la sua bimba in quello stato, così le circondò le spalle con un braccio portandola contro i suoi fianco, e stringendola forte.

"Lo so, amore. Passerà." Mormorò fissando le due donne che si allontanavano e cercando di ignorare il singhiozzo che la sua bambina non era riuscita a trattenere.

~

Era ormai quasi mezzanotte e finalmente gli ospiti iniziavano a disperdersi.
Linda raggiunse uno dei molti bagni al secondo piano. Aveva bisogno di rinfrescarsi il viso ma appena cercò di chiudere la porta dietro di sé una mano la blocco.
La ragazza sobbalzò vedendo Amanda entrare nel bagno e chiudere a chiave la porta, senza mai smettere di fissarla.

"Vattene!" Disse spaventata sotto lo sguardo rapace dell'altra.
Amanda l'afferrò con forza spingendola contro il muro e stringendole il viso con forza, per impedirle di guardare altrove.

"Lasciami!" Le lacrime ormai sul punto di cadere.
Amanda fissò quel viso arrossato e, ormai preda dei suoi istinti, le spostò il viso con forza digrignando i denti per poi stringerli su quella pelle chiara. Morse con forza il collo della più piccola ignorando le urla di dolore che uscivano dalle sue labbra. Strinse più forte, sorridendo contro la sua pelle, e portando una mano sotto la sua gonna.

Linda spalancò le labbra in un grido muto quando le dita tra le sue cosce non iniziarono a muoversi con forza, scavando dentro di lei, unendo dolore e piacere.
Amanda si staccò dal suo collo grugnendo al suo orecchio parole talmente sconce da farle girare la testa, mentre la dita continuavano a scavare dentro di lei.

"Dillo che ti piace! Non troverai mai nessuno migliore di me!" Urlava la più grande contro il suo orecchio. Le afferrò poi le cosce aprendole sempre più ed alzando la gonna fino ai fianchi e si inginocchiò davanti lei.
Linda singhiozzo' quando sotto ai suoi occhi la donna non iniziò ad assaggiarla. Gemette con forza afferrando i corti capelli biondi e spingendosi contro il suo viso.
Linda non aveva mai provato un piacere del genere. La donna non smetteva di darle piacere, la lingua che tracciava la sua intimità per poi soffermarsi sul quel bottoncino duro. Nel frattempo le dita non smettevano di pompare dentro al suo corpo.

Linda ormai ebbra di piacere non ragionava su ciò che faceva. Sapeva di star facendo una cazzata colossale.
Una parte di se desiderava fuggire da quel bagno, mentre l'altra desiderava quelle mani che la stringevano con forza.

Raccimolando quel briciolo di sanità rimasta abbassò lo sguardo sulla bionda e, non appena vide il viso arrossato tra le sue gambe, venne con un gemito lento.

Amanda la scrutò a lungo. Il respiro pesante, il viso rosso di vergogna, il petto che si muoveva veloce cercando di riprende aria.
Le afferrò i capelli scuri e se la spinse contro, baciandola rude.
Gemette sulle sue labbra, maledicendola. Odiava quella stupida ragazzina. Odiava non riuscire a trattenersi con lei. Odiava desiderarla!

Inconsapevoli del mondo che le circondava, alla fine le due ansimarono l'una sulle labbra dell'altra.

Amanda la spinse via con fastidio. Si sistemò l'abito e infilò le mani sotto l'acqua, il tutto senza mai smettere di grugnire. Si girò consapevole della mocciosa che la guardava e senza degnarla di una parola aprì la porta uscendo da quel bagno pregno dei loro odori uniti. Uscì ignorando le lacrime che scendevano sulle guance della ragazza abbandonata in maniera scomposta sul pavimento freddo.

Basta. Avrebbe smesso di cercarla. Di desiderarla. Era solo una mocciosa e come tale l'avrebbe trattata.

My Sweet Sugar Girl - Side Story Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora