6- Gelato al pistacchio e pizza

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"Sei seria?" Chiese Linda guardando con disgusto i vestiti che aveva davanti.
"Mettili. Non fare quella faccia." La riprese Amanda, infastidita dal comportamento infantile dell'altra.

Davanti a sé, poggiati sul letto della camera patronalec'era quello che, secondo la donna, doveva essere un pigiama.
"No. Dimmi che stai scherzando."
Lei gli si avvicinò da dietro circondandola con le braccia.
"Io lo trovo molto sexy." Gli mormorò contro l'orecchio, lasciandogli un bacio umido sul collo.

"Smettila!" La spinse via, cercando di ignorare il brivido di piacere che gli aveva attraversato la schiena.
"Dovrai abituartici. Sarò io a scegliere i tuoi vestiti d'ora in poi."
"Spero tu stia scherzando. No, davvero, dimmi che scherzi!"

Amanda ridacchio' davanti alla sua faccia preoccupata ed iniziò a sbottonarsi la camicetta, il tutto davanti a lei, che ora la fissava a bocca aperta. "No. Il tuo gusto nel vestire è a dir poco osceno. Ovviamente avrai voce in capitolo e non pretendo che tu cambi totalmente. Dopotutto, mi sei piaciuta fin dall'inizio per ciò che sei."
Linda arrossì, ma non appena lei si levo la camicia rimanendo in top si girò immediatamente.

" Ti vergogni?" Le chiese dolce. Al suo fianco lei annuì. "Se vuoi puoi cambiarti in bagno."
"V-va bene." Prese il pigiama e scappò via.
Amanda sorrise felice, contenta di come si stava evolvendo la situazione tra di loro. Sapeva che mancava ancora il grande passo, ovvero mostrarsi davvero a Linda. E questo lo avrebbe fatto presto, portando la ragazza nella Sua stanza.
Non era stupida, sapeva che avrebbe potuto spaventarla, facendola scappare via da sé.

Lentamente si cambiò, restando con uno slip e si tolse il top, infilandosi una canotta leggera.
Persa nei suoi pensieri non notò la figura sull'uscio della porta.
Non appena si rese conto che Linda era lì e che, rossa come non mai, cercava di evitare il suo sguardo. Gli si avvicinò immediatamente.

Era bellissima. Il corpo morbido e formoso era stretto in un pantaloncino rosa chiaro ed il seno prosperoso strizzato in un top aderente bianco. Entrambi erano rifiniti da un intricato pizzo rosato.
I capelli corvini e lisci scendevano morbidi come un velo.

"Vieni." Allungò una mano verso di lei, che prontamente prese.
Le due si infilarono a letto, coprendondosi con le lenzuola sottili.
Amanda si distese e Linda ne approfittò per stringersi contro il suo fianco, la testa poggiata sulla sua spalla.

Amanda portò una mano al suo fianco e glielo accarezzò, mentre lei cercava di reprimere un gemito e rabbrividiva sotto i tocchi delicati della donna.
"Non mi parli di... Beh, di quello."
Amanda scosse la testa. "No, ti mostrerò tutto a tempo debito. Ora, preferisco conoscerti. Conoscere i tuoi hobby, i cibi che preferisci... Insomma, quello che ti piace."

Linda annuì, rilassandosi. Era contenta di sapere che per lei non era una cosa da una botta e via, solo una scopata di una notte.
Era contenta di sapere che voleva conoscerla per davvero.

"Non saprei... Amo il gelato al pistacchio, ma nulla batte la pizza. Vivrei per la pizza!"
Amanda rise, osservandola sbracciarsi come se volesse rendere più chiaro il concetto.
"Odio il lunedì, beh chi non lo odia?"

"Nessuno, ovviamente." Mormorò Amanda sorridente.
"Ecco, nessuno! Umm... Non sono mai riuscita a fare amicizia facilmente, difatti Nathan è il mio unico e migliore amico.
Amo la pittura ed andavo alla scuola d'arte, ma quando lui è stato ferito dal padre ho decido di fare qualcosa di più. Voglio aiutare tutti coloro che vengono maltrattati per ciò che sono."
Amanda la strinse appena, sapeva che quello era un argomento delicato per la ragazza.

"È un ragazzo buono e dolce. Quando papà ha saputo quello che aveva passato lo ha aiutato economicamente. Nonostante gli volessi un bene dell'anima, in quel momento l'ho amato ancora di più."

"E... Che mi dici di tua madre?"
Linda alzò le spalle. Odiava affrontare quel discorso. "Lei è sempre stata una donna fantastica, o perlomeno è quello che ricordo. Ero piccola quando ci ha lasciato, abbiamo sofferto tantissimo, ma papà è quello che ha sofferto di più. L'amava immensamente e dopo la sua morte anche una parte di lui è morta con lei." Amanda vide una lacrima solitaria scendere sulla sua guancia, che gli asciugò con un pollice.

"Lo so, tesoro. So cosa si prova." La ragazza la guardò confusa.
"I miei sono morti in un incidente d'auto quando avevo appena quindici anni." Linda la strinse forte. Sapeva cosa stava provando, come sapeva che nessuna parola avrebbe potuto confortarla, così si limitò a stringerla con forza.

Le due si guardarono a lungo, per poi avvicinarsi. Amanda le sfiorò il viso con dedizione. Lentamente si avvicinarono, fino a far scontrare le loro labbra in un tocco leggero. Le labbra sottili di Amanda sfiorarono quelle morbide e piene di Linda, che gemette quando la sua lingua soffice le sfiorò le labbra, cercando l'accesso alla sua bocca.
Socchiuse le labbra e l'altra finalmente ottenne ciò che desiderava.
Le lingue si sfiorarono, per poi unirsi ed avvolgersi con sempre più passione.
Si separarono poco dopo, per la mancanza d'ossigeno.

Amanda osservò gli occhi lucidi della ragazza. Le guance erano erano imporporate, le labbra rosse come ciliegie erano lucide di saliva.
"Sei così bella." Gli mormorò all'orecchio.
Linda ridacchio'. "Senti chi parla! Quella che sembra una modella ed oggi ha attirato gli sguardi di metà università. "

"Beh, solo perché non hai visto come guardavano il tuo fondo schiena." Disse palpandole il sedere.
"Dai, non è vero."

Amanda lanciò un occhiata all'orologio. "È tardi." Gli diede un bacio a stampo, per poi accoccolarsi a lei.
"Buonanotte, principessa."
"Notte." Disse la ragazza, stringendosi felice a lei.

My Sweet Sugar Girl - Side Story Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora