Sin aveva visto lo sguardo della bambina bruciare contro la pelle del fratello, come se avesse ardentemente desiderato di poterlo perforare con le sclere scure. Nel suo immaginario, sarebbe riuscita a strattonarlo via da sé, farlo cadere a terra e fuggire lontano.Ma fuggire dove?
La madre non l'avrebbe aiutata, non ora che il problema, suo fratello, era stato scaricato a lei. Non poteva andarsene perché, alla fine dei conti, sapeva di non avere un luogo sicuro nel quale rifugiarsi.
Non aveva mai incontrato i suoi nonni, tanto meno gli zii o i cugini. La sua famiglia teneva alle apparenze e chi mai avrebbe voluto mostrare al mondo quanto il proprio nucleo familiare fosse disfunzionale e malato?
Il dio si era piegato su di lei, puntando gli occhi chiari negli abissi di Raven. Come carbone immerso nella nebbia, i loro sguardi s'erano incontrati.
Per un attimo, un veloce e orrendo istante, Sin aveva temuto d'esser stato scoperto. Poi la bambina era tornata a perforare il cranio del fratello, ignorandolo totalmente. Non poteva vederlo, certo che no.
Icarus aveva inclinato la testa di lato, dubbioso su ciò che la bambina avrebbe fatto. Riusciva a sentir scorrere la paura nelle ossa e, man mano che il terrore cresceva nel gracile petto della fanciulla, si sentiva rinato.
Gioire del dolore altrui non era umano, ma nemmeno lui lo era quindi perché preoccuparsi di una simile sciocchezza? Finché il sogno fosse rimasto sotto forma di incubo, lui si sarebbe sentito pieno di energie.
Non si vergognava, con tutta onestà, di ammettere che si, lo star male di Raven lo impietosiva ma che no, non avrebbe posto fine a quel supplizio.
Era troppo poco legato all'umana per permetterle di fargli effetto, e quindi avrebbe continuato ad assorbire tutta quella negatività, guardandola appassire.
Sin si era strofinato l'indice e il medio contro il punto di separazione tra le due sopracciglia, massaggiando lievemente. C'era qualcosa che non andava, e non si riferiva alla relazione che i due bambini avevano.
Era nauseato da ciò che aveva visto, certo, ma era anche vero che aveva assistito a tragedie peggiori. Forse era il triste tormento della giovane donna a impietosirlo o forse, e solo forse, quello scintillio che gli solleticava la gola era legato a qualcos altro.
Avrebbe voluto vomitare in aria mille parole fatte di vapore e condensa, senza significato ma cariche di altro. Il dio aveva bisogno di far spazio nella mente, ma senza parola era difficile.
I pensieri si aggrovigliavano l'uno sopra l'altro, senza lasciar spazio a nuove interpretazioni o frasi. Conversare, alla fine, non era altro che un rigurgito mentale e lui, ahimè, non riusciva proprio a solleticarsi l'ugola con una qualsiasi parola.
Così non andava affatto bene.
Qualcosa stava sfuggendo alla sua ragione, qualcosa che magari era importante o magari no, e questo lo infastidiva. Si era quindi alzato, predominando sia le figure bambinesche che Icarus, e s'era lasciato andare a un profondo grugnito di frustrazione.
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SIN
ParanormalSia la bellissima copertina che il banner sono stati realizzati da @Heroon_S #1 posto nella categoria HORROR, concorso Le Stelle Dell'Angolo ** "La prego, mi aiuti. Il m'a volé mes yeux!" Raven piangeva sangue mentre, presa dal panico, si aggrappava...