[02] Un Dio Senza Lingua

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Raven aveva osservato Grethe paralizzarsi sul proprio posto con gli occhi spalancati e le mani che le tremavano

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Raven aveva osservato Grethe paralizzarsi sul proprio posto con gli occhi spalancati e le mani che le tremavano.

Ah, finalmente era la ragazza a giocare d'attacco!

"Non dovresti pronunciare il suo nome con così tanta leggerezza, jente."

Quello della donna era sembrato un rimprovero mentre marcava sull'ultima parola, come a volerla sgridare.

Ma Raven non era una bambina e pretendeva risposte. Aveva lasciato che la pseudo-strega giocasse con lei, ora era il suo turno.

Non era arrivata fino a lì per esser presa in giro, voleva andarsene con qualcosa di più tra le mani. Nelle due settimane in cui era stata a Flåm, aveva raccolto qualche informazione sullo stile di vita, l'abbigliamento e i lavori maggiormente praticati dalla popolazione.

Nulla, però, di sconcertante.

Il suo capo le stava pagando il soggiorno lì, persino il viaggio era stato coperto dall'azienda, non poteva quindi permettersi di uscirne con un articolo smilzo e noioso.

"Come dovrei chiamarlo, allora?"

Aleksander aveva usato Sin come nome senza preoccuparsene troppo, non capiva dove fosse quindi il problema.

"Puoi chiamarlo mannen uten tunge, l'uomo senza lingua, o den stumme: il muto."

Raven non era certa che avrebbe ricordato il primo appellativo, aveva quindi optato per il secondo.

Doveva assecondare la strega per qualche minuto ancora e poi si sarebbe rifugiata nel suo piccolo appartamento in affitto, vicino al bar di Aleksander e Hilde, per buttar giù una bozza.

Non poteva di certo arrendersi ora.

"Ho sentito dei cittadini usare il suo nome, senza appellativi come den stumme."

Grethe aveva arricciato il naso nell'udire la pronuncia sbagliata della ragazza, senza però far nulla per correggerla.

Ora che Raven la guardava meglio, le sembrava ansiosa. Aveva lo sguardo incollato alla tenda, verso il punto in cui la foresta si apriva, come ad aspettarsi l'arrivo di qualcuno.

Glielo doveva riconoscere: era davvero un'ottima bugiarda.

"Tu non sei di qua," aveva mormorato l'anziana, "non dovresti avvicinarti a cose tanto lontane dalla tua realtà."

Alla ragazza aveva ricordato il discorso dell'uomo che, qualche minuto prima, le aveva indicato la posizione di Grethe.

Non capiva il perché fossero tutti così turbati dalle sue domande. Di certo non aveva chiesto loro di convertirla o di condividere con lei ogni più piccolo segreto della città!

"Perché non ci veniamo incontro? Risponda a qualche mia domanda e poi le giuro che non ficcherò mai più il naso nei suoi affari!"

Raven le aveva mostrato un sorriso dolce, finto, sperando che l'anziana non lo percepisse in quel modo.

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