22: confuso

59 6 0
                                    

Intanto a Storybrook Liam si svegliò per terra, davanti alla cripta di Regina. Si guardò intorno in cerca dei genitori e di tutti gli altri.
"Mamma! Papà!" Urlò con voce rotta, ma non venne risposta. Scoppiò a piangere spaventato, non vedeva assolutamente nessuno. Dopo un po' si alzò e si diresse in città. Alla ricerca di qualcuno. Trovò Archie, che passeggiava per strada con Pongo. "Archie!" Chiamò. Lui si girò verso di lui.
"Ciao piccolo, che ci fai qui tutto solo?" Chiese avvicinandosi.
"Non trovo più mamma, papà, nonno, nonna, Lucy, Neal, Henry..." Archie lo interruppe.
"Chi sono tutte queste persone?" Chiese. Liam lo guardò stranito.
"Come chi sono?" Chiese stranito. "è la mia famiglia..." Disse con le lacrime agli occhi. Archie si mise in ginocchio per stare alla sua altezza.
"Liam... Sai benissimo di essere stato abbandonato da piccolo davanti alla porta dell'orfanotrofio di tua sorella..." Disse con calma.
"Come?" Chiese Liam confuso. Non ci stava capendo più niente, l'unica cosa che voleva un quel momento era un abbraccio da parte dei suoi genitori. Gli occhi gli si riempirono di lacrime, di tristezza e di paura. Aveva capito che questa Fata Nera aveva fatto qualcosa agli abitanti di Storybrook... "Dov'è mia sorella?" Chiese.
"È all'orfanotrofio, sarà preoccupatissima, vieni, ti porto da lei" rispose Archie prendendogli la mano. Lo portò dove Liam sapeva c'era la spiaggia di Storybrook, ma invece della spiaggia trovò un nuovo edificio, che lui non aveva mai visto prima. Era molto imponente e incuteva timore, era tutto nero. Aveva almeno tre piani e in ogni piano c'erano tantissime finestre, una attaccata all'altra, molte con le luci accese... Erano quasi tutte abitate e in ogni camera c'era un bambino. Liam non voleva entrare, non gli piaceva quel posto. Archie lo accompagnò dentro.
"Liam!" Urlò Hope appena lo vide correndogli incontro e prendendolo in braccio. "dov'eri finito?" Chiese.
"Hope!" Esclamò lui abbracciandola. "i-io non riesco più a trovare mamma, papà, nonno, nonna..."
"Di che stai parlando Liam?" chiese Hope confusa.
"Come di che sto parlando?" Chiese Liam spaventato. "mamma e papà!" Esclamò. Hope lo portò in camera loro e lo mise seduto sul letto. La camera era molto piccola, c'era a malapena spazio per i due letti e un comodino in mezzo. Aveva le pareti grigio topo, e per terra la moquette nera molto sporca. Liam si guardò intorno stranito, niente era come doveva essere, quel palazzo strano... Nessuno che si ricordava niente, tornò con lo sguardo sulla sorella e si accorse che lo stava guardando confusa.
"Liam... So che vuoi far finta che non sia vero... Ma i nostri genitori hanno abbandonato prima me... Poi, cinque anni dopo, te... Ti hanno lasciato davanti alla porta dello stesso orfanatrofio mio con una lettera che diceva semplicemente che eri mio fratello e che ti chiamavi Liam..." Disse lentamente. Gli occhi di Liam si riempirono nuovamente di lacrime.
"M-ma... No... Mamma e papà sono capitan uncino e la salvatrice, la figlia di Biancaneve e il principe azzurro" disse. Hope lo guardò compassionevole.
"No, Liam, quelle sono solo favole" disse.
"No! È la verità" esclamò Liam piangendo. Hope lo abbracciò.
"Vorrei tanto che lo fosse, certe volte faccio finta sia vero... Ma non lo è" disse.
"No, no! È vero!" Ribatté Liam.
"Nostro padre non è capitan uncino! E assurdo!". Liam scoppiò a piangere e corse fuori dalla stanza. Non capiva cosa stava succedendo, gli mancavano da morire i suoi genitori e sua sorella non si ricordava di niente. Non sapeva che fare o chi cercare. Si mise a correre tra i corridoi bui dell'orfanotrofio. Vide un sacco di stanzette piccole come quella sua e di Hope. Erano tutte uguali, con le pareti grige e i pavimenti neri. Vide qualche faccia familiare di sfuggita seduti sul letto nelle stanze con le porte aperte, Amir, Chris, Ben, Gerda, Isabel... Anche un paio di suoi amici. Andò a sbattere contro qualcuno, alzò lo sguardo. Era la Fata Nera.
"Fai attenzione a dove vai!" Lo ammonì lei. Lui annuì abbassando lo sguardo. "È ora che voi ragazzini impariate le buone maniere..." Disse tornando fuori qualcosa dalla tasca, Liam non fece in tempo a vedere cos'era, vide solo che lo colpiva in faccia e sentì un dolore lancinante sulla guancia. Urlò e si portò le mani al viso, piangendo dal dolore. "Oh, smettila di frignare. Ormai dovresti aver imparato come funziona qui..." Esclamò la Fata Nera.
"Lo scusi" disse Hope avvicinandosi e prendendolo in braccio. "è confuso, ha di sicuro bisogno di dormire..."
"Si, si, pensaci tu..." Disse la Fata Nera indifferente e rimettendo di nuovo la frusta in tasca. Hope portò di nuovo Liam in camera, mentre lui continuava a piangere con una mano sulla guancia che sanguinava.
"Che ti è saltato in mente?" Urlò Hope. Liam abbassò lo sguardo. "Sai com'è fatta la signora Gold!"
"Hope, mi fa male..." Piagnucolò Liam toccandosi la guancia, ma Hope non lo ascoltò.
"Non puoi andare in giro a scorrazzare dove ti pare e piace ok?"
"Quella era la Fata Nera!" Esclamò Liam tra le lacrime.
"No Liam, ok? È la signora Gold! Smettila di pensare che queste pazzie siano vere e dormi!" Liam singhiozzò ancora di più, Hope non gli aveva mai parlato così prima, non era più lei...
"Ma è la verità!" Insisté. Hope sbuffò.
"No, Liam! Togliti tutte queste pazzie dalla testa! Nostro padre non è capitan uncino! Nostra madre non è la figlia di Biancaneve, ok?!" Urlò Hope. "I nostri genitori ci hanno abbandonati da piccoli... So che è difficile da accettare... Ma è così!" Liam scoppiò nuovamente a piangere e corse fuori. Andò fuori dall'orfanotrofio, senza sapere dove andare veramente, con la ferita sulla guancia che ancora gli bruciava tremendamente. Sapeva che doveva trovare il libro, quello avrebbe fatto tornare la memoria ad Hope, ma non sapeva dove trovarlo. Andò a casa sua, la porta era aperta allora entrò.
"C'è qualcuno?" Chiese con voce flebile. Non venne risposta allora entrò e corse verso la camera di Hope. Aprì la porta, la stanza era in disordine, ma sul comodino c'era il libro. Lo prese. Uscì dalla casa e corse verso l'orfanotrofio. Finalmente avrebbe potuto far tornare sua sorella. Arrivato corse subito nella stanza sua e di Hope, ma non la trovò sola. Con lei c'era la Fata Nera.
"Liam!" Esclamò Hope. "la smetti di scappare?!" Si avvicinò a lui e lo prese in braccio.
"tieni Hope" disse Liam rendendole il libro.
"Cos'è?" Chiese lei guardandolo. 
"Tu toccalo e basta, scoprirai che tutto quello che dico è vero".
"Si... Hope mi ha detto della tua fissazione" disse la Fata Nera con voce falsamente dolce. "ma le favole non sono vere"
"Si che lo sono!" Ribatté Liam. "Hope, devi credermi, è tutto vero!"
"Liam! È una pazzia!" Ribatté Hope mettendolo giù.
"È la verità! Tu toccalo solamente!"
"Liam..."
"Tu toccalo!" Hope con uno scatto di rabbia prese il libro dalle mani di Liam, la Fata Nera la guardò preoccupata.
"Ok, sto toccando il libro ok? E ora?" Chiese Hope spazientita. La Fata Nera tirò un sospiro di sollievo.
"Non ha funzionato! Ma com'è possibile?" Mormorò Liam.
"Perché tutto quello che dici non è vero" Liam scoppiò a piangere e andò via. "Liam..." Disse Hope facendo per inseguirlo, ma la Fata Nera la fermò.
"Lascialo stare, deve capire che tutto quello che dice sono pazzie"

Happy beginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora