Twelve

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Lui mi guardó incredulo e con un sopracciglio alzato. Sapevo che non ci avrebbe creduto, era inevitabile, così decisi di dargli una prova visiva.

<<So che non mi credi, ma posso dimostrartelo.>> dissi alzo mi in piedi.

Mi allontanai da lui e gli dissi: <<Se vedi che sto per farti del male, fermami.>> lui era scettico, ma alla fine annuii. Si alzó in piedi anche lui e mi fissò, pronto a vedere le mie "prove".

Feci un respiro profondo e alzai lo sguardo verso di lui, facendo cambiare il colore dei miei occhi e rendendoli del loro rosso luminescente.

<<Sai cambiare il colore degli occhi e allora? Non prova niente.>> disse voltandosi dall'altra parte <<Ben aspet->> non riuscii a finire la frase che il bruciore tornó a galla.

Mi accovacciai e cominciai ad ansimare <<Otto stai bene?>> mi chiese Ben voltandosi. Mi vide accovacciata e tentó di avvicinarsi a me, ma io glielo impedii <<No!>> gli dissi, facendogli segno di fermarsi lí dov'era.

<<Stai lontano da me!>> esclamai contorcendomi dal dolore. Trattenni ogni tipo di grida che vi era in me e cercai di rimanere ferma per non peggiorare la situazione.

<<Otto.>> mi richiamó Ben. Io, stupidamente, alzai lo sguardo verso di lui. Ben vide il mio volto, colmo di rune incise nella mia pelle leggermente rossa; le mie mani avevano sviluppato degli artigli, i miei occhi erano rimasti rossi e il mio tatuaggio sul collo era riapparso.

Ben spalancó gli occhi e indietreggió lentamente verso la finestra. Il suo sguardo era di terrore e disgusto allo stesso tempo. Era già morto, eppure sentivo che aveva paura di morire ancora.

Feci un respiro profondo e chiusi gli occhi; mi ritrasformai e riaprii gli occhi.

Ben era in piedi, impietrito e con la schiena contro la finestra. Non osava muovere un solo muscolo. Era letteralmente terrorizzato dalla paura.

<<Ben...>> dissi tentando di avvicinarmi, ma lui scomparve. Mi lasció lí nel sottotetto, sola e...con il cuore di ghiaccio che si stava rompendo.

Sentii qualcosa solcare il mio viso e bagnarlo, così misi una mano su di esso è notai che non era altro che...una lacrima.

***

CINQUE

<<Otto!>> la richiamai per la millesima volta, ma non ricevetti alcuna risposta. L'avevo cercata per quasi tutta la casa, eppure non l'avevo ancora trovata. Dove diavolo era finita? Cosa l'era successo? E perché è scappata via in quel modo poco fa?

Troppe domande senza risposta e l'unica che le conosceva tutte era niente meno che Otto stessa.

Non mi dissi per vinto e setacciai ogni stanza: dalla cucina al soggiorno, dallo studio di papà all'atrio, dal ripostiglio alle stanze del primo piano, dal bagno fino a camera sua; eppure non l'avevo ancora trovata.

Improvvisamente, mentre mi trovavo davanti alla sua porta, sentii dei rumori provenire da sopra la mia testa. Alzai lo sguardo e sentii come un rumore di passi, così decisi di andare a controllare.

Uscii dall'Umbrella Academy e andai nel giardino, dove vi era una scala che portava sul tetto. Mi arrampicai con essa e arrivai in cima. Con mia gioia, quella scalata non fu vana. Seduta sul bordo del tetto a contemplare il paesaggio vi era Otto, completamente immobile e con i capelli leggermente mossi dal vento.

<<Non hai freddo?>> chiesi per richiamare la sua attenzione. Lei, senza voltarsi, mi rispose: <<Le temperature fredde o calde non mi danno alcun problema.>> sentivo dal suo tono di voce che qualcosa non andava, così mi avvicinai e mi sedetti accanto a lei.

<<Che ci fai qui Otto?>> chiesi inclinando leggermente la testa da un lato <<Ammiravo il paesaggio...>> rispose lei con un tono che non era da lei. Non sembrava solo triste; sembrava davvero distrutta.

Notai che indossava dei semplici leggings neri e una canottiera che veniva coperta da una felpa dell'Umbrella Academy. Come faceva a non avere freddo? Camera un vento gelido eppure lei era vestita parecchio leggera.

Avvertii che lei non stesse per niente bene emotivamente, così tentai di farmi raccontare cos'era successo <<Sai che puoi parlare con me vero?>> chiesi per farle capire che io c'ero sempre per lei.

'C'ero sempre per lei?! Perché m'importa così tanto di lei?! Non riesco a capire...' pensai nella mia testa.

Otto mi guardó e annuii, ma abbassó subito lo sguardo e si voltó leggermente dall'altra parte.

<<Sai...in questo posto ci venivo io.>> raccontai <<Quando ero solo un adolescente e volevo stare da solo, mi arrampicavo qui in cima a leggere i miei libri e ad osservare il panorama.>> raccontai facendo un breve pausa.

<<Venivo praticamente ogni giorno. Ogni scusa che potevo usare quando in casa c'era casino per venire qui la usavo. Ogni singolo giorno.>> dissi abbassando lo sguardo.

<<L'ho sempre ritenuto come se fosse il mio posto segreto, capisci?>> chiesi ad Otto, attirando così la sua attenzione. Mi guardó e mi chiese: <<Perché mi stai dicendo questo?>>

Io le alzai lo sguardo verso di me e le risposi: <<Perché tutte le volte che io venivo qui stavo male e non volevo parlare con nessuno. Mi rintanavo nei miei libri per sfuggire ai miei problemi nella realtà, quindi so come ti senti. Io non sono mai riuscito a parlarne con qualcuno, ma tu non fare il mio stesso errore.>> dissi sollevandole il viso verso il mio.

<<Tu hai me ora Otto ed io non ti lascieró sola.>> le dissi guardandola attentamente negli occhi. Il suo sguardo notai che era più calmo e sentii come il suo cuore mancare un battito.

Deglutii e la guardai attentamente. Era così dannatamente...perfetta. Eravamo anche molto simili caratterialmente quindi trovavo facile comunicare con lei.

Lei deglutii e abbassò lo sguardo <<Tu credi nell'inferno?>> mi chiese. Io la guardai e risposi: <<No perché?>> <<Curiosità...>> disse.

Sentii che c'era altro ma prima che potessi dire qualunque cosa, lei parló <<Io non so cosa ci fai qui Cinque. Prima o poi tutti si allontanano da me e così farai anche tu. Fanno tutti così...>> disse voltandosi dall'altra parte.

<<Che vuoi dire?>> chiesi confuso <<Se ti dicessi che non sono quella che sembro...scapperesti?>> mi chiese con uno sguardo che non le avevo mai visto addosso. Sembrava...impaurita dalla mia risposta.

<<Perchè dovrei?>> chiesi a mia volta <<Non hai risposto alla mia domanda.>> puntualizzó lei <<Perché non lo farei mai e non capisco perché mi stai facendo questa domanda.>> risposi a mia volta.

Lei abbassó lo sguardo e sussurró: <<Perchè io allontano tutti...>> e notai che una lacrima le cadde dal viso.

Stava...piangendo?!?!
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Angolo autrice:
Ciao ragazzi!
Tutto bene? La nostra Numero Otto che si lascia andare alle emozioni?! E ora? Che succederà?

Se vi piace la storia vi invito a lasciare una stellina e un commento ❤️

Anna❤️

The Hell on Earth-L'Inferno sulla Terra Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora