~La caduta~

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La sveglia suona, apro gli occhi rimanendo a fissare il soffito fatto da assi di legno pregiate. Come piacciono a mia madre. Spengo quel arnese, stavo cosí bene con Jimin, ripenso al suo profumo che mi metteva tranquillità.
Mi fa male il cuore, scosto le coperte e adagio i piedi sul tappeto bianco, come piace a mia madre.
Oggi ho lezione alle 10:00, sono solo le 8:00, un'ora per non fare nulla.
Finalmente mi alzo, cammino fino al bagno, mi guardo allo specchio, dio che schifo. Dio che merda, una della società del cazzo. Ecco che cazzo sono, ecco da che merda provengo.
Con le braccia tese rovescio tutti prodotti per terra. Urlo sbattendo i pugni sul marmo pregiato del lavandino.
X:"Signorina tutto bene?" La domestica mi guarda preoccupata dalla porta spalancata del bagno.
Riprendo il mio contegno, con un orgoglio mai visto.
T/n:"Sí, ho sbattuto sul lavandino, ma non mi sono fatta niente" Chiudo la porta senza sentire la sua risposta.

Ormai sono le 9:30 e devo andare a lezione, mi sento cosí pesante, fuori posto. Faccio la solita strada piena di gente, anche il treno era colmo.
Mentre cammino noto una cosa in un piccolissimo vicolo, probabilmente per i contenitori dell'immondizia.
Mi avvicino, ritrovo un piccolo corpicino, un gattino nero, ma senza vita, il mio corpo si accascia, poverino, lo sfioro con le dita, è freddo, i suoi piccoli occhi sbarrati, guardo, sta perdendo sangue, le sue zampe dietro sono messe male, lo hanno investito.
Merde, merde, lo hanno lasciato morire qua, qua da solo.
I miei occhi si riempono di lacrime, inzio a singhiozzare. Prendo il cellulare e chiamo l'unico che mi ha dato una cosiderazione senza il mio status.
Chiamo Jimin.
T/n:"Ti prego, vieni qua, vieni, raccoglimi" Riesco a dire nei singhiozzi e i lamenti del pianto.
Lo sento respirare.
Jimin:"Dove sei? Vengo subito!"
Mi sorprendo, con un filo di voce gli dico dove sono, lui con un tale velocità dice che arriverà subito, che devo stare calma, che andrà tutto bene. Nego con la testa, dico di no. Non sta smettendo di venire, anche dopo il no.
Mette giú di colpo, il mio cuore fa male, non so se verrà, faccio pena.
Cerco una scatola, trovo uno scatolone ancora intatto, lo apro e con dei fazzoletti prendo il povero micino, con delicatezza lo posiziono all'interno.
Jimin:"Che succede? Ti sei fatta male?" Sussulto, mi giro lentamente.

Scusatemi per il capitolo molto triste, spero che vi piaccia comunque, purtroppo non ho un mood piacevole, ma volevo farvi uscire un capitolo carino.

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