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Terzo e ultimo set

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Terzo e ultimo set.
Le squadre erano arrivate al terzo set e nessuna di loro aveva intenzione di abbandonare le redini. I miei occhi erano incollati sulle loro gambe piegate, alle braccia che fluttuavano laddove la palla sarebbe caduta o cambiasse traiettoria, alle gocce di sudore che solcavano le loro fronti imperlate di sudore.

Erano stremati, arrivati al limite delle proprie forze, ma non esitavano neanche per un istante di far cadere la palla. Il mio cuore batteva all'impazzata, erano passate tre ore, tre ore che nessuno aveva preso un attimo di fiato.

I time out erano stati usati tutti, da entrambe le squadre, e mancavano pochi punti alla fine.

«Non voglio guardare, non voglio guardare...», ripetei, scuotendo il capo, con le mani in faccia e l'indice e il medio aperti, guardando ansiosa la palla in aria.

Kageyama si slanciò abbastanza in alto per fare l'alzata, arrivando ad un tocco dalla rete con Oikawa alle costole.

Sembrava che volassero e avevano entrambi una postura così corretta e simile che trattenni il respiro per una manciata di secondi, prima di capire chi dei due avesse preso la palla.

«Un'alzata... ad una mano?» Borbottai incredula con gli occhi spalancati nel vedere le dita esili e lunghe di Kageyama toccare la palla.

Appoggiai bruscamente le mani sulla ringhiera della tribuna, esclamando a gran voce: «Hinata!» il quale, si materializzò alle spalle di quest'ultimo, pronto a fare una delle sue tante schiacciate veloci e sbalorditive.

Le mie gambe tremarono e il cuore dal petto mi arrivò alla gola, bloccandomi la salivazione e il respiro: Hinata schiacciò al centro del campo avversario, segnando un punto.

Esultai come non mai, alzando le braccia in aria e sbilanciarmi verso la ringhiera. Esclamai a gran voce di quanto fossero stati grandi, cercando di sovrapporre lo starnazzo di voci delle oche dell'Aoba Johsai.

Avrei dovuto procurare alla Kurasano una tifoseria.

«Signorina, non si sbilanci in quel modo... cadrà.» Un uomo alla mia destra, mi guardò preoccupato che potessi finire da un momento all'altro al piano di sotto, agitando le mani in avanti come per afferrarmi.

Ma lo ignorai beatamente, saltellando entusiasta come una bambina alla vista del negozio di caramelle.

Ricevetti un'occhiata da Oikawa che non seppi come decifrarla: delusa? triste? colpevole? poteva essere entrambe le opzioni.

Alternai lo sguardo incontrando gli occhi verdi oliva e puri di Iwaizumi, il quale mi sorrise leggermente, ritornando poi a prestare attenzione ai suoi avversari, dopo il fischio dell'arbitro.

La partita proseguì, continuando a tenersi testa e a superare i loro rispettivi limiti di forza fisica e mentale.

Strinsi la ringhiera tra i palmi, facendo diventare le nocche di un colore bianco latte per la pressione esercitata.

Ace: The number one. [Haikyuu!!]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora