Nel giro di qualche secondo mi trovai Amelie davanti al naso tutta euforica. Era la prima volta che lasciava trasparire un'emozione con me ed era davvero strano vederla così. Riuscii a guardarla negli occhi solo per un attimo prima che lei rompesse il contatto visivo: aveva rimesso la maschera dell'indifferenza che tanto le piaceva. Si ricompose e tornò la solita di sempre.
"Ho capito la prima parte dell'enigma"
"Che hai scoperto"
"Vedi questo codice di numeri e lettere? 10 51N 50 -1O non ha senso letto così. Ero in biblioteca e mentre cercavo all'interno di alcuni libri una qualche risposta plausibile e con la coda dell'occhio ho visto un oggetto impolverato in un angolino buio della stanza. Ho staccato per qualche minuto e sono andata a curiosare. Vieni, devi vederlo con i tuoi occhi"L'avevo seguita all'interno del dedalo di corridoi di quella casa, stando ben attento a non perdermi ed avendo qualche deja vu: quella vecchia villa assomigliava tantissimo al Dirshane Centre. I lunghi corridoi, il legno scuro, i pavimenti a scacchi e le grandi stanze. La biblioteca sembrava un luogo che non faceva minimamente parte della casa: il legno era più chiaro ed i soffitti alti e ariosi con gli scaffali pieni di libri che arrivavano fino al soffitto. Ricordo di essere stato con il naso all'insù per più di qualche minuto ad ammirare quella magnifica stanza ma poi Amelie mi aveva riportato nel mondo terreno portandomi nella angolo di cui mi aveva parlato. In mezzo a due vecchi scaffali dimenticati erano ammucchiati degli oggetti e probabilmente dei libri sotto ad uno sporco telo bianco. La bionda lo alzò rivelando degli oggetti strani che non avevo mai visto ed in mezzo ad essi troneggiava un bizzarro mappamondo marrone. Amelie mi spiegò che l'aveva trovato per caso e grazie a quello le era venuta un'intuizione
"Questo è ciò di cui ti parlavo, tu hai idea a che cosa servono queste cose?"
"No, non ho mai visto degli oggetti del genere, neanche al museo dove lavoravo a Londra"
"A parte questi, vedi il mappamondo? E' alquanto strano, non mostra la reale terra ma solo alcuni stati. Vedi questi punti? Non sono messi in maniera..."
"Formano una figura. Un pentagono"
"Ma a parte questa cosa stranissima che non ha alcun senso, mi ha fatto venire in mente che il codice poteva benissimo essere delle coordinate. Così ho fatto due più due e..."
"Qualcosa mi dice che il codice ci porta in un luogo preciso"
"Stonehenge"
"Stonehenge? Fammi indovinare c'entra qualcosa con questo bizzarro mappamondo"
"Esattamente. La punta del pentagono disegnato qui coincide con il mistico monumento. Io non credo che sia una casualità ma spero che siano solo stupide supposizioni"Amelie stava uscendo velocemente dalla biblioteca mentre mi diceva di prepare le mie cose che di lì a poco saremo partiti. La seguii con gli occhi mentre se ne andava al piano di sopra e poi tornai a concentrarmi su quei bizzarri oggetti mai visti prima. Erano dei marchingegni simili a piccoli telescopi e microscopi ma non erano nulla di tutto ciò. Ci soffiai sopra per togliere lo strato di polvere e ne presi uno in mano per studiarlo più da vicino. A mano a mano che li osservavo notavo che su tutti era inciso un piccolo pentagono: sembrava un simbolo che ci aveva forse lasciato la persona che li aveva costruiti come un qualcosa per contraddistinguere il fatto che fossero, in qualche assurdo modo, speciali. Aprii anche i cassetti del piccolo comò sulla quale erano appoggiati, che rivelarono carte e appunti scritti su una carta pregiata ma rovinata nel tempo, riempiti di parole con l'inchiostro ormai sbiadito. Cercai di decifrarne qualcuno ma erano redatti in una lingua che non avevo mai visto prima di allora: sembrava un misto tra irlandese antico, scozzese e gaelico che io avevo studiato di sfuggita ad un seminario alla quale avevo partecipato anni prima con Emma. Tirate fuori tutte le carte scoprii per caso un doppio fondo dell'ultimo cassetto facendo accidentalmente cadere su di esso la penna che avevo in tasca. In questo vano segreto non vi erano carte, ma invece vi trovai una scatola uguale a quella di Amelie con disegnate delle linee in più su un simbolo centrale al disegno del coperchio. Scoprii con mia grande sfortuna fosse vuota. Me ne tornai in camera mia affranto a preparare le poche cose che mi ero portato con me da Chesam.
Quella notte feci sonni tormentati con incubi nella quale vedevo quei maledetti pentagoni ovunque e Cloe che scappava da me con quella sua scatola in mano. Il mattino seguente Amelie mi svegliò alle 5 per prendere l'aereo da York e sulle 10 mi ritrovai nella mia amata, frenetica e affollata Londra. Passeggiare per le sue strade mi riportò indietro nel tempo a quando portavo Emma da Harrods a fare compere o quando andavamo regolarmente a Buckingham Palace per ammirare le sue esposizioni. Scacciai dalla testa quei vecchi ricordi mentre Amelie mi trascinava alla stazione. Salimmo su un treno di ultima generazione e dopo qualche ora eravamo arrivati a Stonehenge. Scendemmo dal futuristico veicolo seguiti a ruota dagli ultimi turisti della giornata che si accalcavano all'uscita con indosso i loro zaini enormi mentre tenevano per mano i loro bambini. Quando arrivammo al sito c'erano poche persone che stavano entrando con l'ultima visita guidata della giornata ed infatti, riuscimmo a farci aggiungere allo scarno gruppetto composto da una giovane coppia che si teneva per mano, una famiglia con tre bambini biondissimi ed un anziano signore vestito in maniera rigorosa ed elegante. La guida si presentò e cominciammo il giro del misterioso sito.
"Salve a tutti io sono Susan ed oggi, per l'ultima volta vi mostrerò il più misterioso monumento di tutta la storia: Stonehenge. E' composto da un insieme di colossali pietre erette, sormontate da consistenti architravi orizzontali di collegamento ed è uno dei più antichi sistemi trilitici conosciuti. Il trilitico è sistema costituito da tri = tre + lithos = pietra, due montanti verticali ed un architrave orizzontale, inoltre..."
"Prova a darti un'occhiata intorno per vedere se noti qualche simbolo a forma di pentagono o qualcosa di fuori posto"
"Ah Susan ma ormai queste cose le sanno tutti!"
"Mi faccia indovinare signor Clark, è per caso arrivato il momento del suo racconto?"
"La leggenda narra che questa sia una delle più antiche sedi di una gloriosa ma ormai estinta cerchia di intellettuali che aveva come simbolo il pentagono. Infatti potete notare sul lato destro di questo menhir un piccolo pentagono inciso nella pietra. Se state bene attenti ne potete trovare altri 4 in giro per il sito che, se collegati, formano un grande pentagono"
"Grazie signor Clark, anche se questa è solo una leggenda appunto. Ma riprendiamo da dove ero stata interrotta..."Io ed Amelie ci guardammo dritto negli occhi per poi fissare il vecchio e distinto signore.
Bingo.
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La ragazza di carta pesta
Mistério / SuspenseNessuno sa qual'è il suo vero nome eppure a Waterloo la vita stà voltando le spalle con la morte di suo padre ed il tradimento da parte della sua ricca ragazza londinese. Grazie all'aiuto della madre, vende il suo appartamento nell'omonimo quartiere...