Quinto

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Martino sta tornando a casa da lavoro quel maledetto mercoledì... passa al supermercato a fare un po' di spesa, il suo frigo urlava pietà... gli erano rimasti soltanto uova, del prosciutto ormai secco e mezzo limone. Una tristezza insomma.
Si avvicina al portone cercando le chiavi, passa le due buste in una sola mano per liberare l'altra ed estrarre le chiavi dalla tasca dei jeans, quando rialza la testa per aprire il portone, si blocca bruscamente. Rimane immobile e lascia cadere la spesa a terra. Fa due passi indietro e poi non riesce più a muoversi. Vorrebbe urlare, scappare, rinchiudersi nel primo negozio che trova, ma non riesce a muoversi. È un pezzo di ghiaccio, il cuore che balza in gola e le mani che tremano.
Davanti al portone di casa sua, Giulio.
Lo sta guardando.
Lo sta guardando con un sorriso sulle labbra che Martino vorrebbe togliere con un pugno.. uno bello forte come quello che gli aveva dato lui anni fa. Se lo ricorda come fosse ieri... ricorda tutto il dolore. Fisico e non.
Si avvicina come se niente fosse..lo stronzo.. Martino non riesce a reagire, non è in grado... è terrorizzato.
"Ciao Marti..come stai?"
Non risponde.
"Senti.. lo so che non ti aspettavi di trovarmi qui...ma volevo chiederti scusa, mi dispiace per come è finita tra noi... volevo chiederti se volevi berti un caffè con me.. ti va?"
Martino è sotto shock.. non sa come, ma in un attimo ritrova la lucidità di reagire.. si gira di scatto e corre... corre più veloce che può. Corre verso la fermata della metro, e sente la voce di Giulio dietro di lui che continua ad urlare...
"Aspetta!! Marti!!"
Corri Martino, corri più che puoi...
"Fermati cazzo!!! Fermati!!"
Non lo ascoltare. Non sai cosa potrebbe fare.. corri!
"Vieni qua!! Tu sei mio!! Capito??! Non puoi scappare!!"
Martino ha gli occhi pieni di lacrime, scende veloce le scale della metro...
"Aspettami!! Te la faccio pagare cazzo!! Vedrai!!"
Martino riceve la spinta necessaria a quelle parole.. accelera e salta dentro al treno della metro appena prima che le porte si chiudano.
Tutti lo guardano.
Sta piangendo e le gambe gli tremano.... appena alza la testa, lo vede arrivare alla piattaforma...il treno parte e Giulio rimane lì a guardarlo andar via con occhi pieni d'odio....
Martino crolla a terra. Le gambe non lo reggono più.. alcune persone preoccupate si stringono attorno a lui, una signora gli porge una bottiglietta d'acqua.. pensa di essere finito dentro un film, è decisamente sotto shock e non riesce nemmeno a rispondere alle semplici domande che la gente attorno a lui gli sta rivolgendo incessantemente.. inizia a fare dei respiri profondi per calmare il battito, sente che il cuore sta per esplodere. Quando si calma un po', inizia a ragionare su dov'è e cosa fare.
Si rende conto di essere a due fermate da casa di Filippo. Si rialza a fatica, esce dalla metro e arriva da lui.
Si attacca al citofono.
"Chi è?" Risponde Filippo.
"So..so...sono Marti..."
"Entra!" Dice Filippo con tono stupito.
Quando Filippo gli apre la porta, Martino si butta su di lui e crolla totalmente... cade a terra piangendo, portando con se anche Filippo che cercava di non farlo sbattere con la testa sul pavimento.
"Marti!! Che c'è?? Che hai fatto? Ti prego dimmi qualcosa...non capisco...."
Martino lo guarda con occhi pieni di terrore e disperazione.
"Mi....mi ha... mi ha trovato...." dice con un filo di voce.
Filippo non capisce cosa stia succedendo..
"Cosa? Non capisco Marti...scusami..."
Martino inspira forte, anche solo pronunciare il suo nome gli faceva male.
"...Giulio..."
Filippo sbarra gli occhi e lo stringe forte... gli viene da piangere, nessuno era al sicuro con quella bestia nei paraggi... nessuno poteva sapere che cosa avrebbe fatto questa volta.
Martino non era più libero di andarsene in giro da solo se lui sapeva dove abitava...

Quando sente che Martino è di nuovo in se, si siedono sul divano a parlare.
"Cos'è successo..?" Chiede finalmente Filippo.
"Era davanti al portone di casa mia..."
"Cazzo.... e come ti ha trovato??"
"Non lo so Filì... non lo so.."
"Ti ha detto qualcosa..? Ha cercato di farti qualcosa??"
"Solo che si scusava....e poi ho iniziato a correre, e lo sentivo.... lo sentivo urlare, che ero suo, che me l'avrebbe fatta pagare..."
Martino ricomincia a tremare..
"Ok ok ok... basta. Basta. Non devi dirmi altro..va bene?"
"Ho paura Filippo... tanta..."
Filippo lo abbraccia e gli da un bacio sulla fronte. Con una mano dietro al collo e una sulla testa, come faceva sempre, riesce a sentire il suo respiro tornare regolare e lento.
"Senti.. ti accompagno alla polizia, ok? Facciamo una denuncia... vediamo se si può fare qualcosa... te la senti?"
Ad un tratto lo sguardo negli occhi di Martino cambia repentinamente. È serio, duro, implacabile...
"Cazzo sì che me la sento. Quella merda non deve stare neanche a un chilometro da me..."
Filippo gli sorride, prende il telefono e le chiavi di casa, ed escono insieme.

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