Capitolo18

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Evandro's pov
Ultimamente sembra di vivere da solo in casa.
Filippo non si fa sentire praticamente mai; credo abbia scoperto l'accaduto.
Mia sorella sembra piú incazzata della diretta interessata e che dire? Bea quelle poche volte che ci incrociamo fa finta di non vedermi e mi ignora.
Mi sto chiedendo se veramente io abbia fatto la mossa giusta.
Ma certo che no cretino!
Ripeto infinite volte dentro la mia testa.

Devo imparare a rischiare...io non sono fatto per tutti questi problemi...io non sono fatto per mantenere promesse...io non sono fatto per stare accanto ad una persona...non sono fatto per le ragazze...chi vuoi che riesca ad amarmi per quello che sono.
E lo dimostra benissimo il fatto di come io stia facendo soffrire Beatrice.
Facendo una stupida mossa ho rovinato i pochi ed unici rapporti stretti che avevo.

Un pezzo di carta e una penna.
Stanno facendo tutto loro.
La mia testa sta svuotando emozioni su sensazioni irripetute volte.
La mano sembra andar da sola, una marea di pure parole hanno riempito un foglio del quadernino e non hanno intenzione di fermarsi.
Butto giú tutto quello che nella mia mente ha preso possesso.

Nel mio cervello frullano immagini diverse una dopo l'altra.

Io: sembri pazza lo sai?
Bea: lo sono, non lo sembro.
Ridiamo fino a perdere fiato.
_

Io: ci hai mai pensato che la vita è ingiusta? Chiedo con il volto basso.
Bea: oh sì, io ho sempre detto che la vita è una troia.
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Bea: ti voglio tanto bene.
Scoppio a ridere per l'affermazione della ragazza.
Bea: ma daiii, io ti ho detto che ti voglio bene e tu ridi?
Io: ma no, e solo che non ti avevo mai sentito dire queste cose.
Ci abbracciamo.
_

Bea: ho fame, che cucini? Chiede affacciandosi dalla porta sorridente come una bambina.
Guardo il sugo bruciato nella pentola mentre mi scappa una risatina.
Bea: ordiniamo? Chiede come per avermi letto nella mente.
Io: direi proprio di sí.
_

Bea: sembri un tipo con cui fare chiacchierate su problemi esistenziali alle 3 di notte sai?
Io: me lo dicono in molti sai?
Bea: allora dovremmo provare.
Io: ci sto.
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Io: che bella che sei. Dico vedendola vestita per la festa.
Ev: grazie Ev.
Ci abbracciamo.
_

Bea: quindi tu scrivi?
Io: sì, è il mio unico modo di esprimermi e buttare via tutto quello che ho nella testa.
Sorride.
_

Poggio le mie mani sui suoi fianchi per soleticarli un pochino.
Lei si rannicchia e inizia a cacciare fuori dalla bocca qualche urletto per lo spevanto.
Bea: ma che sei scemo? Mi hai fatta spaventare.

_

Bea: mi sono innamorata di te...
...
Io: non posso...non sono fatto per queste cose.

Ecco, questi non sono nemmeno la metà dei miei pensieri.
Il nostro rapporto si basa su questi piccoli momenti che possono sembrare banali...ma noi siamo cosí...io con lei sto bene.

Una parte del letto si abbassa.
Segno che qualcuno ci si sia seduto sopra.
Fil: beh...non hai niente da dire?
Dice con voce ferma e pacata.
Non sembra arrabbiato.
Scuoto la testa a destra e a sinistra per negare.
Fil: io invece credo proprio di sí...come ti senti?
Decido di rispondere.
Ev: tutto meravigliosamente bene. Mi sforzo per un sorriso alquanto finto.
Fil: ti conosco amico, e so anche quello che è successo.
La mia bocca si chiude e smette di sorridere.
Io: e allora?
Fil: non fare finta che tu stia bene, sfogati ogni tanto, non tenere tutto dentro.

qualche sguardo sfumato...||Evandro|||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora