CAPITOLO DIECI

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Logan
Sono al bar con Jason per prendere il gelato e il piccolo si è attaccato alla mia gamba abbracciandola stretta. Mentre accarezzo la sua testolina noto che Jason strofina continuamente gli occhi, decido di prenderlo in braccio preoccupato.
«Che succede campione?».
«Mi bruciano tanto gli occhi».
Delicatamente sposto le sue piccole mani e immediatamente lui affonda il viso nell'incavo del mio collo infastidito dalla luce. Mi siedo preoccupato su uno sgabello del bar, cerco di prendere di nuovo il viso di Jason tra le mani e noto che i suoi occhi sono molto arrossati. Il mio viso deve essere sembrato di colpo cadaverico, una cameriera si avvicina a noi, guardando Jason sorride e accarezzandolo mi dice, «Non si preoccupi signore, suo figlio sta bene. I suoi occhi sono solo un po' irritati dall'acqua».
Rimango pietrificato ma guardando il piccolo, un sorriso mi compare sul volto.
Usciti dal bar porto con me Jason, ci dirigiamo come prima tappa nella farmacia più vicina, dove acquisto delle gocce per gli occhi, non soddisfatto e ancora in apprensione andiamo a comprare un paio di occhiali da sole per bambini e un cappellino per proteggerlo dal sole. Mentre sto tornando indietro con Jason sulle spalle, lo sento agitarsi, «Guarda, guarda i palloncini», grida, facendomi scoppiare a ridere.
«Quale vuoi?».
Lo vedo esitante e pensieroso, «Mi piace Batman e anche Superman».
Mi avvicino al piccolo chiosco e prendo entrambi i palloncini e qualche gioco per la spiaggia, il piccolo Jason emette un gridolino e mi da un bacio. Provo una strana sensazione, una di quelle mai sperimentare prima, uno sconosciuto senso di protezione si impossessa di me. Il solo pensiero che qualcuno possa far del male al mio campione e alla mia Maddy mi fa letteralmente ribollire il sangue. Mentre mi avvio nuovamente verso la spiaggia il mio telefono inizia a squillare.
«Papà che succede?».
«Dove sei?».
«Sto tornado in spiaggia con Jason. Perché?», il mio cuore perde un battito quando mi rendo conto di essermi allontanato lasciandola da sola.
«Torna immediatamente, hanno avvistato quel bastardo nei paraggi!», sento il sangue arrivarmi al cervello, le orecchie pulsano e il respiro si fa irregolare. Termino la telefonata e inizio a correre, dribblando chiunque mi si ponga davanti. Jason per fortuna non sembra spaventato, anzi, ride a crepapelle divertito. In pochi minuti mi ritrovo di nuovo sulla spiaggia e la vedo. Sta piangendo, stringe forte le sue gambe al petto e io, vedendola così fragile sento il cuore andare in frantumi, mi avvicino piano e poso Jason a terra. Mi siedo dietro di lei e la stringo forte a me cullandola dolcemente e dandole piccoli baci sulla spalla. Guardando più attentamente vedo che stringe forte un diario.
«Che succede?», chiedo preoccupato.
Non risponde e io inizio a guardarmi intorno. Prendo Jason per il braccio e lo stringo forte al mio fianco, sono terrorizzato, ho paura che Michael possa approfittare di questa situazione per prenderlo e portarlo via. Mentre perlustro con lo sguardo la zona, sento Maddy voltarsi, i nostri occhi si incrociano, lei si asciuga le lacrime in un modo talmente delicato che mi fa tremare le gambe, tira su col naso e guardandola fare quel gesto così dolce e infantile un sorriso si disegna sul mio volto. Con la voce ancora tremante chiede:
«Dove sei stato?».
«Ho portato Jason a prendere il gelato e poi abbiamo fatto un po' di compere», rispondo, stampandole un bacio sulla fronte.
Lei mi sorride e io perdo quel poco di autocontrollo che mi era rimasto, stampandole un lieve bacio su quelle labbra sorridenti. La sento reagire e socchiudere lievemente le labbra, permettendomi mi entrare. Le nostre lingue si sfiorano, si accarezzano e ballano una tenera danza formando un intreccio perfetto.
Ci stacchiamo senza fiato e nessuno dei due parla, sento Jason ridere e applaudire, Meddy imbarazzata abbassa il capo cercando di nascondere il viso arrossato. La guardo e il mio cuore si riempie di gioia, una voce nella mia testa e nel mio cuore si fa sempre più strada, urlandomi a squarciagola:

non si torna più indietro Logan. Ti sei innamorato.

In quel preciso momento però, ho realizzato di esserlo sempre stato. L'avevo amata dal primo momento in cui i miei occhi incrociarono i suoi. Come poteva essere successo a me? Ero sempre stato uno spirito libero e tutti i rapporti mi stavano stretti. Avevo provato ad avere delle relazioni stabili ma non ci ero mai riuscito, ero sempre scappato e l'unica volta che avevo provato qualcosa di simile al bene ero stato tradito in malo modo. Ero consapevole però, che questa volta era diverso, lei era diversa. Provavo quasi un male fisico quando non l'avevo vicino. Mi sembrava di annaspare ogni qualvolta che lei provava ad allontanarsi da me, e io, Logan Carter non avevo mai inseguito nessuno. Ma per Meddy sapevo che sarei potuto arrivare anche in capo al mondo. Pur di vedere il suo splendido sorriso e quelle fossette che tanto amavo avrei potuto anche vendere l'anima al diavolo senza nemmeno prendere in considerazione le conseguenze di ciò. Solo e soltanto per lei, la mia lei.

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