CAPITOLO QUATTORDICI

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Maddy
La luce e il calore che entra dalle grandi finestre mi sveglia, apro piano gli occhi e allungo una mano per toccarlo di nuovo. Esploro con la mano le lenzuola fino ad arrivare al suo petto nudo, mi volto su un fianco e gli stampo un bacio sulla guancia, lo vedo arricciare lievemente il naso mentre dorme beatamente. Mi metto a sedere coprendomi il seno con le lenzuola, tiro fuori il diario della nonna dalla borsa e comincio a leggere.
Ho completamente perso la cognizione del tempo, non so da quanto tempo stia leggendo ma improvvisamente sento delle dita accarezzarmi la schiena nuda. Mi volto, Logan mi fissa con un sorriso sornione.
«Mi stai osservando da molto?», chiedo cercando di coprirmi meglio il seno.
«Ti sto osservano più o meno da mezz'ora», mi dice mentre continua ad accarezzare con il dito la spina dorsale. «Perché ti copri? Sei bellissima», mi dice spostandosi dietro di me, inizia a baciarmi il collo, scende sulla spalla, lasciando sulla mia pelle una piccola scia di baci umidi, rabbrividisco, sento le sue labbra sulla pelle schiudersi in un sorriso, «E poi» si ferma per un attimo mentre infila le mani sotto le coperte, le poggia sui miei fianchi e dice sussurrando al mio orecchio, «Questo panorama è il buongiorno migliore ricevuto in tutta la mia vita».
Scoppio a ridere, «Ma che stai dicendo?».
«Sono serissimo», mi tira via le lenzuola, emetto un piccolo gridolino di sorpresa mentre mi salta addosso.
Passiamo la mattinata tra le coperte, alternando momenti di passione a brevi momenti di riposo, dove entrambi crolliamo in un sonno profondo.
Verso le dieci del mattino facciamo una doccia insieme, dove ci stizzichiamo insaponandoci a vicenda. Usciamo dalla jacuzzi e corriamo per la casa ridendo come matti sino alla camera di Logan.
«Vado a prendere la colazione. Non ti chiedo cosa prendere perché so che voi italiani preferite fare colazione con croissant e cappuccino», mi bacia sulle labbra e le morde piano. Mentre infila la camicia si volta verso di me, «Come preferisci il croissant?», alzo gli occhi sul suo corpo, lo guardo mordendomi involontariamente le labbra mentre infilo l'intimo, «Alle mandorle».
Deglutisce a fatica, «Metteresti a dura prova anche un Santo», borbotta tra sé e sé.
«Mi presti una maglia?».
«Sì, ti prego copriti, altrimenti non uscirai più da questa stanza».
Scoppio a ridere, corro verso di lui e gli salto al collo, gli stampo un veloce bacio sulla guancia e prendo una t-shirt dall'armadio.

Mentre facciamo colazione a Logan squilla il telefono, il suo volto da rilassato diventa cupo, i suoi bellissimi occhi blu diventato tenebrosi.
«Anthony cosa vuoi?», si allontana da me e si chiude nel suo studio.
Continuo la mia colazione da sola, non riesco a capire cosa ci sia sotto. Perché due fratelli dovrebbero comportarsi così?
Mentre cerco di analizzare la situazione sento la porta aprirsi e una raggiante Alma entra nell'ampio soggiorno.
«Buenos dias pequeñita».
«Buenos dias», rispondo correndole incontro e abbracciandola.
«Dónde está el señor?».
«È chiuso nel suo ufficio, sta parlando con Anthony».
«Capisco», dice pensierosa.
«Ma cosa sta succedendo?».
«Pequeñita dovresti chiedere al señor Logan», risponde stringendo le mie mani.
In quel momento Logan esce dallo studio sbattendo la porta dietro di lui, ci guarda e fortunatamente cambia subito espressione.
«Buenos dias mi Alma», si avvicina aprendo le sue enormi braccia e stringendo forte al suo petto quello scricciolo di donna.
«Buenos dias señor Logan. Cómo está?».
«Muy muy muy muy bien», risponde guardandomi e facendomi l'occhiolino.
Alma guarda entrambi con un sorrisetto complice, «Lo sapevo, lo sabía», dice, battendo con forza le mani dirigendosi verso il bancone della cucina, afferra un croissant nel cestino che avevamo messo da parte per lei e ci guarda.
«Siete bellissimi. Mi hermosos chicos».
Sorrido imbarazzata mentre Logan mi abbraccia da dietro intrecciando le sue mani appoggiate sulla mia pancia.
«Alma puoi prendere la giornata libera. Noi non ci siamo, andiamo a pranzo da papà».
«Anche la niña?».
«Certamente, anche la niña», risponde baciandomi teneramente i capelli.
Alma ci guarda sognante, «Señor ma dónde está el niño pequeñito?», chiede guardandosi intorno, attirata improvvisamente dal troppo silenzio.
«Da zia Britney e zio Christopher» mi prende la mano e mi trascina alla porta, «Andiamo, devi cambiarti non puoi girare nuda per strada, altrimenti, finirò in galera».
«Perché mai dovresti finire in galera?», chiedo strabuzzando gli occhi.
«Per aver ammazzato il coglione che ti guardava», risponde serio.
«Stai scherzando?».
«Chi io? Assolutamente no», risponde fissandomi serio per un attimo, per poi scoppiare in una risata fragorosa e assordante.
«Sei completamente pazzo».
«Probabilmente per colpa tua».

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