CAPITOLO VENTOTTO

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Maddy
È passato un mese dal giorno del parto, non è stato semplice, sia io che la bambina siamo rimaste in ospedale sotto osservazione ma fortunatamente oggi ci hanno dato il permesso di tornare a casa.
«Tesoro abbiamo preso tutto?», chiede Logan impaziente di portarci via.
«Sì, possiamo andare».
Durante il tragitto, Astrid dorme serenamente.
«È così buona», mi dice Logan, guardandoci dallo specchio retrovisore della macchina.
«Per fortuna è tranquilla, non mi ha mai svegliata durante la notte».
«Siamo fortunati allora», scoppia a ridere.
«Cosa c'è?».
«L'ammetto, Jack mi aveva davvero terrorizzato».
«Cosa?», chiedo cercando di restare seria.
«Mi ha raccontato che non è riuscito a dormire per anni», confessa, diventando paonazzo in volto dall'imbarazzo.
«Aspetta, mi stai dicendo che hai chiesto consigli a Jack? Quel Jack?».
Mi lancia una rapida occhiata, «Sì, il mio avvocato, proprio quel Jack».
«Perché?».
«Non voglio sbagliare Maddy, voglio essere il migliore padre del modo per i miei figli».
Lo guardo teneramente, «Tesoro, ma sei perfetto. Con Jason sei stato a dir poco esemplare e sarai fantastico anche con Astrid. Tu già sei il miglior padre del modo ma non te ne rendi conto».
Appena varchiamo il cancello della casa vediamo spuntare Otto da lontano.
«Otto seduto», ordina Logan, mentre scendiamo dalla macchina.
Il vecchio San Bernando immediatamente ubbidisce, «Mi sei mancato piccolino», affermo emozionata.
Il cucciolo si posiziona a pancia in giù, invitandomi ad accarezzarlo.
«Il mio grande bambino, non posso ora, mi dispiace tanto».
«Tesoro, dai andiamo non prendere freddo».
«Ma dai tesoro», piagnucolo, avviandomi verso il vialetto di casa contrariata.
La porta si spalanca e Jason appena ci vede inizia a saltellare, «Mammina», grida, correndomi tra le mie braccia.
«Amore mio», strillo a mia volta, afferrandolo al volo.
«Mi sei mancata tantissimo», mi dice, tirando su col naso.
«Ma stai piangendo?».
«No mammina, ora io sono grande. Devo prendermi cura di Astrid, non posso piangere come i bambini piccoli».
«Ma amore, sei un bambino piccolo», rispondo sorpresa.
«No, sono un bambino grande, ora entriamo in casa, non voglio che Astrid prenda freddo».
Guardo Logan sconvolta, «Cosa è successo al mio Jason?», chiedo sussurrano.
«Vuole essere un bravo fratello».
Entriamo in casa ed Alma corre immediatamente ad aiutare Logan, io mi siedo sul divano con la piccola.
«Mamma posso prendere Astrid?».
«Ma certo che puoi, vieni tesoro, siediti».
Prendo la piccola e l'appoggio delicatamente tra le braccia di Jason.
«Oh, quanto sei piccola», mi guarda felice, «Mamma è bellissima», riporta nuovamente l'attenzione su Astrid, che dorme ancora come un angioletto, «La mia sorellina è bellissima».
Accarezzo la testolina di Jason, «Anche tu sei bellissimo», mi sorride facendo intravedere le fossette, «Come te mamma».
Logan arriva subito dopo, «Eccola al completo la mia bellissima famiglia».
Io e Jason sorridiamo, «Papà, oggi resta a casa, non andare in ufficio», chiede il piccolo sfoggiando il suo sorriso più bello.
«Certo che resto a casa».
«Hai intenzione di metterti in maternità?», dico scherzando.
Lui ride di gusto, «Sai, ci stavo pensando», risponde strizzando l'occhio.
«Ma non puoi».
«Certo che posso, sono io il capo».
Scoppiamo a ridere ma veniamo interrotti dal suono del campanello, «Bentornate», gridano tutti in coro.
«Siete tutti qui?», chiedo emozionata sul punto di piangere.
«Ovviamente», rispondono, sventolando i palloncini in aria.
«Siete fantastici».
«Dai sorellina non piangere», si avvicina, «Eccola qui, l'amore della zia», dice, prendendo Astrid tra le sue braccia amorevoli.
«Dalla anche a me», chiede impaziente Sira.
«Prima io, sono lo zio», rintuzza Anthony.
«Scusa caro, io cosa sarei? Anche io sono la zia», risponde a tono Sira.
Britney approfittando del tipico battibecco tra quei due prende la piccola Astrid, «Sei bellissima piccolina», sussurra al suo orecchio. Astrid con la sua minuscola manina afferra il suo dito e lo porta alla bocca. Liam stufo si frappone tra i due litiganti, «Adesso finitela! Riuscirete mai ad andare d'accordo? Mia nipote sta dormendo».
«Scusa papà», riprendono in coro, facendo ridere tutti.
Passiamo la serata in famiglia e solo a tarda sera, decidono di andare via per farci godere finalmente la prima serata con i nostri due piccoli fiori che avevamo tanto aspettato e sperato di poter avere.

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