Una settimana dopo, ancora nessun messaggio da parte di Tom era arrivato alla ragazza. Lo vedeva ogni sera, ancora accanto ad Alex, ma non aveva più osato tanto per avvicinarla e questo, non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, la faceva innervosire.
Quale persona chiedeva il numero di telefono di una ragazza e poi non faceva niente? Niente.
Se ne stava lì, a bere quella birra, lei dal palco poteva quasi sentire il suo sguardo addosso, ma non era più tanto presente come prima, come se si fosse già arreso. Non lo sopportava.
Quelle attenzioni le facevano piacere e non riceverle più solo dopo un misero assaggio era quasi straziante.Il sabato mattina si era svegliata stranamente presto, prima di pranzo, pur avendo lavorato ancora una volta fino a tardi e quando arrivò in cucina notò che il suo frigorifero e la dispensa erano totalmente vuoti, a malapena poteva farsi un caffè. L'unica cosa sempre presente erano le bottiglie di vino, ma non era il caso di iniziare a bere a quell'ora.
La via dei locali di quel quartiere era totalmente deserta a quell'ora, tranne per le persone che si occupavano di cambiare le locandine e pulire il terreno davanti alle proprie porte. Chloe dovette attraversare quella lunga strada fino all'alimentari all'angolo. Quel posto era una via di mezzo tra il quartiere fetish e la città pura, era esattamente quell'angolo a dividere le due realtà e lo si poteva notare da come le strade al di là del negozio fossero popolate e trafficate. Le macchine sfrecciavano, le persone correvano a lavoro e i bar erano colmi di signore intente a chiacchierare durante la colazione. Un tempo anche lei si era immaginata fare quelle semplici cose da adulta, ma il mondo in cui era entrata l'aveva costretta a rivedere tutta la sua vita. Non le dispiaceva affatto, per lei era la cosa migliore che le fosse mai capitata.
Come sempre, fuori dall'alimentari sostava seduto per terra Sten, un vecchio signore che aveva scelto di abitare per strada dopo aver perso la moglie. Chloe lo aveva già conosciuto quando la sua mente aveva già perso quel briciolo di sanità, ogni tanto entrava nel fetish, faceva un po' di casino, ma era prevalentemente innocuo. La sua storia, come l'avevano raccontata alla ragazza, era piuttosto straziante: per tutta la sua vita aveva vissuto con l'amore della sua vita e quando questa donna si ammalò, morendo davanti ai suoi occhi nella casa che avevano costruito insieme, lui decise che non poteva più stare tra le mura dove aveva perso l'unica cosa importante che aveva. Non avevano figli, non avevano parenti, erano solo loro due e lui si era trovato solo di punto in bianco. Ecco perché nessuno era in grado di trattarlo male, pur essendo spesso invadente. Chloe lo salutò e lui le fece un fischio, salutandola a gran voce, facendola ridacchiare mentre entrava nel negozio.
Entrando fece un cenno di saluto al cassiere che aveva già visto più volte in quegli anni ed iniziò presto a riempire il cestello rosso delle cose che più le servivano, dedicando un po' di tempo di troppo su quale caffè provare quella volta. C'era una leggera musica di sottofondo dalla radio locale che accompagnava la spesa delle poche persone presenti.
Al di là degli scaffali più bassi, nel reparto dei prodotti freschi, di fronte al frigorifero dove tenevano latticini, Chloe riconobbe il profilo del ragazzo che tutte le sere frequentava il locale, colui che non le aveva ancora mandato uno stupido messaggio.
Nella mente della ragazza passarono vari scenari. Per un primo momento ebbe l'impulso di nascondersi e cercare di sfuggire alla sua vista, prima di tutto perché quella mattina non desiderava essere riconosciuta per quella-che-lavora-al-fetish, poi perché il suo aspetto non era dei migliori in quel momento, con i capelli scuri raccolti in una mezza coda, nessun tipo di trucco in faccia e i vestiti un po' più comodi di quelli che amava indossare di solito. In un secondo momento, invece, pensò di affiancarlo e chiedergli che ragazza di persona chiedesse il suo numero di telefono per poi non scrivere nemmeno una parola.
Aveva sempre collegato queste sue due personalità, una un po' più timida e l'altra un po' più sostenuta, al suo segno zodiacale, perché ogni cosa che scrivevano nell'oroscopo della bilancia sembrava corrispondere perfettamente al suo comportamento.
Ancora non aveva deciso il da farsi, continuando a controllare compulsivamente le varie marche di caffè di fronte a sé, aspettando qualche attimo ancora per decidere, ma Sten non era della stessa opinione, perché quel vecchio svitato entrò nel negozio, istigato dalla leggera musica e gridò: «Chloe! Guarda, sono anche io uno stripper!» chissà come facevano le sue vecchie ossa a reggere tutti quegli ancheggiamenti se lei sentiva il dolore solo a ventitré anni.
Attirata dal suo grido, Chloe si girò di scatto a guardarlo e mise inizialmente una mano sul viso, visto che il tono di voce alto e il suo incitamento al cassiere di alzare la musica fecero voltare tutti i presenti, compreso Tom, che al solo sentire quel nome sgranò gli occhi.
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Promiscuous girl
FanfictionSentivo il peso di quella notte passata insonne, delle ansie che avevano avvolto il corpo estraniandolo dalla realtà. In un lampo, tutta la mia vita era cambiata ma lui era sempre lì con me.