Touya Todoroki

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Era ancora li, avvolto fra le morbide e calorose braccia del biondo. Perché....perché aveva reagito in questa maniera e soprattutto.... perché lo stava osservando usare il suo quirk durante un allenamento? Il rosso ammirava le sue tecniche di spionaggio, perché sinceramente non lo aveva proprio notato, neanche aveva sentito la sua presenza, o i suoi passi, oppure il battere delle sue ali, bah, forse per non farsi beccare dai prof aveva usato delle tecniche ninja al rosso sconosciute, oppure ha una specie di "doppio quirk", o anche l'essere aggraziato e leggero nei movimenti è semplicemente una sua particolarità. Era un mistero per il giovane ragazzo dai capelli cremisi, eppure ci voleva coraggio per disobbedire ai professori per fare una cosa del genere. Perché li interessava così tanto? Neanche si conoscevano, nessuno sapeva niente dell'altro eppure....perché stava così bene rannicchiato nelle sue esili braccia? Lo faceva star bene, non capisce se era per colpa della stanchezza che lo aveva disabilitato a muovere ogni singolo muscolo del proprio corpo, oppure se era veramente così, fatto sta che però comunque stava bene tra le braccia di quello stupido pennuto. Nella testa del rosso per colpa di quel maledetto ragazzo alato c'era il caos più totale. Quel maledettissimo piccione li stava facendo salire troppi dubbi in mente. Odiava pensare e riflettere, Touya era un ragazzo molto timido e con un carattere particolarmente menefreghista, in sintesi non gli importava di ogni singolo essere vivente che respirava la sua stessa aria, stava bene nella sua amata solitudine e tranquillità, ma appena stuzzicato un filino di troppo poteva diventare Satana in persona. Dalla persona più calma dell'universo mutava in quella più impulsiva e sadica, era il solito ragazzo misterioso che sta lontano da tutti gli altri perché non vuole avere problemi, le uniche presenze a lui gradite erano quelle dei fratelli Natsuo, Fiumy e il piccolo Shoto. 

Senza che se ne rendesse neanche conto il pennuto lo aveva già portato in infermeria e disteso sul lettino, ammette che era stato veramente veloce...anche troppo. Non aveva intenzione di parlarli, era troppo stanco e confuso per farlo, voleva del tempo per pensare e quella era proprio l'occasione giusta. Vedeva il biondino volare da una parte all'altra dell'infermeria disperato, così stranendosi ancora di più "che cosa stai facendo....perché sei così preoccupato per me...mica sto morendo...AAAAAA A FORZA DI PENSARE MI FARAI IMPAZZIRE MALEDETTO!" urla all'interno dei suoi pensieri infastidendosi altamente, trovava un gesto carino quello del pennuto, sì ma....non lo riusciva a capire, e non comprendendo la ragione delle sue azioni si inizia a innervosire sempre di più, questo era il risultato della rabbia repressa su se stesso, ovviamente facendo ricadere il peso dell'odio che emanavano le sue occhiate fulminanti sul biondo, che correva e svolazzava in giro senza sosta. Una cosa che lo irritava ulteriormente era il fatto che aveva perso un dibattito contro di lui...non riusciva a sopportare questa debolezza quando era insieme a quell'essere. Che cosa lo rendeva così debole da farlo obbedire ai suoi ordini? Se fosse stata un altra persona in una situazione tale sarebbe finita a botte, se non peggio. Odiava perdere contro qualcuno, soprattutto contro qualcuno che non conosceva minimamente, quel fottuto pennuto lo stava portando a perdere la testa, stava letteralmente per impazzire e sprigionare tutto l'odio accumulato su di lui, quel maledetto pennuto tanto innocente quanto colpevole. Stava per aprire bocca per iniziare un dibattito con il biondino, finche una donna abbastanza anziana spalancò la porta per poi entrare di fretta. Sembrava avesse una settantina d'anni, i suoi occhi erano glaciali come i ghiacciai dell'Alaska, i suoi capelli erano candidi come la neve che cadeva le mattine di Dicembre e infine il suo viso era pieno di leggere rughe, non troppo accentuate ma ben visibili. "La avrà chiamata lui....maledetto, non voglio dell'aiuto, sto bene così, posso cavarmela da solo." pensava sempre più irritato il ragazzo dai capelli cremisi. Nella sua vita non aveva mai ricevuto aiuto da nessuno, per tutti i suoi 15 anni di vita era riuscito a cavarsela......certo non nel migliore dei modi, ma era sempre qualcosa, e andava fiero della sua autonomia. Chiude le labbra velocemente, quel movimento lo aveva eseguito automaticamente, aveva bloccato il suo respiro formando un lieve versetto simile a un sospiro, l'unica differenza era che fosse eseguito al contrario. Con questa chiusura delle labbra improvvisa blocca nuovamente le parole che stava per pronunciare, un lieve dolore al petto inizia a formarsi per colpa del rimorso provato nel fermare quelle domande, che sicuramente avrebbero avuto risposte più che chiare. Touya non aveva mai visto quella vecchietta, dopotutto era solo il secondo giorno all'interno di quella galera, era normale, non li avevano mai fatto fare un tour dell'istituto. Vedendola interagire con Keigo percepisce che i due erano entrati in confidenza ormai da tempo, vide Keigo sprigionare la parte più bella del suo carattere, il suo sorriso lo incantava così distraendolo dall'odio che stava ancora provando verso i propri confronti ma anche nei suoi. Lentamente il bellissimo sorriso del biondo lo stava contagiando. Il suo modo di parlare era così amichevole....non era per niente timido come era con lui, sembrava totalmente un altra persona; rideva, scherzava, giocava...era come se fosse libero. Non riusciva a comprendere bene i discorsi fra i due, era troppo stanco, aveva veramente esagerato, ma anche se aveva usato tutte le forze che aveva in corpo non ci furono vittorie, ma solo delusioni e dolore. Prova a non pensare al suo ennesimo fallimento, tanto oramai era abituato a ciò, si concentra sul bellissimo viso di Keigo; era così pieno di vita...come faceva a avere un'espressione del genere all'interno di quel luogo simile a una vera e propria prigione, era questa una delle tante cose che non capiva, da dove veniva tutta la sua forza di volontà e tutta quella vita all'interno di quegli occhi d'orati? Era veramente attratto da quel essere. Il suo sorriso li donava una pace mai provata, lo tranquillizzava in qualche modo. Era uno stupido piccione fastidioso e particolarmente...odiabile? Può darsi, non ne era sicuro, aveva solamente bisogno di quel prezioso tempo per studiare al meglio possibile la situazione. "Ehi! Tou tutto bene? Hai bisogno che ti porti qualcosa?" si avvicina dicendo premurosamente il  pennuto preoccupato, ovviamente la sua espressione era tornata con quelle incomprensibili sfumature piene di imbarazzo e anche di un lieve terrore, dato che lo stava veramente scrutando con le sue occhiatacce che erano tornate più che visibili. Il rosso si risveglia dal fantastico mondo dei sogni; sentendolo avvicinarsi apre lievemente di più le palpebre sorpreso, era come se stesse sognando e quella voce lo aveva completamente svegliato. Anche se sapeva che al biondo li incuteva terrore essere osservato in quel modo non smetteva comunque di farlo, aveva bisogno di risposte, quelle risposte che solo gli occhi possono darti. "mh?- oh, si sto bene non ho bisogno di nulla Keigo." lo continua a scrutare di certo mettendo molto meno odio nello sguardo, così evitando di traumatizzarlo completamente. "oh...va bene. La dottoressa sta per tornare con le creme per le tue scottature". Immerso nei suoi pensieri il rosso non si era per niente accorto che la vecchietta era uscita dalla stanza. A quelle parole il rosso si sentì come se più sollevato. Di certo era abituato al dolore che li provocavano quelle maldette scottature, ma era comunque insopportabile e fastidioso, soprattutto perché le ustioni ormai violacee erano a contatto con il tessuto stretto della tuta. Era stata creata apposta per le persone con il quirk di tipo fuoco, era di un tessuto "antincendio" così che non avrebbe dovuto cambiare tuta ogni volta che utilizzava il quirk. Finalmente erano di nuovo soli. Il rosso capì che era il momento di ricevere risposte, non smise di guardarlo neanche per un attimo, il suo sguardo era concentrato sugli occhi del biondo a pochi centimetri dai propri, quei bellissimi occhi d'orati pieni di speranza. Lo fissa intensamente, stava studiando tutte le emozioni che il biondo stava provando. Il povero pennuto non riusciva a tenere la tensione che si era creata per colpa di quel troppo intenso contatto visivo e, quasi istintivamente, volta il viso imbarazzato verso gli scaffali riempiti di medicinali, cercando con lo sguardo una scusa per scappare dall'espressione glaciale del rosso. Stava per fare un passo verso lo scaffale fino a quando non sente una forte presa al braccio sinistro, di scatto si gira per capire quale fosse la causa. Colto di sorpresa spalanca  le palpebre e le ali cremisi istintivamente , per autodifendersi da qualsiasi cosa fosse. "Non avrai intenzione di scappare spero. Perché lo hai fatto Keigo?!"

𝚆𝚑𝚢 𝚒 𝚕𝚘𝚟𝚎 𝚢𝚘𝚞...✍︎ //Dabi x Hawks Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora