Capitolo 2

509 17 3
                                    

Varcammo la soglia dello stadio, oltre la quale venimmo abbagliati da una luce accecante. Le urla sembravano non finire mai, mentre noi, in fila per due, procedevamo lentamente fino al centro del campo, dove poi, insieme agli altri giocatori, venimmo divisi in due squadre, per far veder al mister le nostre abilità, in modo che tutti, anche quelli meno conosciuti, potessero avere la possibilità di essere scelti.
Ironia della sorte, oltre ad essere accanto a Xavier, ci finí pure nella stessa squadra, fantastico.
L'arbitro fischiò l'inizio della partita.
Xavier ed Hunter partirono all'attacco, mentre io rimasi ferma a centrocampo ad osservare bene la scena e ciò che succedeva intorno a noi, per capire le dinamiche e osservare i giocatori che tanto avevo ammirato finalmente dal vivo. Hunter perse palla, e Axel corse veloce verso la nostra metà campo, ma io non mi mossi, troppo occupata a studiarne i movimenti.
Non so bene perché mi misero in difesa, visto che sono un attaccante che qualche volta gioca però a centro campo, ma preferì non obiettare, sarebbero rimasti ancora più stupiti.
Axel stava per segnare, quando Jude in scivolata gli tolse la palla.
- Principessa, dovresti anche giocare, non solo stare a guardare. - mi disse Aiden Frost, ma io non feci caso a lui, continuando a seguire attentamente il gioco e i movimenti di ognuno di loro.
Il primo tempo finí 0-0, erano tutti sfiniti, tranne me, che avendo fatto ben poco, impedendo solo alcuni tiri che sarebbero stati potenziali goal, ero ancora nel pieno delle mie forze.
Il fischio che sanciva l'inizio del secondo tempo arrivò forte e chiaro alle mie orecchie.
- Bene, ora si che inizia il divertimento. - dissi, ed iniziai a correre verso Aiden, che avanzava palla al piede insieme a Shawn.
Senza alcuna fatica gli rubai la palla ed inizia a correre verso la metà campo avversaria, riuscendo a dribblare alla perfezione ogni giocatore che mi si parava davanti. Potei notare gli sguardi sorpresi di tutti posati su di me, è evidente che non si aspettavano che fossi in grado di fare ciò.
Provarono a contrastarmi ma con scarsi risultati e finalmente mi trovai faccia a faccia con l'estremo difensore, Mark Evans, il leggendario capitano e portiere che ho sempre desiderato conoscere e sfidare, per scoprire se fosse in grado di parare il mio tiro.
Mi fermai esattamente di fronte alla porta, poggiai un piede sul pallone, feci un respiro profondo, consapevole che quel tiro avrebbe prosciugato parte delle mie energie, e dopo essermi sollevata il pallone in alto, tirai.
- Tempesta nera. - urlai.
Un forte vento tempestoso si sollevò intorno a me, risucchiando parte del terreno e con esso la palla. Un fascio di fulmini circondò la bolla che si era formata, che mano a mano cresceva sempre di più. A quel punto saltai più in alto che potessi, colpendo la palla in rovesciata col massimo della mia potenza.
Mark provó ad utilizzare la sua mano del colosso, ma la potenza devastante del mio tiro era nettamente superiore, venendo così spazzato letteralmente all'interno della porta stessa.
- GOAAAAAL! La prima rete porta la firma dell'attaccante Chloe Suzuki!
Atterrai normalmente, ma mi fu difficile restare in piedi, così chiusi gli occhi, pronta al contatto tra il campo ed il mio didietro, ma due braccia mi afferrarono per le spalle prima che rovinassi al suolo.
Mi voltai e vidi due iridi rosa fissarmi intensamente negli occhi.
- Non sei poi così male, ma se per un tiro del genere finisci a terra senza forze, non c'è storia con il Dio del goal. -, sussurró Xavier al mio orecchio.
Venni percorsa da qualche brivido e dopo essermi scrollata le sue mani di dosso, mi sistemai la divisa e con aria di sfida gli dissi:
- Dio del goal? Quale Dio del goal? -.
- Certo che sei proprio una ragazzina impertinente, stai a guardare cosa sa fare un vero fuoriclasse. -, mi disse.
- Stupiscimi allora, "Dio del goal" -, dissi mimando le virgolette.
Non se lo fece ripetere due volte, facendo così il secondo goal, con la sua mossa speciale, il Detonatiro. Devo ammmettere che è davvero un ottimo attaccante, il suo tiro ha quasi la stessa potenza del mio, anche il suo dribbling non è niente male. Ma gli darò del filo da torcere, ancora non ha visto niente.
---
Il triplice fischio dell'arbitro segnò la fine della partita, 3-3.
Eravamo tutti sfiniti, ognuno di noi aveva fatto del suo meglio per coronare il suo sogno di entrare a far parte della nazionale giapponese.
Mister Yi si avviò sul palco, prese il microfono ed inizio a parlare:
- Bene, adesso elencherò i nomi dei giocatori che entreranno a far parte della nazionale del nostro paese. Tutti coloro che nominerò sono pregati di fare un passo avanti:
Mark Evans, Jude Sharp, Axel Blaze, Shawn Frost, Aiden Frost, Nathan Swift, Hunter Foster, Jordan Greenway, Xavier Schiller, Chloe Suzuki, Caleb Stonewall, Dave Quagmire, Sonny Wright, Elliot Ember, Heath Moore, Duske Grayling, Sandra Fischer, Basile Hardy, Byron Love, Ichihoshi Hikaru, Acker Reese, Trevor Cook, Cliff Parker, Adriano Donati, Valentin Eisner ed infine Billy Miller.
Che i 26 giocatori ufficiali della nazionale giapponese si facciano avanti e salgano sul palco a prendere la loro divisa. Sarete poi accompagnati a casa a prendere le vostre cose e prepararvi per il ritiro ai piedi del monte Fuji.
Signori, accogliete con un calorosissimo applauso i rappresentanti del Giappone, la nuova Inazuma Japan! -
La folla iniziò ad applaudire ed urlare a più non posso ed io, incredula, non riuscivo a capire se tutto ciò che stesse accadendo intorno a me fosse un sogno o fosse reale, finché Mark non mi appoggió una mano sulla spalla dicendomi:
- I miei complimenti Chloe, sei davvero fortissima, la potenza del tuo tiro è impressionante. Te lo meriti proprio di far parte della squadra. Andiamo a prendere le divise, dai.-
Mi ridestò dai miei pensieri e dopo essermi data un pizzicotto sul braccio capì che era tutto reale, così corsi leggermente per raggiungere gli altri e affiancarmi a loro nel salire sul palco. Provai un'emozione indescrivibile, ero davvero felice e soddisfatta di me stessa, come raramente era capitato.
Dopo aver preso la mia divisa, scesi dal palco insieme agli altri, dirigendomi verso gli spogliatoi per cambiarmi e tornare a casa a prendere le cose necessarie.
Persa nei miei pensieri rallentai un po' il passo, restando leggermente indietro.
Qualcuno mi affiancò, e chi poteva essere se non lui?
- Beh, sei riuscita ad entrare alla fine, complimenti-.
- Grazie, nonostante tutto, anche tu sei riuscito ad entrare, quindi complimenti anche a te.-
- Che cosa vorresti dire con quel "nonostante tutto?"- si alterò.
- Che nonostante la debolezza del tuo tiro, soprattutto paragonato al mio, è praticamente un miracolo che tu sia stato preso. -, sorrisi beffarda.
Si girò di scatto, facendo sbattere il mio corpo contro la parete gelida dietro di noi per poi appoggiarsi su di me con fare minaccioso, sussurrandomi all'orecchio:
- Bambolina, ti piace giocare col fuoco eh? Ma attenta, potresti restarne scottata. -
- Piuttosto, sta attento tu a non restarne bruciato, non ho mai avuto paura delle fiamme, sono sempre riuscita a domarle, e una fiammella come te non può certo intimorirmi. -
- Fiammella dici? Sei proprio simpatica. -, rise di gusto.
- Anche il tuo amico che preme sulla mia coscia sembra provare una certa simpatia per me, visto che è già la seconda volta che si scomoda a causa mia. Che dici, ti levi un po' dal cazzo? -, dissi scrollandomelo di dosso.
Lo vidi arrossire e ne sorrisi vittoriosa, era priorio soddisfacente vederlo imbarazzato.
- Fottiti -, disse freddo.
- Così impari a non giocare col fuoco Schiller -, gli feci un occhiolino, gli voltai le spalle e ripresi a camminare verso lo spogliatoio, mentre sentivo il suo sguardo bruciarmi sulla schiena quasi come volesse incenerirmi.
Tutto questo mi divertiva e stuzzicava allo stesso tempo, ero proprio curiosa di sapere fino a dove ci saremmo spinti.
Le cose si facevano interessanti.

Il Dio del GoalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora