Capitolo 4

394 17 3
                                    

Presi le mie 3 valigie con difficoltà e mi incamminai nella hall, grazie all'aiuto di Aiden e Shawn, che ne portarono una ciascuno.
Una volta lì, onde evitare discussioni, il mister decise che avremmo sorteggiato il compagno di stanza, visto che non c'erano stanze singole, ma soltanto doppie.
Diciamo che non ero particolarmente attratta dall'idea di stare in camera con uno dei ragazzi, ma allo stesso tempo la cosa mi affascinava ed incuriosiva, chissà cosa sarebbe successo, come sarebbe andata, come avremmo gestito l'imbarazzo, sarebbe stato sicuramente interessante.
- Chloe con Xavier. - disse mister Yi dopo aver estratto i bigliettini con i nostri nomi dal sacchettino che stava usando per mescolare i vari pezzi di carta.
Di colpo il tempo si fermò, il sangue mi si geló nelle vene e all'improvviso quello che avevo pensato poco fa mi sembrò così stupido e fuoriluogo. Avrei potuto e voluto condividere la mia stanza con chiunque, ma non con lui, dannato Xavier Schiller, mi dava proprio sui nervi ed il suo tocco aveva uno strano effetto di me. Non volevo averlo intorno, figuriamoci nella stessa stanza. Tutto ciò non prometteva niente di buono, anzi, tutto il contrario, non avremmo fatto altro che scontrarci dalla mattina alla sera.
Sbuffai sconsolata, ricevendo un'occhiataccia da parte del mio compagno di stanza.
- Non credere che tu sia l'unica seccata da questa situazione. - sputò acido.
- Ora che l'hai detto vivremo tutti sicuramente meglio. - sbuffai irritata.
- Dai ragazzi, finitela, non voglio sentire le vostre urla mentre litigate e vi ammazzate dalla mattina alla sera, vorrei riposare e dormire. - disse Jude e Caleb annuí.
Ci zittimmo e restammo lì fermi ad ascoltare le restanti divisioni fra le varie camere ed i vari componenti della squadra.
Indovinate chi era l'unica ragazza ad essere capitata in stanza con un ragazzo? E come mai proprio io? E perché proprio con Xavier Schiller? Avete presente quelle domande senza risposta? Bene, queste rientrano certamente tra quelle.
Il mister ci congedò, e noi, una volta prese le chiavi, ci recammo nelle stanze per sistemare le nostre cose. Ovviamente il principino non si è scomodato nemmeno a chiedere se avessi bisogno di una mano per salire le valigie, visto che avremmo dovuto percorrere lo stesso tratto di strada e condividere la stessa camera, si è semplicemente diretto con nonchalance verso la direzione prestabilita.
Fortuna che ci hanno pensato Aiden e Shawn a darmi una mano, altrimenti ci avrei messo più del dovuto ad arrivare, dovendomi trascinare dietro ben 3 valigie.
Una volta arrivati, aprí la porta ed indicai ai fratelli dove lasciare le cose, per poi salutarmi e recarsi nella loro stanza, ma non prima che Xavier gli dedicasse una delle sue solite occhiatacce.
Decisi di ignorarlo e di iniziare a sistemare la mia roba, cominciando col fare il mio letto e posando parte dei vestiti, principalmente tute comode e pigiami, nella mia parte di armadio.
Lo vidi sollevare un sopracciglio quando finí di fare tutto, e non appena mi buttai di peso sul letto, leggermente sfinita, lui si alzò, per cercare di fare un po' d'ordine. Prese delle lenzuola dalla sua valigia e cercò di sistemarle come poteva, ma era assolutamente imbranato, era evidente che non sapesse cosa stesse facendo, e mi fu impossibile non osservarlo e scoppiare a ridere.
- Lo trovi divertente? - mi disse stizzito.
- Molto, il grande Dio del goal che non riesce nemmeno a sistemarsi il letto, lo trovo esilarante.- dissi ridendo.
- In genere ci faccio altro a letto, sicuramente non lo cambio o sistemo.- ammiccò
- Non ne dubito assolutamente.- risi ancora prendendolo in giro.
- Vuoi una dimostrazione per caso?- disse avvicinandosi pericolosamente a me e salendo a cavalcioni sul mio letto e di conseguenza su di me.
Il suo sguardo era incatenato al mio, i suoi occhi erano come delle calamite, due pozze rosa dietro alle quali si nascondeva un mondo che avrei voluto scoprire volentieri. L'aria si faceva sempre più calda, l'atmosfera carica di tensione stava iniziando ad annebbiarmi il cervello e lui che si avvicinava lentamente a me, con quel maledetto sguardo seducente, al quale, non so nemmeno io perché, avrei ceduto volentieri, di certo non migliorava le cose.
Decisi dunque di reagire, non poteva certo averla vinta così.
Misi una gamba sul rigonfiamento che pulsava nei suoi pantaloni, sorridendogli con sguardo sornione, quasi a fargli credere che stessi anche io al suo gioco. Mi avvicinai pericolosamente alle sue labbra e sussurrai:
- Sicuro di doverla dare a me la dimostrazione e non a te stesso? È la terza erezione che ti faccio avere in un giorno, più chiaro di così.-
La sua espressione mutò da sicura di se e provocante, a imbarazzata ed irritata, così si scostò quel tanto che bastasse per permettermi di farlo allontanare dal mio letto.
- Che c'è, non parli più, latin lover?"-, lo sbeffeggiai.
- Fottifi. -, disse secco.
- Questo è quello che vorresti fare tu con me semmai, ormai è abbastanza evidente. -
- E se anche fosse?-, rispose a tono.
- Faresti meglio a tenertelo dentro le mutande, se non vuoi portarlo al collo come fosse un ciondolo prezioso. - lo avvisai minacciosa, e stranamente sembró recepire il messaggio.
Fu lui, dopo qualche minuto di silenzio, a rompere la quiete che si era creata:
- Allora, mi aiuti a fare sto cazzo di letto o no?- disse seccato.
Scoppiai a ridere sguaiatamente.
- Manca la parolina magica.- continuai.
- Per favore sua altezza, sarebbe così tanto gentile da farmi la grazia di prestarmi il suo regale aiuto per sistemare il mio fottuto letto?"-
- Stavi andando bene, peccato tu abbia rovinato tutto alla fine. - risi, lanciandogli addosso il lenzuolo.
- Fidati, in genere le cose le miglioro proprio alla fine.- mi fece un occhiolino che faceva trasparire tutte le sue cattive intenzioni.
- Se non la finisci ti ci strozzo con queste lenzuola. -, lo fulminai con lo sguardo.
- Okay, okay, non c'è bisogno di scaldarsi tanto bambolina. - disse alzando le mani in segno di resa, e lo vidi sorridere, un sorriso sincera, non quell'odioso ghigno che aveva perennemente stampato in faccia. Sorrisi a mia volta, e ci perdemmo nel sistemare il suo letto e la sua roba, visto che era negato nel fare ordine e piegare le cose, e non facemmo altro se non continuare a ridere, battibeccare, punzecchiarci, litigare, darci qualche pugno o schiaffo qua e là. Finché non ci buttammo entrambi sul suo letto stremati.
- Grazie. - sussurrò quasi impercettibilmente.
- Prego. - dissi.
Poi lui chiuse gli occhi ed io restai lì ad assaporare il silenzio, ripercorrendo quegli attimi piacevoli e divertenti che avevamo appena trascorso insieme. Visto da queste prospettiva, Xavier Schiller non sembrava tanto male, essere molesto a parte, forse non sarebbe andata male come mi ero immaginata all'inizio, magari, al contrario, sarebbe stata una convivenza piacevole, movimentata e litigiosa certo, ma sicuramente intensa, movimentata e priva di noia e tranquillità, il che non mi dispiaceva affatto. Anzi, tutto il contrario.

Il Dio del GoalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora