È passata mezz'ora ormai da quando ho fatto quella telefonata, ma quella persona non si è ancora presentata. Mi aveva detto che aveva degli "impegni molto importanti da sbrigare", e che però non sapeva quando si sarebbe liberata. È molto influente e "persuasiva", ma ora ci sta mettendo un po' troppo per i miei gusti.
Sono nervoso e non va bene.Mi alzo dalla poltrona e inizio a camminare avanti e indietro per la sala, come se fossi un leone in gabbia e un po' mi ci sento, ma non in gabbia, mi sento come un leone che, dopo quello che ha appena visto, è anche molto incazzato.
Guardo l'ora sul mio Rolex d'oro (è originale), mi accorgo che sono passati altri dieci minuti.
Quindi mi dirigo alla finestra, sposto la tendina quanto basta per vedere la sua auto in arrivo (già, proprio come uno spione), ma niente.
Vado in cucina e nel momento in cui apro il frigorifero, il campanello suona.
Mi lancio ad aprire la porta ed eccola qui, non è sola, con lei ci sono le sue tre guardie del corpo più fidate con la mano sulla pistola pronte a far fuoco, pronti a riempirmi di buchi tanto da farmi diventare un colabrodo in caso dovesse andare storto qualcosa.
Lei senza fiatare alza la mano come per dire: <Tranquilli ragazzi, è tutto sotto controllo!> Loro si rilassano ma non troppo, d'altronde sono sempre sul chi va là, però comunque continuano a guardarsi intorno sicuri di loro stessi.
<Madame...> le dico con il braccio che indica l'interno della villa e lei entra ancheggiando sui suoi tacchi in silenzio.
Questa situazione è assurda, perché tra di noi c'è sempre stato molto feeling e adesso si comporta come se nulla fosse. Come se non la conoscessi. Sì, so come si chiama, ma lei non vuole più essere chiamata con il suo nome di battesimo.
Ancheggiando attraversa la soglia e dopo essere entrato e chiuso la porta, lascia scivolare il suo soprabito che, con eleganza, cade sul pavimento, lasciandolo lì senza nemmeno curarsi di raccoglierlo, quindi lo faccio io e lo poso sul bracciolo della poltrona.
Avanza per le scale fino a che non raggiungiamo la porta del mio ufficio. La apre e si siede al mio posto, mentre io sono seduto dall'altra parte della scrivania, ma prima di sedersi si sistema per bene il tubino bianco e mi dice con voce suadente: <Scusa per il ritardo, ma il mio "impegno" mi ha creato qualche problema.> sorride. <Ma non ti preoccupare è tutto risolto.> Il sorriso è sparito, in compenso mi fa l'occhiolino. <Sei sicuro di quello che hai in mente di fare?>
<Certo, sennò non ti avrei chiamata.>
<Andrew, caro, è una cosa più grande di te, lo sai vero?>
<È per questo che ho aspettato così tanto prima di chiamarti. Ora sono pronto.>
<Mi è giunta all'orecchio la notizia che hai avuto una promozione.>
<Sì.>
<So anche di Marie.>
<Cazzo! Sai proprio tutto!> Le sorrido e lei contraccambia.
Ad un certo punto si fa seria e mi dice: <Andrew…> è preoccupata. <Devi stare molto attento. Se vuoi davvero farne parte.>
Accenno un "sì" con la testa in silenzio.
<Niente più stronzate, e con stronzate intendo "Marie". Niente locali. Niente di niente. Intesi?>
Un altro accenno silenzioso.
Prende un post-it, una biro e inizia a scrivere un numero di telefono. <Chiama a questo numero domani mattina alle otto in punto. Né un minuto prima né uno dopo. Nel frattempo lo avviso io che lo chiamerai.>
<Va bene. Grazie di tutto Veron… ehm, volevo dire Madame, scusa.>
<Non farlo mai più, d'accordo? Per questa volta passi, ma non ti azzardare a chiamarmi con quel nome, oppure ordino ai miei che stanno fuori dalla porta della tua villa di farti saltare il cervello. Ci siamo capiti Andrew?>
<Certo.>
<Bene, adesso posso anche andarmene.> Arrivata alla soglia della porta del mio ufficio si volta e mi dice: <Io metterò una buona parola per te, ma tu non osare a farmi fare delle brutte figuracce.>
Si è trattenuta. Ai vecchi tempi avrebbe detto: "figure di merda".
<Non lo farò.>
<Ci conto Andrew!> mentre si avvia fuori mi saluta con un cenno della mano dopodiché dice ai suoi uomini: <Possiamo andare!> La osservo. Osservo ogni suo movimento e dopo averla vista sparire rientro in casa e dico a me stesso: <È fatta!>
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LAST RESORT
ActionA volte ci sono tante cose da dire e da fare, che c'è l'imbarazzo della scelta... A volte niente è come sembra... A volte... 🔞🔞🔞🔴🔴🔴🔴🔞🔞🔞🔥🔥🔥⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️ Non leggete se non siete in grado di reggere il colpo! Intesi?