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Una luce intensa filtra attraverso il soffitto.
Un dolore atroce pervade il mio corpo. Tutto.
Urlo.
Vedo i dottori e le infermiere che mi stanno operando a freddo.
C'è chi mi apre il petto, altezza cuore, con un bisturi gigante. (Il petto? Non mi ricordo di essere stato ferito in quel punto.)
Mi dimeno freneticamente.
Ci provo, ma non ci riesco.
Qualcosa o qualcuno mi tiene fermo.
<Calmo ragazzo. Stai calmo. Se ti agiti non riuscirò a operarti!> una voce inquietante mi ordina ciò che devo fare.
<Dato che non stai fermo ti dovrò far fare un'anestesia. Mary, la nostra anestesista, la migliore del modo, t'infilerà un ago nella vena. Ma devi stare fermo!>
Urlo.
<Ciao Andrew.> sorride.
Oddio! Cazzo è più grande l'ago della sua mano.
<Non fare il bambino. Da bravo.>
Merda! È pure arrugginito.
<Fermo...>
Ma che...
Due mani si posizionano sul collo e iniziano a stringere.
Soffoco. Non respiro. Sto per morire me lo sento e sicuramente non fotte un cazzo a nessuno se dovesse succedere...

Riapro gli occhi per la seconda volta, ma invece di trovarmi in sala operatoria sono in una stanza.
Una figura maschile è difronte a me, ma non mi sembra di averlo mai visto.
Con voce rauca gracchio un: <Chi sei?>
<Ti sei svegliato finalmente. Non ti ricordi di me Andrew?>
<Assolutamente no!> 
Mi fa male la gola. Cazzo se fa male!
<Sono quello che ti ha salvato la vita.>
<Grazie mille, ma poteva evitare di farlo. Era meglio morire.> parlo a fatica.
<Mi chiamo Samuel, ma puoi chiamarmi Sam.>
<Ho bisogno di bere.>
<Ti faccio portare dell'acqua.>
(Preferirei del whiskey.)
Il tizio che in primis era seduto sulla sedia in attesa di un mio risveglio adesso è sparito, volatilizzato.
Vorrei tanto sapere cosa cazzo mi ha iniettato quella stronza!

Mi squilla la sveglia del cellulare.
Come ogni mattina alle sette meno cinque.
Anche oggi BROKEN dei fivefold è partita a tutto volume.
Quando apro gli occhi mi accorgo oltre a non essere in camera mia, mi rendo conto che sono vestito ancora da lavoro e ho un fottuto mal di testa. Provo ad alzarmi, ma ho dei mancamenti, così mi siedo a peso morto sul divano.
Perchè cazzo sono vestito da lavoro?
Controllo il mio corpo per vedere se ci sono ferite, fortunatamente non ho niente.
Allora tutto quello che mi è accaduto è stato un fottuto incubo?
Mi faccio coraggio e vado in cucina.
Apro un'anta e afferro un flacone con dentro delle pastiglie per il mal di testa.
La ingoio a secco.
Puzzo di fumo, credo sia erba.
Raggiungo la camera prendo dei vestiti di ricambio e vado a farmi una doccia.
Mi soffermo di più nelle zone intime non capendone il motivo per il quale lo sto facendo, ma il mio cervello viaggia insieme alla mano
Ne ho di bisogno.
Inizio lentamente con delicatezza, dopodiché aumento il ritmo ansimando.
Schizzo sulle piastrelle e non me ne curo.
Fanculo.
Mi sciacquo lasciando il mio liquido appiccicoso sopra di esse.
Esco più rilassato e mi preparo per un'altra giornata lavorativa.

Due ore dopo il mio migliore amico mi manda un messaggio.
<Bro. Come ti senti? Elisa ieri sera ti ha distrutto. Ci avete dato dentro come conigli. 😉>
(Chi diavolo è questa?)
<Sinceramente non ricordo nulla. Adesso ti saluto. Sono al lavoro. Ci sentiamo dopo.>
<Comunque ti sei scelto una bella gnocca! 😁 A stasera amico!>
Cosa mi sta succedendo. Può essere che sto perdendo colpi mentali?
Mi sono accorto stamani di avere un succhiotto sul collo, ma ad arrivare a non capire niente in questo modo è davvero una cosa alquanto ridicola.

Come promesso esco dal lavoro (in tarda serata come sempre) e lo chiamo.
<Potresti venire da me? Ti devo parlare!>
<Sono a farmi un tatuaggio dietro la schiena. Appena ho finito ti raggiungo.>
<Ok.>
Infatti mezz'ora dopo arriva come se nulla fosse facendo il figo con il suo sorriso strappa mutande.
Non gli do il tempo di parlare né il tempo di accomodarsi che subito con una pedata chiudo la porta e lo prendo per il collo appiccicandolo al muro.
<Andrew. Cosa cazzo ti prende!>
Stringo la presa.
Quando mi accorgo che sto esagerando lo lascio andare.
Si piega in due posizionando le mani sulle cosce e inizia a tossire.
La vena che ho sul collo è molto visibile e pulsa alla velocità della luce.
Il suo colore torna ad essere come prima.
Pallido.
<Mi spieghi cosa cazzo ti è preso?>
<Cos'è successo ieri?> domando senza fare troppi giri di parole.
<Cosa intendi dire?>
<Basta cazzate e parla!>
Mi guarda basito, mentre io mi sto incazzando sempre di più.
Gli occhi iniettati di sangue, mi sento come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro.
Il ticchettio mi suona nella testa.
Forse sto impazzendo?
No! Ho una grandissima voglia di prendere sto stronzo a pedate nel culo!
<Siediti!> Gli ordino incazzato nero. Lui fa come gli dico senza parlare.
Lo guardo con gli occhi socchiusi aspettando che apra quella fottuta bocca per parlare.
<Bro...> inizia a dire lui.
<Bro un cazzo! Vai subito al sodo!>
<Ok. Ieri sera, quando sei uscito dal lavoro, mi sei venuto a prendere. Siamo andati da mio cugino che dava una festa. Era pieno di gnocca, ma una in particolare continuava a fissarti.>
<Sarebbe Elisa. Giusto?>
<Sì. Non ti sentivi molto in forma, non so per quale motivo, perché non me lo hai detto. Probabilmente eri stressato per colpa del lavoro. Non so.
Insomma Elisa, sexy da morire, si è avvicinata a noi insieme a quel coglione di mio cugino.>
<Quindi è stato lui a presentarmela?>
<Sì. Non hai avuto esitazioni. Come ti ha preso la mano e ti ha sussurrato qualcosa all'orecchio, l'hai caricata sulla spalla mettendo in mostra davanti a tutti ogni ben di dio. Ridendo siete andati in camera di mio cugino e ci avete dato dentro. Le urla di Elisa che continuava a urlare il tuo nome ci facevano capire cosa stavate facendo e siete andati avanti così per tutta la notte. Sono dovuto entrare per recuperati. Non ne volevi sapere di andartene.>
<Perché non mi ricordo nulla?>
<Questo non lo so.>
<Questa tipa mi ha lasciato il suo numero. Me ne sono accorto stamattina dopo che ho parlato con te.
Mi ha mandato un messaggio con scritto: "Altro giro altra corsa stallone!"
Ma non le ho risposto, perché non avevo tempo.>
<Magari se la vedi potresti ricordartela. Mi hai detto che le scattato qualche foto prima di andartene lasciandola nuda. Non hai voluto mostrarmele.>
Prendo subito il cellulare scorro la galleria e ci sono un sacco di foto sue nuda in varie posizioni.
Non la riconosco.
Non so chi sia.
Merda!
<Allora? Te la ricordi?>
<No.>
<Allora chiamala. Parla direttamente con lei. Chiarisciti una volta per tutte senza farti seghe mentali inutili.>
<Puoi andare. Ora ci penso io.>
Il mio migliore amico si alza dal divano e con una pacca sulla spalla mi saluta, ma prima di uscire dalla porta mi dice di fargli sapere.
(Sicuramente vengo a raccontarti i cazzi miei!)
In risposta lo liquido con un cenno della testa.
Finalmente solo ingrandisco la foto, non per vedere le parti intime, ma bensì per osservare meglio il suo viso.
Chissà che non mi torni in mente.
Dopo essermi scervellato per tutto il tempo, ho deciso di chiamarla e farla venire a casa mia.
Non so cosa succederà dopo, ma so che voglio delle spiegazioni immediatamente.

EBBENE SÌ QUESTA È LA MIA SVEGLIA!!!
"Spegni quella cazzo di sveglia o ti butto il telefono!"
"Mamma ti suona il telefono!"
Il buongiorno si vede dal mattino.

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