Capitolo 12

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Stephen's Pov

La guardo uscire da casa di John. Da quando è scappata una settimana fa, sono sempre qui a guardarla da lontano. Come un innamorato perso, come un uomo perso.

Ha messo un foulard con stampa fiorata sui capelli e una semplice tutta oversize grigia. È sempre meravigliosa ed è sempre un coltello piantato nel costato

John la segue dopo poco, il suo sorriso è evidente così come la sua serenità appena lui le dà un bacio gentile sulla fronte.

Il mio cuore si disintegra ma ancora batte per te

La guardo camminare leggera e allo stesso tempo assente. Noto subito dove si sta dirigendo, al capannone

La seguo a distanza, non volendo fermare le sue intenzioni ma, quando arriviamo lei subito si accorge di me

"Che cosa ci fai qui?" i suoi occhi sono grigio chiaro oggi, come se fosse un lontano ricordo, il verde dei suoi occhi si nasconde e non si mostra

Rimango in silenzio, preso ad osservarla in ogni sua piccola parte. Noto che diventa tutta rossa e una risata sincera mi esce dalla gola

"Ridi di me?" dice guardandomi con le sopracciglia aggrottate ma con un leggero sorriso ad increspare le labbra

"No ma sei buffa" dico sorridendo più apertamente. Il suo naso si muove nervoso, come è suo solito quando qualcosa o qualcuno gli da fastidio

Incrocia le braccia e inizia a muovere su e giù il piede destro.

"Comunque sono qui per parlare" dico ora nervoso. Ho notato subito, la settimana scorsa, la sua reazione alla vista della casa completamente cambiata. Ho provato un senso di colpa incredibile e volevo immediatamente spiegarle il perché ma lei era fuggita. Le avevo anche offerto la tisana al curcuma,  consapevole che lei avesse letto in un libro tanto tempo fa, che quello era il modo di dire 'perdonami' del protagonista alla sua amata. Ma forse ho sbagliato ancora, forse lei non se lo ricorda o forse..
I miei pensieri vengono interrotti da una voce forte alle nostre spalle.

La mia prima reazione è prendere il braccio di Camelia e metterla dietro la mia schiena

"Chi cazzo sei?" dico alla figura che si palesa davanti a noi, nascosta nell'ombra del vicolo

"Non ti ricordi di me fiorellino?" sento quella voce che fin da subito mi aveva trasmesso una sensazione negativa e, dalla reazione di Camelia, capisco che la cosa è comune.

Camelia si irrigidisce e si attacca alla mia spalla. Quasi non faccio notare la mia felicità nel constatare la sua ancora completa fiducia in me.

"Chiamala fiorellino e giuro che ti faccio saltare il cervello" dico rabbioso, nascondendo ulteriormente Camelia dietro di me

"Uuuh aggressivo, sono qui in pace cane rabbioso. Oh ma aspetta, non ti chiamo cane se no piangi vero? Come sta Attila?" la sua provocazione colpisce nel segno, così come il mio gancio destro

"Non ti azzardare a parlare del mio cane stronzo" dico dandogli un altro pugno

Lui ride meschino, asciugandosi il sangue che cola dal labbro

"Stephen" sento la voce gentile e spaventata di Camelia, non penso più allo stronzo di fronte a me e vado verso di lei. La guardo arrabbiato e preoccupato, perché so che ora sarò costretto a dirle tutto. Lei mi guarda consapevole che ci sarà da discutere e mi stringe il braccio come per confortarmi

"Aww come siete teneri, le hai detto quindi tutto su suo padre" Steven mi guarda soddisfatto e io sto dargli un altro pugno quando lei mi ferma

"Stephen, andiamo via" mi dice gentile, per convincermi a non fare altro. Nel suo sguardo vedo la curiosità ma lei è sempre stata così, prima gli altri e poi lei. E questo non posso farlo anche io, devo pensare a lei e quindi annuisco.

"Andiamo" le dico grato per poi dirigerci verso la mia macchina. Ignoro tutte le altre frasi senza senso di Steven, tanto non sarebbe cambiato nulla.

Appena saliamo in macchina, l'aiuto ad allacciarsi la cintura, lei mi guarda attentamente. Inizio a innervosirmi, i suoi occhi su di me fanno sempre un certo effetto

"Beh beh ecco io.. Cioè volevo dire che tu, non so se mi capisci, cioè.." balbetto nervoso e ansioso

Lei ride di gusto e io mi acciglio.
"Ridi di me?" dico infastidito

"No ma sei buffo" dice lei per poi ridere apertamente. La sua risata echeggia nella macchina e mi inebria i sensi. Dio quanto sono felice

Le sorrido felice e rido assieme a lei. Pian piano però il suono della sua risata svanisce e lascia spazio ad un silenzio ingombrante.

"So che mi devi dire cose importanti e penso che sia il caso di farlo subito. Non mentirmi Stephen, te ne prego"

"Non ti mentirò Camelia ma tu promettimi che mi ascolterai, anche se quello che ti dirò può risultarti difficile da sentire" le dico sincero volenteroso di non mentirle mai più, ma soprattutto di starle finalmente accanto, senza più paure

"Te lo prometto Stephen" mi dice guardandomi gentile per poi prendere la mia mano e, inaspettatamente, darmi un bacio su quest'ultima.

Il mio cuore fa una capriola dalla gioia e non mi accorgo del mio gesto involontario: le accarezzo il viso con l'altra mano. Le sue guance si arrossano ma non si discosta dal mio tocco.

Le parole non servono in questi casi, bastano i nostri sguardi che, ignorando il passato, non ricercando risposte nel presente e non pensando al futuro, si lascia andare al sentimento più puro. Quello che niente e nessuno può distruggere, che neanche una pallottola e la morte può annientare: l'amore

E forse lo faccio quell'errore di essere sincero e forse non dovrei. Ma ora sono qui e ora glielo confesso

"Ti amo Camelia, ti ho sempre amato e sempre lo farò. Ti spiegherò tutto, ti darò tutte le risposte per confermarti il fatto che il mio cuore amerà solo te, che i miei occhi accetteranno di posarsi solo sul tuo dolce viso e che le mie labbra acconsentiranno ad assaggiare solo sulle tue labbra. Perché sono stato creato per te e anche se tu non mi dovessi amare, anche se tu mi odierai, il mio cuore sarà sempre nelle tue mani. Uccidimi, schiaffeggiami, odiami. Nulla cambierà quello che provo per te" dico tutto d'un fiato. Mai mi sarei aspettato però che le mie parole venissero sigillate da un suo bacio

Il bacio più bello che ci siamo mai dati. Tremo dall'emozione e l'avvicino a me. La stringo fra le braccia e poso la mia fronte sulla sua. Il mio respiro è irrequieto, così come la mia anima. Una bufera di emozioni si abbatte su di noi, la vedo piangere, la vedo sorridere. E sono certo, qui lo confermo senza vergogna, che lei sta vedendo le mie stesse cose

Perché la amo, Dio solo sa quanto la amo. Con una potenza mai vista prima, con un ardore tale che nessuno poeta, musicista o pittore abbia mai potuto rappresentare

"Te lo dimostrerò, non chiuderò mai gli occhi se prima non sentirò dalla tua bocca pronunciare che mi ami, che mi hai perdonato e che mi hai compreso" dico con affanno, guardandola negli occhi che, forse sbaglio, sembrano luminosi e verdi

Si asciuga delicatamente le lacrime e annuisce. È ancora presto lo so, so che non sarà facile. Ma lei è qui, accanto a me e mi stringe la mano. Non posso chiedere di meglio

Ti amo Camelia, sempre

Allooora, qui c'è da dire molto. Si sono sparita e no, al momento è difficile per me darvi una motivazione. Dico solo che non ho potuto perché questo periodo mi ha portato via tante cose, tra cui persone e scrivere era diventato per me solo un peso. Ma ora sono qui, qui per scusarmi, per cercare di farmi perdonare e di farvi capire che come Stephen, c'è un motivo della mia assenza, e soprattutto che vi ho pensato tanto. Cercherò di essere più presente nonostante tutto.

In ogni caso ditemi cosa ne pensate e spero possiate continuare a seguirmi, indipendentemente da tutto

Un bacio grande dalla vostra ciambella

My anchor - Sequel di Disorder Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora