Capitolo 6

6.1K 368 21
                                    

Manuel

Adesso è meglio che mi diriga in classe, tanto non ottengo nulla restando qui fermo. Mi cambio velocemente con la prima cosa che mi capita ed esco dalla stanza. Ecco cosa si ottiene ad essere gentili. Mi chiedo cosa sarebbe successo se non avessi riportato in camera Luna; di sicuro adesso avrei un problema in meno e pensare che questa è stata forse la prima volta in cui sia stato gentile e visto i risultati quasi sicuramente sarà anche l'ultima.

Entro in classe e chi mi ritrovo? Ovviamente la ragazza che pochi minuti fa era scappata da me e che adesso scrive tranquillamente su un libro o su un quaderno nero o su quello che sia, mentre una ciocca di quei suoi capelli dal colore indefinito le cade sul viso, accarezzandole una guancia. Sembrerebbe un vero e proprio dipinto se la protagonista non fosse una persona acida. Forse per questo motivo i dipinti sono opere, perché il soggetto del quadro tace, senza rivelare con le parole la sua vera natura.

Adesso devo affrontare un vero dilemma: sedermi vicino o lontano da lei? Io mi chiedo da quando in qua mi ritrovo a preoccuparmi riguardo dove sedermi, prima di adesso non mi aveva mai neanche lontanamente sfiorato la cosa.

Meno male che ancora non mi ha notato, se no penserebbe: che ci fa quell'idiota in piedi? In effetti non avrebbe tutti i torti.

Va beh! Ho deciso, lontano da lei, tanto ovunque mi sieda, la potrò vedere, ecco uno dei vantaggi di una classe con struttura ad arena.

Mi siedo ed attendo che la classe si riempa. Dopo non molto tutti i banchi sono pieni di umani che chiacchierano producendo un fastidioso brusio che con la comparsa dell'insegnante subito svanisce, poiché gli studenti ammutoliscono all'istante: branco di imbecilli.

"Studenti vi vorrei presentare un nuovo compagno di classe che vi accompagnerà d'ora in poi." Afferma l'insegnante che adesso rivolge lo sguardo verso di me. "Prego signorino Manuel non faccia il timido e si presenti."

Io timido!!? Allora non mi conosce per niente questo qua; timido è proprio l'ultimo aggettivo con cui definirmi. Mi alzo e mi rivolgo alla classe.

"Io sono Manuel e spero che andremo d'accordo."

E mi risiedo, non ho voglia di sprecare più fiato del necessario con questa massa di umani. Appena mi accomodo, sento davanti a me una voce fastidiosamente squillante.

"Il tuo cognome?"

Certo che questa bionda ossigenata gli affari suoi non se li può fare?

"Melany purtroppo Manuel è stato trovato in condizioni non proprio eclatanti ed è ancora un pò confuso, infatti non ricorda molto, è stato un colpo di fortuna che si sia ricordato il suo nome e spero che per questa cosa nessuno lo prenda in giro e che non dia fastidio a nessuno."

Il professore mi precede; meglio così, non dovrò sprecare inutilmente il fiato.

"Cara Luna, mi dispiace per te, adesso non potrai più attirare l'attenzione per la mancanza di cognome, non sei più l'unica che non ne ha uno."

Cosa ha appena detto la bionda ossigenata?! Non è possibile! È lei quell'altra persona che non possiede un cognome! Ma perché? Non ha una famiglia? Ha rifiutato il suo cognome solo per attirare l'attenzione come dice Melany? Prima di adesso ce l'aveva un cognome? Quella ragazza è un vero mistero.

Mi sto facendo troppe domande, richieste che per il momento non avranno risposte, interrogativi che mi portano solo alla pazzia.

"Melany, nessuno ti ha dato certe confidenze, affinché tu ti possa rivolgere così a me, dicendo cara e non ho rifiutato il cognome per attirare l'attenzione, ma tu questo non lo puoi capire, avendo un cervello da gallina, pertanto non mi sprecherò per spiegartelo."

Looking for The Lost AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora