Capitolo 44

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Lucius

"Dannazione! È riuscita a scappare!" Urla un furibondo Lucifero, sbattendo in modo violento le mani sulla scrivania e facendomi trasalire.

Dopo che ognuno di noi era uscito dal proprio stato di immobilità, ci guardammo per un spaesati. Un potere del genere non era presente neanche tra le mani di mio padre, è il fatto che un'angelo perduto lo abbia, ha lasciato tutti sconcertati. È bastato che dalle sue labbra uscisse una sola parola per immobilizzare tutti e i pochi che erano in grado di parlare in quello stato, erano i demoni più forti, ma nonostante ciò si faticava lo stesso nel compiere un gesto semplice come quello del parlare. Una volta usciti dalla confusione iniziale, la prima cosa che mio padre ordinò, fu quello di far setacciare tutti gli inferi alla ricerca di Luna. Ovviamente di ella non c'era più alcuna traccia, aveva varcato la soglia dell'inferno con passo lento sotto gli occhi di tutti, senza che alcuno potesse muovere un sol muscolo per fermarla. Questo gesto da parte di Luna ha innervosito parecchio mio padre, il quale ancora una volta è stato oltraggiato da lei.

Adesso io sono nell'ufficio di un Lucifero, decisamente irato con un freddo Alexander. In un certo senso sono contenta che Luna abbia fatto ciò che ha fatto, sia perché adesso sono certo del fatto che nessuno la possa più ferire sia perché ha dato una lezione a Lucifero e ad Alexander.

Se loro non si fossero comportati in tal modo, così presi nel far rispettare le vecchie tradizioni e le antiche norme, adesso non avrebbero ricevuto il disonore della perdita di un angelo perduto sotto il proprio naso e si sarebbero resi conto fin dal principio che Luna non è un'angelo perduto qualunque; invece si sono ostinati a seguire la loro strada, non dando molta importanza alle anomalie di Luna e talvolta facendo finta di non vederle. Beh! Adesso tocca loro patire le conseguenze delle loro scelte. In fondo non è forse vero che si riceve ciò che si dà.

"Quel semplice angelo perduto non può sfidarmi in questo modo. Io sono il Diavolo!"

Sbuffo, ricevendo un'occhiataccia da parte di mio padre.

"Dopo tutto quello che è successo, ancora devi capire che lei non è una normale angelo perduto."

Mi guarda in modo ancor più truce e se gli sguardi potessero uccidere, in questo momento non sarei qui a respirare.

"Padre, credo che sia ora di mettere da parte l'orgoglio e affrontare la cruda realtà. Lei non è più qui ed è riuscita a fuggire perché sembra che abbia un potere superiore al tuo."

Lui mi squadra da capo a piedi e poi sbraita:

"Nessuno è più forte del Diavolo. Ricorda che nonostante la caduta io resto pur sempre il primogenito dell'Altissimo! La sua creazione migliore! Colui che rappresenta la perfezione!"

Alzo gli occhi al cielo: lui e il suo orgoglio.

"E allora perché sei stato immobilizzato da Luna?"

Si irrigidisce non appena tali parole lasciano la mia bocca e scocca un'altra delle sue occhiate truci. Solo dopo svariati minuti decide di rispondere.

"Avevo abbassato la guardia."

Ma io comunque non gli credo, sono più che certo che non voglia ammettere il fatto che un angelo perduto si è dimostrato più forte del re degli inferi.

Sposta lo sguardo dal mio e si rivolge verso Alexander che è rimasto in silenzio fino ad ora.

"Quali sono i risultati delle ricerche delle ultime ore?"

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