Capitolo 38

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Luna

"Era per questo motivo che sei venuto qui?" Chiedo a Lucius, riferendomi al bacio e lui si apre in un sorriso sincero.

Sembra stupida come richiesta, ma da qualche dovevo pur iniziare dopo che si era creato quel silenzio in seguito al nostro bacio.

"Beh! In realtà il bacio non era nei miei piani, però è stato una piacevole deviazione. Ero venuto solo per vedere cosa avevi in mente con le cose che avevi chiesto ad Alexander. Forse loro non sono sempre memori del fatto che tu non ti comporti sempre da angelo, ma io sì." Dice, scrutandomi con attenzione.

"Non ho in mente nulla, mi sto solo procurando le cose che mi sono state riferite riguardo la festa in mio onore."

Lui alza un sopracciglio come dubitando delle mie parole.

"Non so se fidarmi."

"Se non ti fidi degli angeli, di chi ti dovresti fidare?"

Sorride a questa mia frase.

"Non hai tutti torti."

Detto ciò si dirige verso le sbarre per poi uscirne, senza dirmi se si fida o meno di me, anche se devo ammettere che non sbaglia affatto nel non avere fiducia nei miei confronti. Una parola non identifica una persona, sono i gesti che lo fanno, infatti puoi benissimo avere la nomina di poveraccio, ma essere la persona più ricca di cultura oppure puoi avere la nomina di adulto, ma avere ancora il cervello di un bambino; nel mio caso: potrò avere anche la nomina di angelo, ma posso comunque comportarmi da demone.

***

Ormai i tre giorni sono passati e sono stati più che sufficienti per fare ciò che avevo in mente. Apparte Alexander, in questo lasso di tempo, non si è più presentato nessun altro, non che mi aspettassi visite e neanche credevo al fatto che Lucius mi volesse rivedere. È un demone: quel bacio per lui non è stato altro che un gioco e io sono stata una stupida a permettere che ciò accadesse e mi fa ancor più male ammettere che mai prima d'ora mi sono sentita più viva come in quel bacio. Ma ormai ciò è passato, devo andare avanti e cercare un modo per liberarmi da questa prigionia.

Tra non molto mi dovrebbero chiamare e io sono pronta:

è ora di cambiare un pò la vecchia tradizione riguardo l'angelo perduto.

Diciamo che non ho proprio l'aspetto indecente che volevano che avessi.

Sento il lucchetto della serratura che si apre e mi dirigo verso l'uscita. Non ci sarà nessuno a prendermi, ma per tutta la via che percorrerò ci saranno guardie a intervalli regolari.

Alla mia vista tutte le guardie sgranano gli occhi o spalancano la bocca, sorpresi del mio aspetto, ma per mia fortuna nessuno mi può fermare; il re degli inferi non ama i ritardi ed è stato molto chiaro nell'affermare che non voleva che nessuno mi fermasse o interrompesse in un qualsiasi modo, poiché ciò avrebbe fatto ritardare la mia presenza alla festa.

Ed eccomi finalmente al cospetto degli invitati tra i quali ci sono anche le persone più importanti di questo posto: Lucifero e suo figlio Lucius.

Appena tutti si accorgono di me, non ci vuole molto per far sì che nella sala cali il silenzio.

Io procedo sotto gli sguardi di tutti, tenendo la testa alta e portamento eretto. Non mi vergogno di ciò che sono o di chi sono, se devo essere l'angelo perduto, lo sarò a testa alta.

Come immaginavo per Lucius il nostro bacio non era significato nulla e ne è la prova il fatto che adesso sta cingendo con il braccio il fianco di una ragazza dalla chioma color pece, dal corpo prosperoso con un abito blu elettrico piuttosto striminzito.

Looking for The Lost AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora