Capitolo 12

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Lucius

Ho passato il resto della giornata ad osservare Luna, mentre studiava: aveva una matita poggiata al di sopra dell'orecchio che le dava un'aria da studiosa e aggrottava le ciglia quando un compito richiedeva un maggiore sforzo di concentrazione, anche se mi sono offerto di aiutarla, lei mi ha categoricamente detto di no e alla fine dopo varie volte che ho insistito, mi sono arrenso.

"Tu non studi?" Mi chiede, interrompendo ciò che stava scrivendo poco fa.

"Io non ho bisogno di studiare."

Aggrotta le sopracciglia.

"Certo come no, allora spiegami, come fai a fare certi interventi in classe?"

Allora anche lei ha notato le mie parole e non so il perchè ma tale cosa mi fa piacere.

"Puro genio naturale." Dico vantandomi.

"Certo come no." Dice, alzando gli occhi al cielo.

"Prendimi pure in giro, ma è la pura verità."

Lei sbuffa irritata e riprende a studiare e ciò mi dà la conferma del fatto che i suoi interventi in classe non siano frutto di insegnamenti da parte di un insegnante millenario, se no adesso non sarebbe qui a impegnarsi tanto nello studio eppure quei suoi pensieri sono fin troppo complessi, perché possano essere solo frutto di uno studio scolastico.

L'ho osservata anche quando dopo aver chiuso i libri, andava qua e là per la stanza per riordinare il caos che ho combinato in sua assenza, mentre mi lanciava insulti affinché la smettessi di guardarla. Come può farmi una simile richiesta? Io sono ancora incredulo della sua presenza. È proprio vero che per far valere la tua presenza, devi far sentire la tua assenza.

Non mi è mai capitato di guardare di mia volontà una ragazza, di solito lo faccio per farmi attrarre, ma una volta che ho ottenuto ciò che voglio, per me la ragazza non esiste più e difficilmente capita che la guardi una seconda volta senza che voglia ottenere qualcosa, eppure io sto guardando Luna senza voler ottenere nessuna cosa.

Il sole è appena calato e Luna ha acceso le luci; all'improvviso quella quiete viene spezzata da un bussare.

"Chissà chi è?" Domanda Luna. "Di solito qui non viene nessuno."

Si avvicina alla porta e appena poggia la mano sulla maniglia, un lampo mi passa per la mente e mi ricordo di chi potrebbe essere la persona lì dietro: è la brunetta che ho adocchiato stamattina, di cui adesso però non ricordo il nome. Adesso si scatenerà una tempesta e tutto per colpa mia e pensare che tutto andava così bene. Purtroppo niente di ciò che è bello dura a lungo.

Ha aperto la porta e noto la faccia sorpresa della brunetta, ma vedo anche il suo timore che ha nei confronti di Luna e ci credo se nel collegio tutti stanno alla larga da lei, forse per paura o forse rispetto; non lo so di preciso anche se credo più nella prima cosa.

"Che ci fai tu qui?" Dice Luna con voce ferma e decisa, marcando ogni parola.

"Cerco... Manuel..." risponde la bruna con voce esitante e pieno di timore.

"Perché lo cerchi?"

Ti prego fa che la bruna non dica ciò che sto pensando.

"Mi ha dato appuntamento Manuel, stamattina." Dice la bruna con tono esile. Ed ecco che con queste parola sono sicuro che si scatenerà una bufera.

C'è un netto contrasto tra le due voci, una così forte che da sola riuscirebbe a mettere a tacere un intero esercito, e in un certo senso ricorda la voce di un predatore, l'altro così esitante e debole che basterebbe un nulla affinché cada e ricorda tanto quello di una preda. Solo un sottile filo lega queste due persone: il rapporto tra preda e predatore.

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