Capitolo 13

3 2 0
                                    

Per molti altri mesi, Drakan continuò a rimanere in disparte anche se, una piccolissima parte di sé sentiva già far parte di questa ciurma; in uno dei innumerevoli attacchi da parte della marina, molti dell'equipaggio, impegnati a combatterli, non si accorsero che la loro nuova compagna si mosse. Quando noto che uno nella marina, tento di colpire un suo compagno alle spalle, lei lo prendeva e lo trascinava lontano dalla lotta, ovviamente tappandogli la bocca e lo riempiva di botte; alla vittoria dei pirati, il resto dell'equipaggio noto Drakan seduto o sulla polena della nave o sul albero maestro, abbastanza lontana da impedire a chiunque di mostrare il suo interessamento a loro, ma di far notare alcune ferite causate dalla marina.

Un pomeriggio, seduta come al solito sull'albero maestro, si bendò una ferita inflitta da un altro pirata che combatté prima, noto che non c'era nessuno sulla nave, anzi trovo l'arma del capitano Edghar incustodita sul ponte della nave; con curiosità, provo a sollevarla ma non riuscii neanche a sollevarla di un millimetro, non si aspettò che fosse così pesante da non farcela, dopo tutto il capitano essendo cosi mingherlino e bassino riesce ad usarla come se fosse una parte di sé. Nel frattempo, uno della ciurma vedendola nel intento di sollevare l'alabarda, gli venne un'idea per smorzare un po' la tensione che lei stessa crea, quindi avvicinandosi gli disse: <Nessuno è mai riuscita a sollevarla ma, tra di noi si dice che chiunque ci riesca diventerà il sovrano di Camelot>; in quel momento, Drakan si spavento, solo perché pensava di essere completamente sola ma, quando si girò per vedere chi fosse, gli diede enorme fastidio nel vederlo con il suo solito sorrisetto, che ti fa pensare che ti stia prendendo in giro.

Lei strinse con forza i pugni e lo colpi, in pieno volto e lui, dopo che si rialzò ricambio il suo gesto e parti una scazzottata tra i due; nel frattempo, Marshall si imbatte in loro per puro caso e, per evitare che facessero danni sia alla nave che a loro, decise di fermarli quindi, afferrandoli tento di separarli ma niente da fare, quei due continuarono a colpirsi e l'unica soluzione che gli viene fu quella di colpirli in testa, dopo averli lasciati cadere per terra. Con il suo solito sguardo minaccioso, gridò ad entrambi: <Se volete continuare la vostra scazzottata, andatevene altrove per esempio in mezzo al mare!> e il tipo, a quelle parole smise subito di colpirla, infondo sapeva bene che l'avrebbe fatto sul serio ma, Drakan no infatti, tento di colpirlo con un calcio quando venne fermata da Marshall e, questa volta lui la colpii facendola scontrare contro dei barili; lei si alzò un po' dolorante e vedendo lo sguardo si Marshall, arresto ogni tentativo di ribellione, se vogliamo usare questo termine, in oltre si allontano da loro salendo di nuovo sul albero maestro.

Neanche il tempo di riposarsi qualche giorno che, furono attaccati dalla marina; riuscirono ad evitare una lotta in mare aperto, ma vennero costretti a combattere su un'isola ormai deserta da anni. Drakan evitando i colpi di qualche marines, non voleva credere che il capitano scendesse in capo e difendesse i suoi uomini, il precedente non l'avrebbe mai fatto, anzi il suo gesto sarebbe stato quello di sacrificarlo per salvarsi e, ora riuscii a capire le parole di Marshall quando ebbero quella conversazione; tra spari di cannone e anche lo stridio delle lame, uno dei cecchini, Nader venne preso di mira ma, prima che uno della marina potesse colpirlo alle spalle, Drakan lo fermo con la sua spada e lo colpi in faccia con un destro, poi con tutta la rabbia in quel momento, strinse il pugno e quello, si ricoprii di una luce bianca e quando colpi la terra, quella tremò ed enormi spaccature divisero i pirati e i marines.

Per un attimo tutti si fermarono, come potevanofermare la ragazza in grado di dividere la terra stessa; Drakan avvicinandosialla crepa, fisso la marina con sguardo crude e con la mano ancora ricoperta daquella luce, gridò: <Finché ci sarò io non riuscirete a far del male allamia famiglia!> e colpendo l'aria, quella luce si divise creando una sorta dispaccatura alle sue spalle. Sia la terra che il mare, tremarono e molti uominicaddero a terra e prima ancora che qualcuno potesse far qualcosa, un'ondatravolse tutti i marines e li trascino più lontano da loro; nessuno aprì boccaper quello che videro, ritornarono alla nave e salparono con la consapevolezzache, ormai la ragazza è una di loro e questo, lo stavano aspettando da quando èsalita a bordo.

E' una questione da piratiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora