capitolo 6- casa Parker

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Dopo ore di macchina passate ad ascoltare i Bitales, eccomi alla mia dolce casa. Trasmettitrice di ricordi belli e brutti che vorrei non aver mai vissuto.

Keelin: c'è qualcosa che non va?

Io: è solo..strano tornare qui.. onestamente questo posto non mi mancava.

Freya: va a sistemare le tue cose, a breve verranno tutti

Io: certo

Salgo in camera mia e sistemo le mie cose un po' come capita, prendo il telefono e controllo se mi sono arrivati dei messaggi da Kai.

Salgo in camera mia e sistemo le mie cose un po' come capita, prendo il telefono e controllo se mi sono arrivati dei messaggi da Kai

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Sei così stupida? Come può contattarti se è in cella? Ma certo! Sicuramente mi avrà scritto qualcosa sul libro.

Così disperata caccio il libro dallo zaino ancora intatto

Io: non mi ha scritto assolutamente niente..provo a scrivergli io, magari sarà occupato

"Ei Kai, io sono a casa"

Risponderà sicuramente.

Kol: ci sono gli ospiti!

Io: zio Kol!

Scendo velocemente le scale

Io: mi mancavi tanto

Kol: anche tu mi mancavi, piccola

Io: fatti abbracciare! Davina! Oh zia Rebekah! Marcel! Abbraccio di famiglia?

Marcel: certo!

Anche se i Mikaelson. Sono considerati come una famiglia di mostri allo stato puro, in realtà noi siamo i più deboli.

Abbiamo pranzato tutti insieme, come l'ultima cena di famiglia, la sera della morte degli uomini che ho amato di più nella mia vita.

Per tutta la giornata non ho fatto altro che trattenermi dalle lacrime. Forse nella mia età è normale. Vedere il mondo cambiare sotto i tuoi occhi ha uno strano effetto.

La prima giornata a casa è passata velocemente, non male.

Torno nella mia stanza e subito afferro il libro dallo zaino

Strano, ancora nulla..

Prendo il mio telefono sul comodino e noto una notifica da Instagram

"Ei tesoro, dove vivono i Mikaelson?"

"Come fai ad usare il telefono?"

"Sono uscito di lì, mi trattavano male"

" Dimmi dove sei, vengo io da te"

Esco di casa dalla finestra come una pazza, e dopo un quarto d'ora arrivo al bar di New Orleans

Io: Kai!

Kai: ei tesoro, come stai?

Io: terribilmente male, tu?

Kai: terribilmente bene

Io: che ci fai qui?

Kai: voglio portarti in un posto

Io: dove?

Kai: a casa mia

Io: hai una macchina? Non ho voglia di camminare ancora.

Kai: si, tranquilla

Usciamo dal bar e arriviamo ad una Porsche nera di ultimo modello

Io: quando hai avuto il tempo di comprarti una macchina? È dei tuoi genitori?

Kai sbuffa

Kai: i miei genitori sono morti

Io: oddio, mi dispiace

Kai: non preoccuparti, li ho uccisi io

Mi sale un nodo in gola

Io: eh? Hahah, una battuta!

Kai: direi decisamente di no. Ho ucciso anche mia sorella, dovresti saperlo. E ucciderò anche le Saltzman

Io: mi spaventi

Kai: e perchè dovresti? Anche tu hai ucciso delle persone, anche tuo padre l'ha fatto. Eccoci

(Di sera)

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(Di sera)

Io: wow, sembra splendida

Kai parcheggia la sua auto

Kai: seguimi

La casa è splendida, colori caldi e moderni, se solo non fosse per l'ascia appesa ad una parete

Io: quest'ascia è qui per bellezza, vero?

Dico con un pizzico di timore

Kai mi spinge verso la parete stringendomi i fianchi a scendere

Kai: con quell'ascia ho staccato la testa al mio fratellino

Io: Kai levami le mani di dosso

Le sue mani possenti e venose hanno cominciato a muoversi sotto la mia gonna, come se volesse spostare la mia mutandina

Io: Kai, non farlo

Kai: io non posso amare, io non so farlo. Sono in un oceano e  ogni giorno sprofondo sempre di più, non voglio portarti con me lì, quindi ti prego, non volermi.

Dice con gli occhi lucidi continuando a muoversi

Io: Kai ti supplico, ti prego! Lasciami, non voglio!

alza una mano al mio collo e mi attacca nuovamente  alla parete

Kai: ti chiedo scusa, Hope

I suoi anelli gelidi continuano a spingere contro il mio collo sempre più forte

si avvicina per baciarmi

Io: Kai, ti odio! 

Le nostre labbra si sono sfiorate per un istante, ma subito dopo mi ha lasciata. Mi ha guardato negli occhi mentre entrambi piangevamo. Ha tolto la mano da sotto la mia gonna e ha indietreggiato

Kai: va via Hope, è per te.

Inutile dire come mi si è spezzato il cuore in quel momento. Le guance rosse per la vergogna, il mascara sciolto per le lacrime, i vestiti scomposti.

Io: io sono in un oceano e sono affondata, Kai.

Esco da quella casa ancora piangendo e torno dove spero di trovare un po' di pace, casa.

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