Passarono le settimane, noi ci abituammo a loro e loro a noi.
Dopo un po' di farle andare via, non se ne parlò più.
Ora dormivano in una delle due stanze magazzino in cui Alicia era riuscita a rimediare due lettini singoli, non era male ricordando dove avevano dormito per anni.
Certe notti quando pensava che io mi fossi addormentata, si alzava dal letto e andava nella loro stanza.
Se ne stava in piedi vicino al letto di Zulema, immobile ed in silenzio, sospirava, vagava con la testa in ricordi passati, in cui erano state una famiglia, in cui quella ragazza dai capelli neri che ora dormiva beata sotto il suo sguardo, s'era presa le peggio botte solo per farla stare bene un minuto in più, che l'aveva amata di un amore incondizionato.
Poi si ricordava il resto, che era cresciuta, che non era più la sua sorellina forte e coraggiosa ma una stronza di prima categoria e tornava a dormire, faceva finta che non fosse successo niente.
Alicia aveva bisogno di amare sua sorella molto più di quanto avesse bisogno di amare me.
Le era mancata, non aveva mai smesso di mancarle. Lo sapevo, ed ora lo sapeva anche lei.
Per troppo tempo non l'aveva ascoltata, l'aveva vista urlare e aveva immaginato ridesse.
«Ieri ho preso un caffè con Flaca, è simpatica, non pensavo che qualcuno che vivesse in città potesse esserlo»
Ero emozionata della mia nuova conquista, raccontai della giornata a Goya e Zulema mentre eravamo a tavola.
«Chi?»
«L'amica che mi sono fatta in lavanderia»
Goya mi guardò spaesata «Fatta in che senso?»
«Nel senso che ci ho stretto amicizia, siamo amiche ora»
«Ah allora non mi interessa, se avessi raccontato una scopata sarebbe stato più interessante»
«Sto mangiando, non mi va di sentire questo schifo»
Zulema riusciva a rovinarmi tutto, come al solito.
Sparecchiammo appena finimmo di pranzare, volevo aiutarla a pulire.
«Levati» sbottò, prendendo i piatti dal tavolo e mettendoli uno ad uno nella lavastoviglie.
«Ma che c'hai? Non ho fatto niente»
Chiuse con forza l'elettrodomestico e pensai che l'avrebbe scassata a breve «Se non rompi i coglioni, tu non sei felice»
«Spiegami cosa hai»
Mi afferrò per le guance con forza, mi costrinse a guardarla negli occhi.
«Nulla, mi dà fastidio la tua presenza. Anzi sai che c'è? Che a me non frega un cazzo di quanto te la spassi fuori, che lavori e ti fai notare»
«È questo il motivo per cui ti alteri? Che lavoro?» Pensavo scherzasse, invece era seria «Dimmi che scherzi»
«Mi altero perché tu vai a lavorare e ti diverti ed io sto sola qua, mi sembra di essere tornata dentro»
«Non sei sola, c'è Goya, quando non ci sono io, c'è tua sorella»
«Si, ma io con loro non ci voglio stare»
Mi stava vicino, non volevo che mi stesse così vicino.
«Ed io dovrei licenziarmi perché tu non riesci a stare da sola?»
«Si» Il solito tono strafottente.
«Perché devi sempre rovinarmi tutto?»
Mi lanciò uno sguardo carico d'odio «Perché sono fatta così»
«Tu sei fatta male»
Mi fulminò con un'altra occhiata, la situazione si stava invertendo, ora lei era quella offesa «Non volevo offenderti, mi sono espressa male»
Non riuscivo più a guardarla, faceva male, un dolore che sentivo nell'ossa.
«Certo che lo volevi ma a me stai bene così, serpe»
La gola sembrava un rovo di spine che pungevano ed impedivano alle parole di uscire.
Ci odiavamo da morire, un sentimento così forte che solo odio può essere, che non ti fa stare insieme ma neanche distanti.
Avevo cercato di estirparla come si fa con le cose cattive e tossiche, cancellarla come l'acido che corrode tutto ciò che tocca.
Ci avevo provato, dio solo sa quanto ci avevo provato.
Avevo provato a dimenticarla, a scacciarla in parti della mente dove non potesse più fare male, a convincermi che certe cose non le avessi mai provate, che le avessi inventate per torturarmi.
Avevo provato a scambiare la sua faccia con quella di qualcun altro, la voce farla diventare uno stridio, il corpo un cumulo di solchi bianchi.
Per cacciarmela dal cuore avevo fatto di tutto.
Ma lei era stata più forte a resistere, al tempo, all'odio.
Certi legami non li puoi spezzare.
Cos'è l'odio, se non amore perseverante.
STAI LEGGENDO
Amabili resti
FanfictionDue sorelle, separate dal loro passato, s'innamorano della stessa ragazza, di nuovo. Se Alicia è un dono, Zulema è la condanna. Macarena si ritroverà contesa fra Luce e Buio. Dal testo: «Smettila di fare la signorina del cazzo e smettila con questi...