Prologo.

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Vedo il sole infrangersi contro le sbarre delle finestre, lui cerca di entrare, io, invece, vorrei solo uscire.

Non so che ora sia, non so se sia l'alba o il tramonto, ma in un modo o nell'altro, che sia un addio o un arrivederci, Sole, presto sarà tutto finito.

Forse, un giorno, al posto di queste sbarre chilometriche ci sarà un centro commerciale.

Ho sentito che vogliono chiudere Cruz del Norte e farci complessi residenziali eleganti, roba elegante, un posto per gente che ha sempre avuto la vita facile.

Non so dove ci sbatteranno e forse, ora, non mi interessa più, perchè io e te non lo vedremmo mai, amore mio.

Un dolore lancinante mi impedisce di muovermi, è come un ferro rovente ficcato nel bel mezzo della schiena, non sento più niente.

Chiudo gli occhi e ti vedo, sei bella, darei tutto pur di vederti ancora così.

Chiudo gli occhi e voglio scappare da te, voglio lasciarti e ricordarti bella, non così, non piangere, amore mio, ti si arruginiscono le guance.

Vorrei allungare la mano e trovare la tua, ma non ne ho le forze e neanche tu ne hai.

Non voglio che mi ricordi così.

Ora ho paura e vorrei poter piangere e urlare.

Tu mi conosci, io non ho paura di niente, tranne che di te.

La canottiera bianca ora è rossa, c'è una pozza di sangue che si fa spazio su questo pavimento schifoso e il freddo mi sta entrando nelle viscere.

E' il mio sangue o è il tuo? Non lo so, non ha mai fatto molta differenza.

Amabili restiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora