Ansia

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"Entra" la sua voce è fredda e distaccata, ribollente di rabbia. Entro nello sgabuzzino e lui mi segue, sbattendo la porta alle sue spalle.

Si gira verso di me e mi fissa intensamente negli occhi. L'ansia si diffonde velocemente nel mio corpo; l'adrenalina scorre nelle mie vene.

"Che coraggio Eva. Davvero. Ora dimmi" non riesco a interpretare le sue parole; mentre le pronuncia sul suo viso spunta un ghigno "Quando hai impulsivamente deciso di venire a vendicarti tirandomi un pugno davanti a tutta la scuola, non avevi pensato alle conseguenze di questo tuo gesto, vero?".

Ora avevo davvero paura. Aveva ragione; io non ci avevo minimamente pensato-

"rispondi" quasi sobbalzo sentendo la sua voce che ad un tratto è diventata impaziente. Sembra molto curioso di sapere come risponderò.

E qui, faccio l'errore peggiore che avessi mai potuto fare: ho ammesso, con mia grande stupidità, di non aver calcolato le conseguenze. "In realtà no, non ci avevo pensato".

devo dire qualcosa per rimediare al disastro che ho appena combinato ammettendo la mia ingenuità. "Ma devo dire di non aver nemmeno un minimo di senso di colpa. Non me ne pento affatto. Te lo sei meritato".

Non so se, facendo quello che ho intenzione di fare, io possa rovinare di  nuovo tutto, ma sinceramente me ne infischio. Apro la porta e lo lascio da solo nello sgabuzzino, con i suoi pensieri. Sento il suo sguardo addosso mentre torno in classe. Tutti erano rimasti nel corridoio ad aspettare qualche scoop riguardo alla faccenda, ma in realtà non è successo nulla di che. Meglio lasciarli con le loro convinzioni.

Torno davanti la porta della classe e suona la campanella. Mi siedo al mio posto, con lo sguardo di tutti addosso. Fantastico. Non potevo sperare di meglio per questo lunedì-


LOGAN

Ha aperto la porta e se n'è andata. Pf, Eva se credi che sia finita qui, specialmente in questo modo, ti sbagli di grosso e ti pentirai ben presto delle tue azioni.

Suona la campanella. Raccolgo il mio zaino e esco dallo sgabuzzino, lasciando lì i pensieri riguardo quella strana conversazione, se si può chiamare tale.

Percorro il corridoio in cerca della mia classe, la gente che incontro mi fissa in cerca di risposte nel mio sguardo, ma io so bene come nascondere le mie emozioni.

In un certo senso quella ragazza è interessante; è astuta.

Entro nella classe di biologia. Ora devo concentrarmi solo ed esclusivamente sulla materia e lasciare il resto fuori dalla mia mente per un po'. 


EVA

Non voglio incontrare nuovamente Logan, ma so che non è finita qui. Non può finire così. So che lui non permetterebbe mai che la questione si chiudesse in questo modo.

Ho trascorso il resto della giornata a pensare alla nostra specie di conversazione, sotto lo sguardo interrogativo delle persone a cui passavo accanto. Chissà a cosa stanno pensando. Anzi, chissà cosa credono che sia successo in quello sgabuzzin-

NO,NO,NO,NO. Devo sistemare al più presto questa faccenda con Logan, ma non sotto lo sguardo curioso di tutti. Bisogna chiarire un po' di cose.


LOGAN

Il mio tentativo di non pensare a lei è fallito miseramente. Non posso lasciare che la questione si sospenda. Devo parlare con lei al più presto.

Le lezioni sono finite. Esco dall'istituto. La mia intenzione è quella di cercare Eva per poterle parlare. Inizio a guardarmi intorno: mi giro e vedo che mi sta aspettando.


EVA 

Ho deciso di aspettare Logan per poter discutere di quello che è accaduto questa mattina. Sono stranamente riuscita ad uscire dall'istituto per prima.

Mi sistemo di fianco al campanile e aspetto che si accorga di me. So che lo farà. So che anche lui vuole parlare. 

Eccolo. Si gira verso di me. I suoi occhi incontrano i miei: è ora-


NOTE DELL'AUTORE 

bene,bene,bene. Siamo arrivati anche alla fine di questo capitolo. Non voglio andar per le lunghe quindi:

come sempre se la storia vi è piaciuta, non dimenticatevi di votarla. Quanto a noi, ci vediamo nel prossimo capitolo.

Grazie per il vostro supporto


quel maledetto giorno di pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora