Capitolo 4

16 3 0
                                    


Ormai mi sono allontanata da circa due ore e correndo, non ho la minima idea di dove io mi trovi. Cerco qualche cartello, ma niente che mi riporti di nuovo al mare. Così da testarda cammino ancora, finchè non trovo un supermercato e subito mi fiondo dentro. Sono più piccoli e familiari rispetto a quelli americani, c'è una signora che parla con il salumiere invitandolo a scegliere i formaggi più buoni e pregiati, lui con esperienza ne consiglia alcuni e la donna senza pensarci li compra tutti, fidandosi del palato del negoziante. Mi viene subito fame e seguendo la signora ordino un panino con il salame più buono che hanno. Il salumiere si appresta a prepararmelo, ma inarca un sopracciglio notando il mio accento diverso. 

Da quando ero bambina i miei genitori hanno sempre parlato l'italiano a casa, quindi non ho molte difficoltà a dialogare, si nota soltanto l'accento marcato newyorkese.

 Subito mi porge il panino dicendomi: "Ho notato che non sei siciliana e hai gli occhi un po' smarriti, di dove sei?" "Vengo da New York, sono arrivata proprio oggi. Approposito, a quanto ho capito in Sicilia vi conoscete tutti... conosci un certo Giorgio? Alto, sulla quarantina con una moglie che si chiama Carla?" "E me lo chiedi pure?" risponde ridendo, "è uno dei nostri clienti più frequenti! Dimmi, cosa vuoi sapere di lui?"

Cosa voglio veramente sapere? Cosa mi interessa in questo momento che sono da sola in un supermercato senza una destinazione?

"Lui è mio zio e per tutta l'estate dovrò stare a casa sua, ma prima mi sono allontanata da loro e mi sono persa...sai dirmi dove abita?" "Mmh... si, in fondo a questa strada, a destra iniziano ad esserci delle ville. La sua è azzurra, se hai altri problemi puoi chiamarmi" , scrivendomi su un pezzo di carta il suo numero. Pago il panino ed esco, dirigendomi a casa di Giorgio, anche se in realtà non so se veramente dormiremo lì, ma mi sembrava la cosa più convincente da dire.

Le strade sembrano vuote se le paragono a quelle newyorkesi, l'ambiente mi sembra così diverso... per non parlare della gente, non so cosa aspettarmi qui e non so se farò presto amicizia. Dicono che sono più affettuose e accoglienti, che ti fanno sentire a casa solo con un abbraccio. Pensandoci, io ho un posto che chiamerei casa. La mia casa sono i miei genitori e le mie amiche, anche se a volte dubito anche di loro senza volerlo. Se mi chiedessero di descrivere l'amicizia, io rimarrei spaesata a questa domanda. Cos'è per me l'amicizia? Ci penso sempre, ma non trovo mai una risposta immediata. L'amicizia è quel bene reciproco fra due persone, spesso si coltiva sin da quando siamo bambini e continua nel tempo, ci sono legami che non dimenticherai mai nella vita. Legame. Ecco la parola giusta. L'amicizia per me è un legame, che si basa sul carattere di due persone: sull'affetto, sulla sincerità, sulla comprensione e sui piccoli gesti. Quei piccoli gesti che pensi e dici, cazzo... lei ci tiene veramente a me! Amicizia è un qualcosa che non trovi all'improvviso, non la trovi quando la stai cercando, ma la incontri per caso. Lei ti passa davanti, ti sfiora, ma tu sei troppo scottata da un legame passato e doloroso che hai paura anche ad affezionarti alle persone sbagliate. Questa sono io. Non saprò mai se sto facendo la scelta giusta con una persona, perchè vivo con la costante paura di poter essere ferita. 

Questo mio grande pensiero si blocca quando inizio a vedere le prime case, vado a destra come mi ha detto il simpatico salumiere e cerco la casa azzurra che diceva. Ne incontro diverse  gialle, rosse, finchè non la vedo. A quanto pare è l'unica di questo colore e dovrebbe essere lei. Una grande villa azzurra, circondata da fiori e cespugli, quasi simile a quelle americane. è a più piani e da fuori si intravede un tappeto elastico e una piscina, abbastanza spaziosa. Mi avvicino al cancello, sono minuscola al confronto. Cerco il campanello e leggo 'Casa Blaine'. Deve essere davvero casa di Giorgio, quindi mi convinco a suonare, sperando una risposta da qualcuno, anche se in realtà mi sembra vuota. La prima volta, nessuna risposta. Conto fino a tre e riprovo, niente di niente. Se ci fosse veramente qualcuno in casa risulterei davvero invadente, lascio per più di tre secondi il dito nel campanello, ma niente. Mi siedo fuori... non so cosa fare, davvero. Mi ritrovo in Sicilia, a più di 7251 km dalla mia vera città. Già mi mancano le mie amiche, prendo il telefono per cercare di chiamarle ma, ovviamente la mia sfortuna arriva lì, 'nessun segnale'. Ottimo, cazzo.  Subito però mi viene un'idea in mente. Mi alzo, mi avvicino e cerco di scavalcare, ma sfortunatamente non ho le stesse capacità di Spidermen. Come non detto cado, ma qualcuno scoppia a ridere, merda. Allora c'era qualcuno in casa. Mi giro e vedo un ragazzo che si diverte appoggiato alla porta di casa. Lo guardo meglio... ma è uno dei gemelli!!! Sono immobile, non riesco a muovermi dall'imbarazzo e lo guardo con occhi spalancati. Brava Cris, questa la puoi aggiungere alla tua lista delle figure di merda settimanali.


Prima di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora